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Comune di Prato

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03/08/2004 14:09
Agenda -

Corteggio storico 2004/2 - I gruppi presenti alla sfilata.

FUNDACION FESTA DA ISTORIA Ribadavia Ourense Fondata verso la fine dell’XI secolo, Ribadavia è oggi palcoscenico della più grande e importante rievocazione storica della Galizia. Grazie alla collaborazione di oltre cinquecento volontari, la Fundacion Festa da Istoria riesce ogni anno a far rivivere agli abitanti e ai visitatori l’atmosfera dei giorni medievali con balli, musica, botteghe di arte e artigianato che si ispirano alla tradizione popolare dell’epoca. A Prato è presente una significativa rappresentanza della Fundacion, con figuranti, cavalieri, dame e armati che ci faranno rivivere alcuni momenti della storia medievale della loro terra. Dalla Spagna arriva a Prato anche un gruppo di suonatori di cornamusa, Agrupaciòn folcloristica San Miguel” di Marcon - Pontevedra, specializzati in canzoni e balli galleghi. Il gruppo è formato da oltre 100 componenti. La delegazione ospite della nostra città sarà di circa venti elementi. GRUPPO STORICO CORMONS Cormòns, in provincia di Gorizia, ha un’eredità di quattrocento anni di storia asburgica iniziata con Massimiliano I. La figura di questo mitico personaggio storico viene rievocata ogni anno, in una domenica di fine agosto, quando il centro cittadino si trasforma in un borgo tardo-medievale, con le vie e le piazze brulicanti di personaggi in costume, che inscenano duelli, giochi, danze e mestieri dell’epoca e danno vita a un grande mercato di antichi mestieri, popolato da decine di artigiani intenti a svolgere le loro attività tradizionali per l’intera giornata fino a notte al lume delle torce. Dopo il tradizionale corteo in costume per le vie cittadine, il momento più spettacolare della rievocazione è il torneo cavalleresco, una perfetta ricostruzione filologica dei tornei antichi, che viene disputato da una compagnia di maestri d’arme professionisti famosi in tutta Europa. I cavalieri in armatura sono, infatti, abilissimi cascatori di professione provenienti da Bratislava, controfigure cinematografiche e maestri di scherma antica. Questi si sfidano in un Torneo in Barriera, incrociando lame e lunghe aste e tortiglioni, secondo le rigorose leggi della cavalleria di un tempo: chi viene disarcionato ha perso. La rievocazione storica si chiude con uno spettacolo di fuochi artificiali antichi simili a quelli descritti da Marco Polo di ritorno dall’Oriente. COMPAGNIA BELESTRIERI DI NORCIA Racchiusa dalla cinta muraria a forma di cuore, Norcia è una delle città artistiche più rinomate dell’Umbria. Fulcro della città è la piazza S. Benedetto sulla quale si affacciano i principali edifici storici. Chiese, torri, paesi arroccati, abbazie, sono presenti in tutto il territorio nursino e costituiscono un patrimonio storico artistico di incomparabile bellezza. Terra di storie leggendarie legate alla Sibilla e alla magia, a Norcia nel 1995 è nata la Compagnia dei Balestrieri per iniziativa di alcuni balestrieri che fanno parte delle sei guaite (rioni) in cui è divisa la città. La Compagnia si propone di promuovere la storia di Norcia e del suo territorio partecipando a gare nazionali e internazionali che utilizzano appunto la balestra. Sono 18 anni che a Norcia, il 21 marzo e l’ultima domenica di agosto, si disputa il torneo delle sei guaite in onore di S. Benedetto, patrono d’Europa. La gara si conclude con il corteo storico che sfila per le vie della città formato dai personaggi in costume delle sei guaite, dal Capitano del Popolo, dai Magnifici Signori Consoli, dai rappresentanti del Comune e dei sedici castelli. La Compagnia dei Balestrieri è formata da 22 balestrieri e da un maestro d’armi: a completare la Compagnia un gruppo di tamburini e figuranti con splendide dame e cavalieri. GRUPPO STORICO CITTA' DI CORINALDO Il gruppo storico “Città di Corinaldo” composto da sbandieratori, arcieri, tamburi e chiarine si esibisce in Italia e all’estero da oltre vent’anni. Lo spettacolo si articola nel corteo, nel saluto al pubblico e nella esibizione degli arcieri, degli sbandieratori e dei tamburi. E’ contornato dagli squilli delle chiarine . Il gruppo dei tamburi, composto da venti elementi, si esibisce con costumi storici del pieno Rinascimento. Anche le “chiarine” lunghe