09/10/2004 12:23
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Un 'patto' per avere alloggi a canone moderato per almeno 10 anni
Alloggi a canone calmierato per 10 anni in cambio della possibilie trasformazione delle destinazioni degli immobili: da produttive a residenziali. L'assessore all'Urbanistica del Comune di Prato Stefano Ciuoffo, in un articolato intervento al convegno «Le cooperative di abitazione e le politiche abitative in Toscana, svoltosi ieri venerdì 8 ottobre a Firenze, in cui ha portato anche il saluto del sindaco Marco Romagnoli, ha proposto un vero e proprio «patto alla città e a coloro che hanno avanzato richieste di varianti urbanistiche di immobili», poichè le questioni «della riqualificazione urbana della città e della realizzazione di alloggi da destinare alla locazione a canone calmierato» devono essere affrontate, se si «vuole migliorare il livello di qualità della vita e offrire risposte adeguate a quella fascia sempre più ampia di persone che non possiedono i requisiti per accedere all'edilizia agevolata, ma allo stesso tempo non riescono ad accedere all'acquisto o locazione di alloggi a libero mercato».
Prato fra l'altro ha ottenuto dalla Regione i finanziamenti per la realizzazione di 150 alloggi in locazione e nelle parole dell'assessore cooperazione e Comune hanno da sempre rivolto «una particolare attenzione al tema della locazione a canone moderato». Con la città che in Toscana è fra i più «significativi esempi per la destinazione di alloggi in affitto all'interno dei piani integrati».
Una delle nuove frontiere della riqualificazione urbana di Prato si intitola 'riconversione delle aree dismesse dalla produzione'. E' una «grande opportunità», sostiene Ciuoffo, in una realtà caratterizzata da una «progressione demografica senza eguali in Italia», anche a causa di forti correnti immigratorie. La conseguenza, insieme allo stato di crisi economica e del distretto, è il permanere di «problemi connessi con lo sviluppo, con la crescita, con l'immigrazione».
L'obiettivo è «ridisegnare l'identità della nostra città». Ammette l'assessore all'Urbanistica: «Numerose sono infatti sul mio tavolo le richieste di riconversione avanzate dagli industriali per trasformare le proprie fabbriche in residenze». La riconversione di queste aree può rappresentare «il punto nodale della riqualificazione della città». Da qui la proposta: chi chiede varianti di questo tipo, da produttivo a residenziale, si deve impegnare «ad affittare una parte degli alloggi a canone calmierato per almeno 10 anni», contribuendo così «a dare una prima risposta all'emergenza abitativa per le fasce più deboli».
Insomma i prezzi delle abitazioni continuano a crescere, e sale il numero di famiglie di giovani, anziani e immigrati che non ce la fanno a stare dietro ai prezzi, per cui è necessario un 'patto' nel quale «il privato deve accettare un giusto mix fra imprenditorialità e socialità». Un patto da fare con imprese di costruzioni, cooperative di abitazione, istituti di credito, con un duplice fine: «riqualificare la città ove è presente un forte disagio da parte dei cittadini»; «sostenere la realizzazione di un congruo numero di alloggi a canone moderato».
Lo scopo dichiarato è «disegnare un'urbanistica che sia sempre più capace di rispondere in modo adeguato alle funzioni e ai bisogni della città seguendo e prefigurando gli scenari di sviluppo ambientalmente sostenibili (Piano Strategico-Piano Strutturale)». Che detto in altro modo significa, da un lato, «ricomporre le ferite del tessuto urbano, che ormai mal sopportano la presenza contemporanea di residenza e industria», dall'altro disporre di «uno strumento, che unito al contributo della Regione, aiuti il Comune ad affrontare le emergenze sociali».
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