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Comune di Prato

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14/12/2004 15:29
Consiglio Comunale Nuova configurazione societaria

Ok ai patti parasociali di Publiacqua per l'ingresso di Acea

Via libera anche all'aumento del capitale sociale di Asm e alle modifiche statutarie di Urban
Dopo un lungo dibattito in aula il Consiglio comunale nell'ultima seduta ha detto sì ai patti parasociali da sottoscrivere in vista dell'ingresso in Publiacqua del socio privato. Sono stati approvati anche l'aumento di capitale di Asm da 10 a 16 milioni di euro, dovuto principalmente alla costruzione della nuova sede di via Paronese, e le modifiche statutarie con l'adeguamento al nuovo diritto societario di Urban, partecipata sorta sulle ceneri del consorzio Cogetra per il trasferimento delle aziende dal tessuto urbano al macrolotto e che ora gestisce l'inventariato del patrimonio immobiliare e in parte mobiliare del Comune. I patti parasociali per Publiacqua ridisegnano i rapporti tra i Comuni soci di Publiacqua in vista dell'ingresso a breve di Acea spa, il socio privato che si è aggiudicato la gara indetta all'inizio dell'anno, che avrà una partecipazione al capitale sociale del 40%. Le critiche più aspre al riguardo sono venute dai banchi della Casa delle Libertà e di Rifondazione comunista, che comunque non hanno risparmiato neanche le altre partecipate del Comune: «La maggioranza è pubblica, sì, in Publiacqua, ma è molto frammentata e variegata e c'è il rischio che il controllo effettivo venga quindi esercitato dal raggruppamento Acea attraverso la figura dell'amministratore delegato che gli compete - ha detto il capogruppo di Rc Leonardo Becheri. - Acea sta diventando il socio privato di una miriade di società dello stesso ramo in Italia: questa concentrazione doveva quindi essere evitata perchè si rischia la formazione di un trust». All'intervento ha replicato con forza Massimo Bartoloni dei Ds: «Nelle discussioni come questa si insinua sempre che il centrosinistra sia schiavo dei soci privati, anche se questi sono minoritari dal punto di vista del capitale sociale sottoscritto e che le Amministrazioni comunali abbiano tutti gli strumenti politici e giuridici per garantire il mantenimento del controllo. Con questa delibera e questo modello di gestione si vuole dare autonomia ai servizi pubblici di interesse generale che hanno rilevanza economica ed imprenditoriale: bisogna garantire la gestione virtuosa con spese limitate per i cittadini e soprattutto un equilibrio tra costi e ricavi, un compito che gli enti pubblici hanno storicamente dimostrato di non saper realizzare a causa della mancanza di strategia ed esperienza imprenditoriali. L'articolo 41 della Costituzione sull'iniziativa privata negli interessi pubblici è stato scritto proprio da Palmiro Togliatti nel 1947». Anche Elisabetta Carullo dello stesso gruppo è intervenuta per sottolineare che agli enti locali spetta comunque la nomina del presidente del consiglio d'amministrazione, a cui competono le decisioni strategiche. «La mia obiezione riguarda invece Urban - ha detto Andrea Amerini di Fi - che ha tre membri nel consiglio d'amministrazione e nessun dipendente. Qual'è lutilità e l'obiettivo di Urban? E quale beneficio trae il Comune dall'affidamento dell'inventariato dello stato patrimoniale comunale? Per me era più giusto che il Comune svolgesse internamente questa funzione». Più deciso l'intervento a sfavore di Filippo Bernocchi di An: «Siamo assolutamente contrari ad questo modello di gestione dei servizi e alla concezione dell'economia che vuole il Comune come imprenditore. In Toscana c'è infatti una grossa anomalia: la prima associazione di aziende per fatturato non è la Confindustria, è il Cispel Toscana, l'insieme delle società pubbliche. L'affidamento diretto dei servizi avviene tra le pieghe della legge e a decremento dei diritti dei cittadini, perchè il Comune è allo stesso tempo soggetto che aggiudica ed ente che gode dell'aggiudicazione. Conseguentemente come vengono effettuati i controlli e come ci può essere risparmio per i cittadini senza una gara d'appalto con prezzi al ribasso?» «Il senso della nostra strategia sulla gestione dei servizi pubblici è di non svendere sul mercato una parte importante del patrimonio dei cittadini - ha ribattuto il capogruppo della Margherita Luca Roti - Gli enti locali devono assumere un ruolo nuovo di indirizzo proprio sulla gestione di un bene come l'acqua, su cui sta nascendo un'ampia speculazione.» «E' vero che il presidente del Consiglio d'amministrazione esercita l'attività di indirizzo - è intervenuto il capogruppo di An Maurizio Bettazzi - ma l'amministratore delegato ha competenza per ogni singola operazione che superi i 150.000 euro. Non sempre le privatizzazioni hanno prodotto dei vantaggi, bisogna quindi prestare la massima attenzione all'interesse diretto ed indiretto del Comune, alle politiche amministrative, al grado di soddisfazione degli utenti e ai prezzi». Nella discusssione relativa all'aumento di capitale di Asm Bettazzi ha calcato di più la mano: «Le partecipate sono a volte dei carrozzoni messi in piedi per esigenze diverse da quelle economiche e non sono certo certo la panacea di tutti i mali». I patti parasociali di Publiacqua sono stati approvati con 18 voti favorevoli dell'Ulivo e 5 contrari di Fi, An e Rifondazione. Le modifiche statutarie di Urban con 19 voti favorevoli tra cui Rifondazione e 9 contrari della Casa delle Libertà e l'aumento di capitale di Asm con 17 favorevoli, tra cui Rc, e 4 contrari di An e Fi.
697/04

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