e scintillanti trombe in ottone, dritte e senza pistoni, sono artefici di un indiscutibile impatto scenografico e sonoro. Del gruppo fa parte la Compagnia degli alfieri dell’associazione “Pozzo della polenta”, che organizza giochi di bandiere di alta spettacolarità. Il gruppo degli arcieri si richiama all’abilità del tardo medioevo e primo rinascimento, quando l’arco non era un mezzo di divertimento, ma uno strumento che permetteva la sopravvivenza in pace come in guerra. Oggi gli arcieri di Corinaldo si esibiscono in gare di abilità con il tradizionale lancio di frecce ma anche di dardi infuocati. La festa del Pozzo della Polenta, che ogni anno si tiene la terza domenica di luglio, rievoca la vittoria riportata dai corinaldesi nel 1517 contro l’esercito di Francesco Maria I della Rovere che, per venti giorni, aveva assediato la fortificazione di Corinaldo. Nella cornice del medievale centro storico della cittadina, tra antichi palazzi, vie e piazze, centinaia di figuranti con costumi d’epoca, dame, giocolieri, armigeri, sbandieratori, tamburini e arcieri fanno da supporto alla rappresentazione che culmina nella consegna del “palio” – opera di artisti di chiara fama – assegnata al rione vincitore delle diverse gare, quali il gioco della campana, il palio degli arcieri, la giostra dei cavalieri. GIULIETTA E ROMEO MONTECCHIO MAGGIORE Il gruppo storico culturale “Giulietta e Roneo” vuol far conoscere Montecchio e soprattutto la leggenda, qui ambientata, che risale al periodo medievale. La storia è nota in tutto il mondo grazie a William Shakespeare che, per la sua opera, trasse ispirazione da una novella di Luigi da Porto, nobile letterato vicentino. Sul colle che sovrasta il paese sorgono due rocche passate alla storia come i castelli di Giulietta e Romeo. La storia dei due innamorati viene rievocata da questo gruppo storico che oggi può contare sulla partecipazione di 150 persone ognuna delle quali impersona una figura particolare del mondo medievale. Il primo maggio di ogni anno vengono scelte le nobili figure dei due famosi innamorati tra “baldi giovani e gentile fanciulle” che si candidano per rappresentare Montecchio e la sua storia per un intero anno. Contemporaneamente avviene la disfida tra le casate dei Montecchi e dei Capuleti che si contendono, con giochi cortesi e avvincenti scontri, l’ambito palio. La manifestazione richiama ogni anno 15 mila spettatori: musici, giullari, armigeri, sbandieratori, tamburini, mercanti, danzatori, artisti, frati, arcieri, alchimisti,e mendicanti si contendono le attenzioni degli astanti riproponendo la vita semplice ma fascinosa del XV secolo. PALIO DEI CASTELLI SAN SEVERINO MARCHE Il Palio dei Castelli si gioca con quattro gruppi. Il gruppo dei tamburini, composto da 19 elementi e un capo tamburino: quattro chiarine, quattro rullanti e dieci tamburi muti. La compagnia degli arcieri, composta da 14 elementi che gareggiano rigorosamente in costume storico, utilizza come arco il “long bow” costruito interamente in legno. Al Palio partecipa anche la compagnia dei balestrieri composta da cinque elementi che rievocano le gesta degli antichi balestrieri di San Severino. I balestrieri di San Severino, in pieno medioevo, erano noti per la loro abilità e godevano di notevole prestigio tanto da essere richiesti in aiuto da diverse città in caso di bisogno. I balestrieri gareggiano con balestre artigianali con fusto in legno, arco in acciaio e sistema di caricamento a leva. Infine del Palio fa parte la compagnia del Grifone della Scala formata da dieci cavalieri che rievocano con maestria combattimenti medievali. I cavalieri della compagnia puntano sulla qualità e la spettacolarità dei duelli dando allo spettatore la sensazione di rivivere affascinanti tenzoni medievali. I combattimenti vengono eseguiti con armi medievali come il bastone (arma del popolo), la spada (arma inseparabile di un cavaliere), la spada bastarda impugnabile con una o due mani, le daghe e gli spadini, le picche o le lance, i bastoni corti. Nei dialoghi e nelle presentazioni, per ricreare l’atmosfera di seicento anni fa, i cavalieri usano l’italiano volgare. PALIO DEGLI ASINI ALBA Il 10 agosto 1275, giorno in cui gli albesi festeggiavano il loro patrono S. Lorenzo, gli astensi entrarono ad Alba e arrecarono enormi danni alla città. Sotto le mura furono protagonisti della corsa per il palio, una gara