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Comune di Prato

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04/12/2004 14:10
Agenda E' morto Roberto Castellani/1

Una vita dedicata alla memoria della deportazione

Fu il 'padre' del gemellaggio fra Prato ed Ebensee, cittadina austriaca nel cui lager perirono molti pratesi
E' morto, dopo una lunga malattia, a 78 anni (era nato il 23 luglio 1926) Roberto Castellani, uno dei 19 superstiti pratesi, deportati a Ebensee, dove sorgeva un sottocampo del lager di Mauthausen. Castellani fu il 'padre' del gemellaggio con la stessa cittadina austriaca, avvenimento unico nel suo genere in Europa di unione fra due comunità che il nazismo pose su fronti opposti. Alla memoria della deportazione e alla ricostruzione di sentimenti di pace e di amicizia Castellani ha dedicato l'intera sua esistenza, da quando a soli 17 anni, insieme ad alcune centinaia di suoi concittadini, fu prelevato dai nazisti e mandato prima a Mauthausen poi al sottocampo di Ebense in Austria, dopo lo sciopero generale del marzo 1944 che bloccò la città, organizzato dal Comitato di Liberazione Nazionale toscano e duramente represso dai nazifascisti. A pochi anni dal suo ritorno ebbe inizio la sua opera instancabile di testimonianza degli orrori del lager che portò avanti con grande dedizione fino a tempi recentissimi, incontrando negli anni migliaia e migliaia di ragazzi delle scuole a cui si rivolgeva con particolare affetto. Era il Presidente della sezione pratese dell’Associazione Nazionale ex-deportati politici e socio onorario della Croce d’oro. Ogni anno organizzava i “pellegrinaggi della memoria” ai quali partecipano tuttora amministratori di tutti i Comuni della Provincia, rappresentanti di molte associazioni, scolaresche e numerosi cittadini. Castellani seppe trasformare il racconto di quel passato terribile in un messaggio di amore e di speranza che trovò la sua massima espressione nel gemellaggio della pace tra il Comune di Prato ed il Comune di Ebensee, che lui aveva tanto voluto, nella consapevolezza che solo il dialogo tra i popoli potesse evitare il ripetersi delle tragedie che avevano segnato il Novecento. Una vicenda quella del gemellaggio tutta da raccontare, che vide protagonista Castellani e alla cui realizzazione partecipò anche il Comitato internazionale di Mauthausen, un organismo mondiale dei superstiti del campi di sterminio. Un episodio è all'origine del 'patto di amicizia': ad Ebensee, piccola città austriaca tra Salisburgo e Linz sul lago Traun, si trovava uno dei più grandi sottocampi di Mauthausen. Nelle vicine montagne il comando nazista aveva fatto scavare alcune grandi gallerie per la costruzione dei V2. Alla notizia dell'avvicinarsi degli Alleati i nazisti decisero di far saltare le gallerie, fu allora che Rudolf Pekar, che come medico dell'aeronautica lavorava nel campo di sterminio, riusci ad informare del progetto nazista i membri della resistenza interna al campo, contribuendo così a salvare molte vite, grazie al rifiuto dei deportati di entrare in massa nelle gallerie. A questi avvenimenti Castellani ha dedicato tempo e molta parte della sua esistenza, nel ricostruire e nel tener viva la memoria di quei terribili momenti, superando non pochi ostacoli e scetticismi. Fu Castellani a cercare il dottor Pekar. Il premio di tanto lavoro fu il gemellaggio con Ebensee sancito nel 1987 a Prato, con il conferimento della cittadinanza onoraria al medico austriaco. Gemellaggio che nel 1997, nel 10° anniversario della sua ricorrenza, fece un ulteriore salto in avanti con la firma di un 'protocollo d'intesa' per riaffermarne i principi e stabilire nuovi obiettivi. Fu in quella occasione che il Comune di Ebensee conferì la cittadinanza onoraria a Castellani. A queste pagine è fra l'altro dedicato il film-inchiesta «Un futuro per la memoria» di Massimo Sani, un originale documento storico che ricostruisce gli anni della guerra, della Resistenza e della deportazione vissuti a Prato e analizza le profonde motivazioni del gemellaggio. Roberto Castellani, e con lui la sezione pratese dell'Aned, vide realizzarsi nel 2002 un altro sogno: l'inaugurazione, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, del Museo della Deportazione di Figline, un “luogo della memoria” che raccogliesse la sua testimonianza, importante riferimento di carattere storico ed etico-civile per le generazioni presenti e future. Nei suoi numerosi pellegrinaggi ad Ebensee, nel 2003, incontrò la signora Theresia Jung Huber, poi rivista a Figline, con la delegazione di Ebensee, nel settembre di quest'anno. Un'altra commovente storia da raccontare: Castellani ha sempre parlato di una bambina che 60 anni orsono regalò, a lui deportato, una caramella. Un piccolo gesto di speranza in tanta umiliazione. Castellani da sempre espresse il desiderio di rivedere la bambina. Un desiderio diventato realtà grazie agli amici austriaci dell'associazione del gemellaggio Ebensee-Prato (che ha il suo corrispettivo a Prato in un'analoga associazione per il gemellaggio fra le due città), che riuscirono a rintracciare la signora Theresia Jung Huber, oggi 62enne: 'la bambina della caramella'. Il commovente incontro fra Castellani e Theresia, costretta su una sedia a rotelle, avvenne sulle rive del lago Traun. Per l'ex-deportato Roberto Castellani fu l'ulteriore sugello del realizzarsi di una speranza: la capacità di popoli divisi da drammatiche contingenze storiche di ritrovare le strade della pace e dell'amicizia.
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