salta la barra


Comune di Prato

 indietro
02/12/2004 16:00
Cultura Un incontro sul Pecci e il Museo del Tessuto

Regione disponibile, ma occorre selezionare gli obiettivi

Il sindaco Romagnoli: «Il vero problema è concentrare le energie per aumentare le risorse»
«E' neccessario un programma che riguardi l'insieme della città. Poi si tratta di verificare con la Regione gli obiettivi, dove si intenda arrivare e i fondi che possiamo metterci, che ognuno può metterci. Oggi il fare sistema è una risposta anche alla scarsità delle risorse». Mariella Zoppi, assessore regionale alla Cultura, non si tira indietro. E nell'incontro, svoltosi nella Saletta matrimoni del Palazzo comunale, voluto dal sindaco Marco Romagnoli, e presieduto dall'assessore alla Cultura Andrea Mazzoni (presente anche l'assessore provinciale Paola Giugni), sul Pecci e il Museo del Tessuto, indica la strada in una situazione dove i soldi sono pochi per tutti, «istituzioni e privati», per dirla con le parole dello stesso sindaco: concentrare le energie, selezionare gli obiettivi, integrare i programmi, presentarsi alla Regione che non mancherà di prestare la sua attenzione e anche di fare la sua parte. Dopotutto nell'intervento dell'assessore regionale il Pecci «è il solo centro di arte contemporanea degno di questo nome in Toscana», mentre il Museo del Tessuto «è un pezzo unico - così l'aveva definito col Pecci lo stesso sindaco -, prezioso, dove ci sono cose che non si trovano da altre parti». Non è che i soldi non siano venuti a Prato, ma sono serviti per trasformare, dice Zoppi, «il suo tessuto urbano centrale da produttivo in culturale. Esperienza originale e forse unica nel suo genere in Italia». E se il Pecci, in fatto di bilanci (ma neppure la Toscana con il Piemonte) non può competere con Rivoli e Rovereto, 2 milioni e 650 mila euro contro i cinque milioni e più degli altri, sia che si scelga il modello tracciato da Daniel Soutif, di un centro che contiene anche un museo, capace comunque di valorizzare la sua collezione permanente («fra le due o tre più significative in Italia»), o che si programmino come ha annunciato Guido Pugi, presidente del Museo del Tessuto, mostre sul tessuto islamico nel 2006, la questione «non è - dichiara il sindaco - cosa fare con le 100 lire che ci rimangono, ma come far diventare le 100 lire 200». La strada è pressochè obbligata nelle frasi di Romagnoli: la Regione deve riconoscere la funzione e il ruolo che il Pecci e il Museo del Tessuto svolgono a livello regionale. Ma non basta: entrambe queste due istituzioni devono rivolgersi al ministero deio Beni culturali. E ancora: bisogns aprirsi, con le sponsorizzazioni, ad altri soggetti privati, oltre a quelli che partecipano alle due imprese (Unione industriali, CariPrato, Camera di commercio, Fondazione Cassa). La disponibilità della Regione c'è insieme ad un invito: concentrate i vostri sforzi, e non vi muovete ognuno per conto vostro. Lo stesso messaggio, pur con altre parole, venuto da Piero Bellucci a nome dell'Unione industriali.
635/04

Condividi su: Condividi su Facebook Condividi su Google Bookmarks Condividi su Twitter
 indietro  inizio pagina