22/10/2004 15:28
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Il Consiglio comunale approva il nuovo statuto dell'interporto pratese e la nuova struttura societaria dell'ente
Le variazioni nello statuto dell'interporto della Toscana centrale e la nuova struttura della società definita dai patti parasociali da inserirvi per sono state al centro di una vivace discussione nella seduta del Consiglio comunale di ieri 21 ottobre. La delibera è stata illustrata dal vice-sindaco Roberto Bencini, che ha sottolineato il carattere di razionalizzazione e specificazione delle quote e dei rapporti tra soci privati e pubblici che il provvedimento ha: «E' un passo ulteriore nella modifica degli statuti delle società partecipate per gli adeguamenti necessari al nuovo diritto societario. Non ci sono elementi che si discostano dalla normativa nazionale, che non impone cambiamenti sostanziali, ma una più precisa definizione della sede della società, del capitale, dei poteri e dirritti dell'assemblea dei soci, dell'oggetto e delle quote sociali: Il 51% complessivo del capitale sociale rimane nelle mani degli enti pubblici, cioè il Comune, che detiene il 25%,la Regione e le Camere di Commercio di Prato e Firenze. La composizione del consiglio d'amministrazione viene specificata: 11 membri sono riservati agli enti pubblici, di cui 5 al comune, 2 alla Regione e 4 alle Camere di commercio, e 4 al socio privato, cioè la CariPrato. La principale novità apportata è l'aggiunta di patti parasociali con cui si stabilisce con maggiore precisione il rapporto tra i soci: un membro proveniente dall'Unione industriale di Prato sarà nominato dalle Camere di commercio, mentre la CariPrato nominerà un membro della CariFi». Come ha spiegato Bencini poi i patti parasociali specificano la composizione del Comitato esecutivo dell'Interporto, che sarà di 5 membri: 2 saranno nominati dal Comune di Prato, di cui il presidente del consiglio d'amministrazione, 2 dalle Camere di Commercio, di cui l'amministratore delegato, e uno dalla CariPrato. Per quanto riguarda il collegio sindacale, è stato ridotto da 5 a 3 membri, di cui 2 designati dai soci pubblici e uno dal privato.
«Dato che l'interporto deve coabitare con la città etrusca di Gonfienti sarebbe produttivo instaurare una collaborazione più ampia - ha aperto il dibattito Luca Roti della Margheritan - Un suggerimento a questo fine, in accordo con la Commissione 1 Affari istituzionali, che ha rivisto lo statuto, è di inserire tra le finalità della società interporto oltre a quelle economiche quelle culturali e scientifiche partecipando con parte delle proprie risorse finanziarie alla valorizzazione della città etrusca di Gonfienti». «Votiamo favorevolmente a questa delibera - ha affermato il capogruppo di Rifondazione comunista Leonardo Becheri - E' un buon lavoro, ma sicuramente dovevano essere rivisti altri punti: ad esempio perchè far nominare l'amministratore delegato alle Camere di Commercio, sulla cui natura di ente pubblico ci sarebbe da discutere, e non dal Comune, che anche in altre partecipate non ha questo potere? C'è una stortura evidente poi anche nel fatto che nel Comitato esecutivo la maggioranza non è degli enti pubblici». «Il nostro voto è invece contrario - ribatte Giovanni Luchetti di Forza Italia, - perchè nella revisione dello statuto si è perso un'opportunità importante per dare un assessto davvero razionale al governo della società. Un consiglio d'amministrazione di 15 componenti è inutilmente pletorico ed inadatto: così come il collegio sindacale è stato ridotto, doveva esserlo anche il consiglio, in cui 5 membri sarebbero stati sufficienti. Inoltre non sono state specificate le deleghe del comitato esecutivo, che quindi non ha ragione d'essere. Per quanto concerne poi il parco archeologico di Gonfienti, bisognerebbe fare una scelta precisa: la logistica dell'interporto gioca un ruolo chiave nello sviluppo economico della città e altri interporti come quello di Livorno e Bologna si stanno già appropriando di un ruolo centrale che invece potrebbe essere di Prato, dato che sarebbe un'alternativa al tessile puntare sullo spostamento delle merci. Bisogna investire quindi tutte le energie nella logistica come scelta strategica». Per Elisabetta Carullo, presidente della Commissione 1, lo statuto dell'interporto è migliorato perchè è stato operato il riordino dei membri nominati dagli enti con una struttura più equa e logica che comunque lascia nelle mani del settore pubblico il 51% della società, al cui sviluppo non crea problemi la presenza del parco archeologico. Maurizio Bettazzi di An ha annunciato l'astensione del proprio gruppo anche per coerenza e continuità con i voti espressi per gli statuti delle altre società partecipate approvati nelle settimane scorse. La delibera è stata approvata a maggioranza con 25 voti favorevoli, 7 contrari e 5 astenuti.
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