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Comune di Prato

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31/12/2004 11:31
Consiglio Comunale Il Pecci viaggia verso la Fondazione

Un milione e 296 mila euro per trasformare il Museo

Sì del centrosinistra, contrari An e Forza Italia, astenuti Rifondazione e Lista Taiti
Il Centro per l'arte contemporanea «Luigi Pecci» viaggia dritto verso la fondazione che dovrà coinvolgere «tutti i soggetti pubblici e privati provinciali», nonchè «regionali e nazionali» in sostituzione dell'attuale associazione, costituitasi nel 1989. Il Consiglio comunale, nella seduta di mercoledì scorso, l'ultima del 2004, ha approvato con 22 sì (i gruppi di maggioranza), 6 no (Forza Italia e An) e due astensioni (Rifondazione e Lista Taiti-Nuovo Psi), uno stanziamento straordinario di 1 milione e 296 mila euro che il Comune mette a disposizione per varare la fondazione, che dovrebbe consentire al Pecci, come già detto dal sindaco Marco Romagnoli nell'incontro di fine anno con la stampa, «di camminare con le sue gambe» e di non poggiare più sul solo sostegno del Comune, che oggi assicura i 4/5 delle risorse per il funzionamento del Museo. Era stato lo stesso Romagnoli, il giorno prima del Consiglio, ad annunciare la novità, inserita in una delibera di indirizzi, presentata dal vice sindaco Roberto Bencini, il cui obiettivo è «il rilancio del Centro di arte contemporanea», che dovrà dispporre «di un nuovo statuto e di un patrimonio adeguato». Tanto che la stessa delibera, illustrata dall'assessore alle Finanze, parla esplicitamente di «piani di atività annuali e finanziari» e di superamento della separazione fra «gestione ordinaria e mostre», per ricomporre il tutto in «un bilancio unico». Proprio gli aspetti finanziari sono finiti sotto gli strali dell'opposizione, ad iniziare dal consigliere di An Maurizio Bettazzi: «Per certi aspetti dovremmo cogliere qualche motivo di soddisfazione da questa delibera per chi nel tempo ha combattuto contro il carrozzone Pecci, nella realtà si cambierà solo pelle ma non la sostanza. E la sostanza sono stati 10 milioni di euro spesi negli ultimi cinque anni. Una cifra che è una enormità». Al diniego di Bettazzi si sono uniti lo scetticismo della consigliera di Forza Italia Rita Pieri («Si parla di rilancio, di nuovi soggetti, della Regione, ma la Regione la sua scelta l'ha già fatta e non nella direzione di fare del Pecci il fulcro dell'arte contemporanea in Toscana») e le domande, non scevre di dubbi, di Leonardo Becheri (Rifondazione): «Magari sarebbe utile saperne di più dei soggetti che s'intende coinvolgere in questa nuova operazione». L'opposizione del centrodestra e gli interrogativi di Rifondazione non hanno fermato il corso della delibera. E se nelle frasi di Maria Grazia Ciambellotti della Margherita il provvedimento prefigura «una trasformazione positiva», è stato soprattutto Luciano Bartolotti (Ds) a soffermarsi sul significato politico del provvedimento: «Se venisse meno l'impegno per il Pecci la città sarebbe più povera culturalmente e non ne abbiamo bisogno in questo momento di difficoltà». Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore alla Cultura Andrea Mazzoni: «Un progetto culturale globale non può fare a meno delle grandi istituzioni culturali. La Regione la scelta l'ha fatta e in Toscana l'arte contemporanea passa dal ruolo del Pecci, anche se non solo. Per la Toscana l'arte contemporanea è una scommessa. E in questa scommessa il Pecci c'è e deve starci, anche perchè per crescere ha bisogno di un contesto». Poi il voto dall'esito previsto.
768/04

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