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Comune di Prato

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06/09/2004 16:21
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Il sindaco risponde a Luchetti sui controlli: «Una questione da affrontare senza strumenti straordinari»

«Il mio intendimento è trasformare la verifica o il controllo sul funzionamento degli strumenti di governo in un'attività ordinaria e niente affatto speciale». E' questo in estrema sintesi il contenuto della lettera che il sindaco Marco Romagnoli ha inviato al consigliere comunale di Forza Italia Giovanni Luchetti, in risposta ad una lettera rivolta dallo stesso consigliere al primo cittadino, avente per oggetto la questione dei controlli sulle aziende o enti patecipati dal Comune. Scrive il sindaco: «Sulle questioni sollevate nella lettera che mi hai inviato c’è la mia attenzione, anzi ne ho fatto oggetto di ripetute riflessioni in campagna elettorale, anche perché più che un’esigenza dell’opposizione si tratta di questioni che hanno una valenza generale e che riguardano le comunità locali, le loro rappresentanze elettive e di governo. A maggior ragione in presenza di un veloce processo di esternalizzazioni, ancora in fase di assestamento». Il tema dunque non è nuovo e il sindaco afferma di averlo affrontato nella stessa campagna elettorale e di averlo affrontato nel proprio programma di governo: «Ho più volte dichiarato, e non ho alcuna difficoltà a ribadirlo ora, che bisogna, ed uso le espressioni contenute nel programma di governo dell’attuale Amministrazione, compiere 'un’opera di razionalità della macchina comunale' e mettere 'a punto azioni di riequilibrio delle funzioni, in conseguenza delle nuove forme di erogazione dei servizi', seguendo criteri di 'efficienza delle gestioni', di 'efficacia delle prestazioni', di 'soddisfazione dei cittadini'». Per Romagnoli «questo significa anche che affronteremo le questioni di Bilancio e i problemi relativi all’organizzazione del Comune e conseguentemente del personale. E lo faremo in modo aperto, direttamente in Consiglio comunale, nella sede istituzionalmente deputata per una simile discussione. Non c’è da approntare misure straordinarie ma svolgere una normale attività di buona gestione delle strutture pubbliche». Nella lettera al consigliere di Forza Italia il primo cittadino dice che «per questo occorre fare chiarezza su alcune cose». E spiega: «Una commissione consiliare ad hoc non mi sembra lo strumento più idoneo. C’è una questione, dello statuto delle opposizioni, che non può essere ignorata. Ma sui controlli c’è da dire: a) che le commissioni consiliari, quelle che il Consiglio comunale si è dato, hanno tutta la possibilità di svolgerli e possono avere tutte le informazioni che desiderano; b) che il Consiglio comunale non può sostituirsi ai consigli di amministrazione, né definire il controllo in termini di interferenza sulla loro attività quotidiana, poiché sarebbe stravolta la logica del loro funzionamento che non può essere quella relativa alla dialettica fra maggioranza e opposizione; c) che gli organi di controllo dentro le società ci sono, come da legge, e non può essere annullata la loro esistenza, né annullate le loro funzioni; d) che comunque le verifiche riguardano gli indirizzi, l’esecuzione di tali indirizzi e i risultati raggiunti e non la gestione ordinaria». L’Amministrazione comunale, dichiara Romagnoli, ha «interesse ad avviare un bilancio sulle esperienze compiute, su ciò che funziona e su ciò che funziona meno, anche in previsioni di scenari e contesti, pure legislativi, che possono mutare. E’ un interesse della stessa comunità locale. Per questo penso sia utile pensare a figure, dentro la macchina del Comune, che aggiornino continuamente le conoscenze e forniscano queste conoscenze al Consiglio. E’ questo il mio intendimento. Lo scopo è di trasformare la verifica o il controllo sul funzionamento degli strumenti di governo in un’attività ordinaria e nient’affatto speciale».
207/04

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