30/07/2004 18:50
Agenda
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Il Consiglio comunale discute il bilancio consuntivo e la verifica degli equilibri finanziari
La verifica degli equilibri di bilancio, del patto di stabilità interno e l’approvazione del consuntivo per la gestione 2003 sono stati i temi caldi al centro della seduta fiume del Consiglio comunale, l’ultimo prima della pausa per le ferie d’agosto.
Dopo un’analitica relazione del vice-sindaco e assessore al Bilancio Roberto Bencini si è aperto un lungo confronto tra maggioranza ed opposizione, che si sono scontrate sul decreto 'taglia-.spese' del governo e sulle esternalizzazioni dei servizi operate negli ultimi anni dall’Amministrazione comunale.
L’introduzione di Bencini si è basata principamente sui numeri, che stando alla relazione dei revisori riconfermano gli equilibri di bilancio come erano stati approvati nel dicembre 2003.
«La fotografia della realtà scattata dalla relazione dei sindaci revisori non è certo delle migliori – ha esordito Massimo Taiti del gruppo Taiti per Prato -Nuovo Psi –, emerge una rilevante differenza tra le previsioni e il rendiconto attuale, soprattutto a causa delle due sciagurate operazioni: cartolarizzazione e esternalizzazione a Sori della riscossione tributi. Fin dall’inizio ho avversato questo bilancio e ora ne ho la riprova: la spesa corrente è molto aumentata rispetto agli anni precedenti balzando a 141 milioni di euro, le prestazioni di servizi sono passate da una spesa di 55 milioni di euro del 2002 a 61 del 2003 senza miglioramenti, il costo medio di un dipendente ha raggiunto i 33.000 euro e i debiti fuori bilancio che il Comune si trascina di anno in anno sono lievitati a oltre 54 milioni di euro. Quali cifre avremo nel 2004?».
«Il consuntivo è la verifica delle scelte politiche della giunta precedente, che si sono rivelate sbagliate – ha fatto eco Giovanni Luchetti di Fi –. La situazione finanziaria del Comune è preoccupante ed è frutto di errori di gestione che si sono aggiunti ad altri errori. Nei primi sei mesi del 2004 c’è stato un incremento delle spese del 20%: già questo dimostra l’incapacità della giunta a gestire i soldi pubblici in un momento di difficoltà mondiale. Per questo il decreto 168 impone alle Pubbliche amministrazioni di darsi delle priorità nelle spese. Anziché far polemica su questo bisognerebbe riflettere sui 54 milioni di euro di debiti fuori bilancio, che minano la stabilità economica, e sul fatto che non si può contare sull’avanzo di amministrazione, perché è da valutare l’esigibilità di quei crediti e la reale esistenza delle entrate».
«La passata giunta si è distinta per investimenti senza precedenti nella storia di Prato dando servizi ai cittadini senza aumentare la pressione fiscale – ha sostenuto il capogruppo della Margherita Antonello Giacomelli –. Non è aumentata alcuna tariffa in questi anni e c’è stata un’incisiva azione della maggioranza per il recupero fiscale attraverso Sori, che ha portato più equità e più risorse. Ai sindaci revisori non è chiesto di fare scelte o valutazioni politiche. Con il decreto 'taglia-spese' Berlusconi cambia in corsa le regole e dà la caccia alla rete dei servizi che gli Enti locali hanno creato per i cittadini sostiutendosi anche allo Stato. Vuole affossare l’azione svolta fin qui dalle Amministrazioni locali, nonostante i minori trasferimenti statali. Siamo adesso ad un bivio: arrendersi o rischiare fino all’ultimo euro correndo sul filo del rasoio del Patto di stabilità pur di mantenere invariati i servizi».
Anche Leonardo Becheri, capogruppo di Rifondazione comunista, nel decreto del governo vede non solo un mezzo per tappare le falle della politica economica nazionale, ma anche una strategia per indebolire i Comuni. Non risparmia però critiche alle esternalizzazioni. «E’ al limite della costituzionalità e della decenza fare un provvedimento del genere a metà anno. Il Patto di stabilità non è comunque un dogma e se più che un modo per garantire la salute dei bilanci e della gestione deve diventare un grimaldello politico contro la capacità di governo degli Enti locali si può rischiare il suo equilibrio. Ma non ci si può limitare a criticare la scellerata politica del centrodestra, bisognerebbe riflettere sull’utilità e l’economicità delle esternalizzazioni, specialmente su Sori, che ha svolto un’azione pressappochista. Controllare e gestire i servizi significa avere più margini di manovra».
Anche Mauro Vannoni, capogruppo di Prato Viva, nel suo intervento ha puntato il dito sulla scarsa redditività delle aziende partecipate rispetto alla spesa che comportano: «C’è troppo distacco tra la spesa che il mantenimento di questi apparati comporta e le risorse e l’utilità che producono. Gli errori di Sori non possono essere sottaciuti».
«L’obiettivo della giunta precedente come di questa è di erogare servizi di alta qualità ad un prezzo abbordabile, come dicono le direttive europee - ha detto il ds Massimo Bartoloni –. E' stata svolta un’azione meritoria stabilendo la giusta base imponibile su cui calcolare l’Ici per ogni famiglia, cioè l’entrata più grossa delle casse comunali. Qui è entrata in gioco Sori, che è disponibile ad effettuare una riflessione sulla propria attività insieme al Comune. D’altra parte è nata nel gennaio 2003 ed ha bisogno di un periodo di rodaggio».
