25/10/2004 14:35
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La riflessione dell'assessore Ciuoffo sui progetti dell'Uip: «Nessuna intenzione di compromettere gli scenari futuri»
L'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo interviene con una propria riflessione sulle questioni della crescita urbana e sui progetti presentati dall'Unione industriali, all'attenzione del Comune e delle commissioni consiliari. Di seguito il testo integrale dell'intervento di Ciuoffo.
«L'attenzione posta in questi giorni ai temi del dibattito urbanistico da parte della stampa, il numero e la qualità degli interventi, sollecita una prima riflessione che intendo condividere pubblicamente.
Il sindaco ha posto all'avvio del percorso di legislatura il Piano strategico. Strumento cardine per la comprensione delle criticità, per l'individuazione degli elementi di eccellenza e prospettive di evoluzione, in senso compiuto, della città. Nel tracciato del Piano strategico si colgono tutti gli elementi di indirizzo e di analisi che sono necessari per avviare un percorso di revisione degli strumenti di governo del territorio. Nei primi due anni di questo mandato amministrativo dovremo approntare l'adeguamento del Piano strutturale al Ptc.. Questo è il vero tema sul quale il confronto dovrà essere aperto e affrontato con compiutezza e qualità.
Non intendo distrarre il dibattito focalizzatosi sulle istanze della U.I.P., ma vorrei sollecitare un approfondimento che non sia ancorato a singoli episodi. La passione che traspare dagli interventi di questi giorni, siano ordini professionali, associazioni o semplici cittadini, è il salutare segno di una grande attenzione per la città e il suo territorio. Non voglio con questo banalizzare in un impastato buonismo anche gli interventi più duri. Il confronto in questa materia non può essere ricondotto al gioco delle parti, né ad un preordinato e falso esercizio di ruoli, troppo spesso in passato sintetizzati a sostegno di una tesi precostituita. Quando affermo apprezzamento per tutti gli interventi pur amando, lo confesso, le espressioni di consenso, cerco negli interlocutori un vero contributo critico.
Sui progetti della U.I.P. il dibattito è avviato, sia nel percorso istituzionale che nel campo aperto del confronto politico. Pur limitato, l'argomento costituisce un primo stimolo alla riflessione più ampia sul nuovo disegno della città che deve essere individuato, fra gli altri temi, nella riqualificazione del Macrolotto zero e dei tanti edifici dismessi da luoghi della produzione.
Riuso con funzioni diverse, ristrutturazione o sostituzione, ma soprattutto integrazione in un disegno organico e compiuto, attraverso un preliminare riconoscimento del valore di ciascun organismo edilizio. In questi ultimi 50 anni la città si è spinta avanti verso lo spazio aperto della propria campagna; oggi è il tempo di voltarsi indietro. Nel percorso di crescita a tratti dirompente, abbiamo abbandonato i relitti usati del nostro sviluppo. Ricicliamo virtuosamente la plastica e la carta, ma ci lasciamo dietro una scia di fabbricati diroccati e fatiscenti, con i quali una parte della città si è abituata a convivere.
Nel particolare tema di questi gorni debbo solo sottolineare alcuni primi sintetici criteri di valutazione che ho posto alla Commissione urbanistica:
1) l'Amministrazione comunale ha manifestato, da tempo, disponibilità a valutare costruttivamente quelle istanze prodotte che si fondino su un progetto industriale vero. Chi garantisce impegno all'investimento, teso a mantenere i livelli occupazionali e deve adeguarsi, per stare nel nuovo mercato mondiale, deve trovare al suo fianco le istituzioni locali; 2) le proposte di nuova edificazione non potranno impattare con elementi di valore ambientale e paesaggistico, né costituire un elemento di compromissione che pregiudichi scenari futuri, delineati a tema di riflessione sul Piano strutturale;
3) le ipotesi che venissero valutate come compatibili, dovranno trovare idonei strumenti di garanzia sulla destinazione d'uso produttiva dei volumi assentiti in deroga; là dove è proposta la sostituzione dei fabbricati con realizzazione di edifici residenziali, si dovrà tener conto del grave disagio in essere, causato dalla lievitazione dei prezzi degli alloggi in locazione, dando una prima risposta adeguata ad una forte istanza oggi disattesa.
Questa, così delineata, può costituire una prima griglia di ragionamento, certo modificabile e discutibile, di un percorso amministrativo avviato.
Un'ultima riflessione attiene al tema della necessaria rapidità delle risposte. Comprendo l'esigenza, ma non posso non sottolineare la necessità di un sereno esame dei progetti, non reso problematico da sollecitazioni che rischiano di mettere in una luce incerta le stesse proposte presentate.
Alcune di queste istanze, al mio giudizio apprezzabili e condivisibili quale elementi di stimolo alla riqualificazione urbanistica, sembrano essere attinenti alla più ampia riflessione sul Piano strutturale ed a questo riconducibili, piuttosto che legate all'urgente necessità di coerenza ad un progetto di riorganizzazione industriale.
Questi sono i primi elementi di valutazione e le prime tappe di un confronto stimolante che spero sia avviato nella nostra città.
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