Acte Italia avvia nuovi contatti con la Commissione europea per la tutela del tessile

La prossima assemblea si svolgerà a Prato, nel frattempo Acte Italia, la sezione nazionale dell'associazione delle comunità tessili europee, presieduta dal Comune di Prato e dall'assessore allo Sviluppo economico Fabio Giovagnoli, ha deliberato di avviare nuovi contatti con la Commissione europea sulla tutela delle produzioni tessili. Nella riunione di Carpi, svoltasi ieri lunedì 18, l'assemblea italiana di Acte, presenti i rappresentanti delle maggiori comunità tessili, da Biella a Prato, da Carpi a Schio, ha riprecisato i termini di una piattaforma che ripropone le questioni del marchio nazionale per i prodotti tessili, della tracciabilità dei prodotti, della reciprocità negli scambi commerciali internazionali, delle relazioni con la Cina. Nel documento si sottolinea ancora una volta che è insostenibile la situazione dei dazi, bassi quelli dell'Unione europea ed alti quelli dei principali mercati d'esportazione, con paesi come la Cina che fra l'altro godono di riduzioni tariffarie. Acte Italia, al contrario, appoggia l'idea che sconti o riduzioni devono essere accordate ai paesi effettivamente più poveri, intenzionati a migliorare i propri livelli sociali e ambientali. Verso la Cina la sezione nazionale di Acte si augura che si eviti un incremento delle esportazoni a prezzi ribassati quando le quote saranno abolite. Più in generale si ripropone il marchio 'made in Italy', ossia con l'indicazione del paese di provenienza, anzichè il generico 'made in Ue', il sostegno alla ricerca e innovazione, e il ricorso ai Fondi strutturali per finanziamenti ai territori tessili. La prossima assemblea di Prato affronterà la questione, già posta ieri a Carpi, di stabilire un legame stretto con le Camere di commercio delle province tessili italiane, che a loro volta starebbero pensando a forme di organizzazione per coordinare la loro attività in appoggio alle comunità tessili.