«Quella dell’invarianza fiscale è una barzelletta – ha affermato Gianluca Banchelli An –. Il primo anno di amministrazione, nella scorsa legislatura, l’Ici venne alzata, diventando la seconda aliquota più alta della Toscana, per poter dire poi di non averla aumentata negli anni successivi. Il bilancio è in pari, sì, ma solo ricorrendo ad azioni straordinarie: se non vogliamo sforare i budget bisogna tagliare i costi sui servizi esterni e sulle consulenze. Per quelle sugli immigrati quest’anno si è speso troppo e quelle risorse potevano essere utilizzate in altro modo. La Sori non è certo la miglior cosa per Prato: solo per fare un esempio prima una notifica comportava un costo aggiuntivo di 5 euro, ora invece di 15».
«Questo consuntivo è la certificazione del fallimento della politica di bilancio degli ultimi due annio – ha aggiunto il capogruppo di An Filippo Bernocchi –. E' la prova matematica di chi aveva ragione e chi torto: nelle osservazioni dei sindaci revisori ho ritrovato infatti gli interventi fatti dai banchi dell’opposizione in questi 10 anni. La relazione sembra scritta da noi: il cittadino ha diritto di avere un buon servizio ad un giusto prezzo e le esternalizzazioni, dall’acqua alle fonti di energia, ai parcheggi e al verde pubblico, non hanno portato alcun giovamento a questa città. I servizi dovevano essere ceduti con un procedimento di gara e la maggioranza doveva cedere una parte del potere economico che ha in città. Perché se i servizi sono stati esternalizzati i dipendenti comunali non sono diminuiti? Ora è necessaria una svolta: non si può aumentare la pressione tributaria perché né la legge nè la città lo permettono, quindi bisogna fare economie».
Di tenore del tutto diverso l’intervento di Luciano Bartolotti (Ds): «Gli obiettivi che la giunta si poneva nel 2003 sono stati raggiunti tutti: il piano Prato città curata, il recupero della ex Campolmi, le grandi opere per la viabilità e le Lam. La validità di un bilancio consuntivo va valutata anche e soprattutto dalla capacità di mantenere ed aumentare i servizi nonostante la difficile situazione finanziaria. Questo è il metro più giusto. Ed inoltre abbiamo rispettato il Patto di stabilità interno: in sede di preparazione del bilancio di previsione 2005, che inizieremo a settembre, concentreremo i nostri sforzi per mantenere invariato l’equilibrio raggiunto tra sviluppo e rete sociale dei servizi alla collettività».
«Si chiude il serbatoio della benzina e si dà la colpa all’autista se la maccgina non va? – aggiunge Aurelio Donzella, capogruppo Italia dei valori –. Questo governo è privo di strategia economica e vuole svuotare di significato istituzionale gli Enti locali. E’ un attacco scientifico e non casuale, oltre ad essere un modo per rimettere a posto i conti con l’Unione europea scaricandone il peso sui cittadini».
Di diverso avviso il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi: «E’ più facile dare la colpa a Fini e Berlusconi che parlare di numeri imbarazzanti: nel decreto si dice letteralmente che non ci saranno riduzioni per le spese dovute a prestazioni di servizi correlati a diritti soggettivi, e che le economie vanno fatte nell’affidamento di consulenze esterne e di incarichi per competenze che sono dell’Amministrazione. Al di là della manovra del governo, il Comune poteva e doveva fare economie e ci mancherebbe altro che a fronte dei pagamenti non ci fossero neanche i servizi. Smantellando il settore comunale delle riscossioni per affidarlo a Sori abbiamo perduto un servizio che funzionava bene e con puntualità. Una gran fetta della città è gestita da aziende partecipate che sfuggono al controllo del Consiglio comunale. Ci si aspetterebbe almeno una relazione da parte dei direttori su progetti e investimenti fatti, visto che nessuno di noi è lì per controllare».
«Non si può leggere il consuntivo senza valutare il contesto più generale – ribatte la capogruppo Ds Gerardina Cardillo –. Già prima di questa manovra i trasferimenti agli Enti locali erano diminuiti del 34%. Da quando Letizia Moratti è ministro dell’Istruzione per la prima volta è stato negato il diritto alla scuola materna, le sezioni vengono tagliate. Intervenendo al posto dello Stato abbiamo garantito servizi di alta qualità, che si traducono in una migliore qualità della vita per i cittadini».
Conclusioni affidate al sindaco Marco Romagnoli, il cui intervento, nel quale ha ribadito l'inapplicabilità del decreto 'taglia-spese', ha ricevuto apprezzamenti anche dai banchi dell'opposizione.
Le delibere relative alle variazioni compensative della parte corrente, del conto capitale, del Patto di stabilità con verifica degli equilibri di bilancio e del rendiconto di gestione 2003 sono state votate separatamente e sono state tutte approvate con 24 voti favorevoli e 15 contrari. Rifondazione comunista e Prato Viva hanno affermato di aver votato contro per dare un segnale politico sulla situazione dei servizi esterni auspicando di votare a favore in sede di previsione dell’esercizio finanziario 2005. I due gruppi si sono astenuti sulle delibere relative al rendiconto dell’Istituzione dei servizi sociali e alla variazione del bilancio 2004 dell’Ente per un trasferimento regionale di 40.000 euro, approvate con 24 voti favorevoli e 12 contrari.
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