che assunse un doppio significato : fare scorno agli albesi e dimostrare che, ormai padroni del campo, avevano il diritto di festeggiare il santo patrono di Alba. La corsa del Palio, durante la festa del santo patrono, continuò anche nei secoli successivi, sempre con i cavalli. I fantini di Alba, per dimostrare la loro abilità, parteciparono più volte al Palio di Asti e, addirittura, in certe occasioni lo vinsero. Per questo non furono più invitati e nel 1932, dopo un ulteriore rifiuto, gli albesi decisero di correre il proprio palio con gli asini sostituendoli ai cavalli, Lo scopo era di sdrammatizzare e sminuire la sconfitta del 1275. Oggi, dopo la grande sfilata storica con oltre 500 figuranti, si continua a correre il palio degli Asini cui partecipano la giostra e i borghi della città. Il Palio si corre per divertimento, la vittoria è affidata alla casualità e all’umore di questo simpatico animale. PALIO DELLE CONTRADE SAN SECONDO Il Palio delle Contrade di San Secondo (Parma) rievoca i festeggiamenti che si tennero nel borgo dei conti Rossi nel 1523 per il matrimonio di Pietro Maria III Rossi e Camilla Gonzaga, cugina del duca di Mantova Federico II: un avvenimento mondano per l’epoca, con ospiti illustri tra cui Giovanni de’Medici detto delle Bande Nere, il poeta Pietro Aretino e il Cardinale Giulio de’ Medici che divenne papa quell’anno col nome di Clemente VII. Cortei in costume, case e strade imbandierate, banchetti e libagioni culminano nella disputa del palio tra le sei contrade del borgo rinascimentale: la contrada di Castell’Aicardi, della Dragonda, del Grillo, del Bureg di Minèn, della Prevostura e della Trinità. PALIO DEGLI ARCIERI DI S. MICHELE Il Palio degli Arcieri Città di Pescia, giunto quest’anno alla sua ventisettesima edizione, è la più importante manifestazione annuale organizzata dall’associazione storica rione di S. Michele, che si è costituita nel 1981 per rievocare spaccati di vita di Pescia nell’epoca medievale. Si svolge nella prima settimana di settembre e la contesa è preceduta da un grande corteggio storico con centinaia di figuranti che attraversa le strade della città. Gli eleganti costumi rievocano fedelmente gli abiti indossati dalla seconda metà del XIII secolo alla fine del XVI da dame, cavalieri, arcieri, tamburini, spadari e sbandieratori. CORSA ALLA SPADA CAMERINO La gara si svolge ancora oggi a piedi e costituisce il principale avvenimento della rievocazione storica rinata nel 1982, ma le sue radici affondano nel 1200: i documenti notarili dell’epoca rivelano infatti che tra gli obblighi che alcune comunità avevano nei confronti di Camerino vi era l’offeta di un palio che molto spesso veniva fatta a maggio in occasione delle celebrazioni in onore di San Venanzio, patrono della città. Alla Corsa della spada partecipano trenta corridori portacolori che devono correre per le strette e impervie vie del centro storico tra discese e salite per vincere il trofeo della spada, che va al primo classificato, mentre il Palio, lo stendardo rosso di Camerino, va alla squadra che ha realizzato il miglior punteggio complessivo. Del ricco programma della rievocazione storica fanno parte infatti altre gare, giostre e cortei: l’Offerta dei Ceri, il Palio degli arcieri, la Giostra della Quintana e la Giostra dell’Anello a cavallo. LA CAVALCATA DELL'ASSUNTA FERMO La festa dell’Assunta a Fermo ha origini lontane e risale al 1182, ma già in documenti di trecento anni prima si parlava di festeggiamenti in onore della patrona di Fermo. Più che una festa religiosa era però la rassegna della mostra della potenza e della grandezza dello stato fermano con la sfilata maestosa delle sei contrade, delle corporazioni e delle classi sociali accompagnate da cavalli e trombettieri. Dopo un periodo di splendore fu abolita nel 1808 sotto il regno napoleonico e venne riesumata a più riprese in seguito, ma senza l’antico lustro. Scomparve anche durante il regno di Vittorio Emanuele II e solo nel 1982, dopo otto secoli bui, è tornata a rivevere recuperando l’antico splendore. La Cavalcata prevede varie gare: tra queste il Gioco dell’anello, in cui il cavaliere correndo deve infilare con la lancia un anello fisso o mobile, e la Quintana, in cui deve colpire una statua gigante e mobile con un braccio teso che gira e può colpirlo in caso di errore.
130/04

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