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Comune di Prato

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31/12/2004 11:34
Consiglio Comunale Le funzioni tornano provvisoriamente al Comune

Si scioglie l'Istituzione per i servizi sociali

Il presidente Alessandro Venturi traccia il bilancio dalla nascita avvenuta nel 1996
Arriva la Società della salute e conclude il proprio compito l'Istituzione per i servizi sociali, cui nel 1996 il Comune affidò l'organizzazione delle prestazioni sociali. L'ultimo atto dell'Istituzione, coi servizi e il personale che in questa fase di passaggio verso la Società della salute torneranno alle dirette dipedenze dell'assessorato alle Politiche sociali del Comune, è stato compiuto nella seduta di mercoledì 29 dicembre, con la delibera presentata dall'assessore M. Luisa Stancari, che da martedì 28 dicembre è anche presidente della neonata Società della salute. Poche parole dell'assessore, prima del bilancio dell'Istituzione illustrato ai consiglieri dal presidente Alessandro Venturi. Nelle parole di Venturi l'Istituzione, divenuta operativa nel settembre 1997, nacque col compito «di garantire l'efficacia, l'efficienza dei servizi resi ai cittadini, in presenza di nuove disposizioni legislative miranti alla semplificazione e alla trasparenza dell'azione amministrativa, e di nuovi bisogni e domande sociali». Compito sostanzialmente assunto nel quadro tracciato da Venturi, almeno per quelli che ha definito i «punti di forza»: la riduzione dei tempi di risposta alle domande dei cittadini, da quaranta a dieci giorni; la capacità con le stesse risorse di far fronte a nuovi servizi e progetti; l'attivazione di attività di formazione con Università e centri di ricerca; la realizzazione di un 'sistema di informazione e di comunicazione sui servizi sociali'; la gestione dei progetti su scala provinciale per le politiche minorili e familiari; la creazione di un nuovo sistema di assistenza domiciliare; la realizzazione di un sistema a 'rete' nell'offerta dei servizi alla persona; la definizone dell'Ufficio pubblico per le tutele; la creazione di un servizio educativo domiciliare per i minori; l'individuazione di nuovi strumenti per la valutazione della qualità dei servizi erogati. Ma Venturi non si è nascosto neppure i 'punti critici', effetto di un disagio sociale che si sta estendendo, e che ha comportato nell'ultimo triennio una crescita consistente della spesa sociale. Casa e situazione delle famiglie unipersonali, spesso costituite da anziani soli, rappresentano con l'immigrazione le nuove emergenze. Da qui anche la necessità di superare il «permanere di una gestione dei servizi frammentata a livello comunale e di area». Proprio da quest'ultimo aspetto ha preso spunto il dibattito, in relazione soprattutto alle prospettive future. Fortemente critico il consigliere di Forza Italia Roberto Baldi: «Ci siamo battuti da tempo per la cessazione dell'Istituzione, ma il rimedio, leggi Società della salute, è peggiore del male. Manteniamo tutte le nostre riserve sul neonato organismo». Per Rifondazione e Leonardo Becheri «l'esperienza dell'Istituzione è stata positiva, anche se più volte abbiamo sollecitato la ricomposizione dei vari attori che operano nel sociale. Forse però il passaggio immediato dei servizi dall'Istituzione all'assessorato è troppo repentino». Di diverso avviso Luciano Bartolotti del gruppo Ds: «La scelta dell'integrazione dei servizi sociali e sanitari unitamente al ruolo del Comune come volano della programmazione, è giusta. Anzi ho sempre pensato che nel campo della salute si debba pensare ad una organizzazione che integri i servizi. Chiudiamo un periodo buono con l'Istituzione, ne apriamo un altro dall'alto significato politico e di valorizzazione delle competenze che si sono manifestate in questi anni. Stiamo operando per creare un nuovo Welfare, fondato sui diritti di cittadinanza». In sintonia con Bartolotti gli interventi di Aurelio Donzella (Italia dei valori) e di M. Grazia Ciambellotti (Margherita). Quindi la replica dell'assessore Stancari che fra l'altro ha sostenuto che si critica la Società della salute «ma non si ricorda mai che il Governo in 24 ore ci ha tolto 220 mila euro per la casa». Alla fine il voto: la delibera è passata con 24 sì e 9 astensioni.
771/04

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