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Comune di Prato

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14/01/2005 17:56
Consiglio Comunale Discusse nella seduta di ieri 13 gennaio

La legge 30 sul lavoro al centro di due mozioni

La prima, approvata a maggioranza, è stata firmata dai Ds, la seconda da Rifondazione comunista
Il lavoro e la legge 30 sono stati l'oggetto di due mozioni discusse nella seduta del Consiglio comunale di ieri 13 gennaio: a presentarle sono state i consiglieri Ds Matteo Biffoni, Andrea Colzi e Linda Pieragnoli da una parte e Leonardo Becheri e Paolo fattori di Rifondazione comunista dall'altra. Nel primo documento si chiedeva al Parlamento di superare la legge 30 e di impegnarsi nella redazione di una Carta dei diritti dei lavoratori con valenza universale impegnado anche il Comune di Prato attraverso la Commissione consiliare competente, ad intraprendere un confronto con le parti sociali e i sindacati per avviare a Prato una nuova stagione di tutela dei diritti dei lavoratori. Nel secondo atto i proponenti chiedevano invece al Consiglio comunale di esprimere un giudizio negativo sulla legge 30 'perchè precarizza i nuovi assunti, restringe i diritti dei lavoratori e indebolisce il ruolo del sindacato', auspicandone la cancellazione e ritenendo che il contratto collettivo nazionale debba essere salvaguardato 'dall'individualismo collettivo' che la norma introduce. L'atto impegnava il Consiglio a promuovere una seduta straordinaria aperta, congiunta con l'Assemblea provinciale, sui temi del lavoro e della crisi economica coinvolgendo enti locali, parti sociali ed economiche ed associazioni. Le due mozioni hanno suscitato un ampio dibattito in cui la legge 30 è stata difesa dal centrodestra: «Nelle mozioni si dice che la legge 30 ha indebolito il sistema delle tutele - ha detto il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi, - ma in realtà contiene anche tanti elementi di positività grazie ai quali soprattutto i giovani hanno avuto più possibilità di lavoro». «Il lavoro precario, come aveva ammesso anche D'Alema esiste ed è una realtà, anche perchè il mercato del lavoro è molto canmbiato negli ultimi anni - ha aggiunto Gianluca Banchelli di An - La legge 30 non ha inventato il lavoro precario, l'ha regolato, al contrario di quanto ha fatto il Governo precedente. Il merito di questa legge è che ora il lavoro nero non c'è e che tutti, soprattutto i giovani, usufruiscono di più tutele, anche nei lavori stagionali. Perchè si vuole tornare indietro rispetto a queste conquiste?» i parere opposto il centrosinistra e Rc: «Si parla solo del mercato e non di diritti e comunque si ricorre alla libertà del mercato solo quando fa comodo - ha detto Fattori - Questa legge non garantisce i diritti conquistati dai lavoratori nel corso di diversi anni, non da sicurezza dell'occupazione, nè del reddito. L'alleanza che si cerca tra le forze del centrosinistra non deve essere contro Berlusconi, ma contro la politica di Berlusconi per abrogare la legge 30». «La norma crea una situazione preoccupante - ha dichiarato anche il capogruppo della Margherita Luca Roti - A causa della precarietà e della quasi impossiobilità ad avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato ai giovani non vengono concessi mutui o finanziamenti per acquistare case o auto, con conseguenze gravi sul futuro e la famiglia». «Investire sulle giovani generazioni significa anche pensare ad un nuovo e migliore modo di concepire la flessibilità e la mobilità per garantire l'occupazione - è intervenuta la capogruppo Gerardina Cardillo dei Ds - Sono necessari quindi interventi a 360° per garantire il futuro dei giovani». Anche l'assessore allo Sviluppo economico Fabio Giovagnoli è intervenuto per spiegare che la flessibilità dell'offerta di lavoro è ormai un effetto del mutamento del mercato rispetto alla tradizionale codificazione del rapporto lavorativo: a Prato infatti con sedici società di lavoro temporaneo agisce la più alta concentrazione in Italia di servizi di questo tipo, che captano il 12% dell'offerta: «A fronte di questo la legge 30 impone una destrutturazione del rapporto non garantendo le tutele». La mozione dei Ds è stata approvata con 21 voti favorevoli, tra cui Rc, e 4 contrari della Casa delle Libertà. La mozione di Rc è stata invece respinta con 17 astensioni dell'Ulivo, 3 favorevoli e 5 contrari, tra cui il Ds Luciano Bartolotti.
48/05

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