24/01/2005 15:12
Sindaco
La consultazione sulle misure antismog
«Senza fondi nazionali si fa poco»
Il sindaco chiede «interventi strutturali» e chiama in causa il Governo
«Dal 1° gennaio l'Unione europea ha posto una normativa pià stringente sulle polveri. Il Governo non ha fatto niente per prepararsi a questa scadenza, che chiama in causa politiche strutturali: politiche del trasporto pubblico, ambientali per incentivare il ricambio dei mezzi, politiche logistiche. Stamani siamo qui per condividere un problema. Prato come tutte le altre città è alle prese col traffico, e con le conseguenze che comporta in termini di inquinamento, più di altre presenta una sua specificità, anche per la grande massa di mezzi commerciali e industriali». E' partito da qui il sindaco Marco Romagnoli nel suo intervento introduttivo alla riunione con le categorie economiche e sociali, coi sindacati e le associazioni ambientaliste e dei consumatori, svoltasi nella Sala Giunta del Palazzo comunale per discutere delle misure antismog ipotizzate dal Comune.
Un intervento diviso in due parti: uno sugli aspetti strutturali, l'altro sull'emergenza e i provvedimnti per abbassare i limiti delle polveri. Il sindaco ha insistito molto sulla cosiddetta parte strutturale: «Il problema del traffico si risolve se si organizza una mobilità non solo fondata sul mezzo privato, se si limitano i mezzi in circolazione. E' un problema di investimenti nel trasporto pubblico, di modernizzazione del parco macchine, di infrastrutture. Ora se si può chiedere alle persone di muoversi coi bus, gli autotrasportatori non è che possano andare sulla Lam. Per Prato, data la sua struttura produttiva, è un problema urgente e specifico. Lo sappiamo anche noi che la questione non si risolve solo con misure straordinarie. Ma è altrettanto evidente che non può essere scaricata sui Comuni, già gravati da una Finanziaria che colpisce i servizi. Non possono essere i Comuni, coi soli loro mezzi finanziari, a incentivare la rottamazione o il trasporto pubblico. Così non funziona. Ho chiesto alla Camera di commercio e a CariPrato la disponibilità a contribuire per attivare interventi di incentivazione del cambiamento del parco macchine, soprattutto dei veicoli industriali. E' evidente che anche con la loro disponibilità non andremmo molto lontano. E' una questione nazionale, di politiche nazionali. Al ministro all'Ambiente, in un incontro lo scorso anno, chiesi risorse per rottamare i veicoli vecchi, non in norma con le direttive europee. Mi rispose che per il 2004 non aveva fondi. Voglio sperare che il governo faccia la sua parte. Che assuma l'onere di una politica dei trasporti in una visione di sviluppo ambientalmente sostenibile. Finora non è stato così, non abbiamo visto niente».
Ma il sindaco non si è fermato a queste considerazioni ed ha lanciato un messaggio chiaro ai soggetti riuniti attorno al tavolo in Palazzo comunale: «Se questo è il quadro, in una situazione come quella pratese dove circolano 18 mila veicoli industriali e commerciali, una buona parte dei quali altamente inquinanti, occorre condividere insieme questa responsabilità e sollecitare l'intervento del Governo. Perchè la possibilità di intraprendere efficaci politiche strutturali e di lungo periodo dipende dalle risorse. E queste risorse non possono esserci, o almeno non ci sono in maniera sufficientemente adeguata, in sede locale».
Il sindaco ha anche spiegato i provvedimenti preannunciati dal Comune (targhe alterne, divieto di circolazione nella Ztc per tre giorni la settimana ai mezzi ante '93, estensione dell'area di divieto nelle domeniche ecologiche): «Ci rendiamo conto che la soluzione al problema non sta in queste misure. Il fatto è che a gennaio abbiamo superato i limiti delle polveri in 18 giorni su 20, e ne abbiamo a disposizione solo 35, dopodichè c'è il blocco totale. Vorrei anche far apprezzare che il limite di 35 giorni non è un limite burocratico. C'è una questione che attiene alla salute. E l'Unione europea ha detto chiaramente, fissando il parametro dei 35 giorni, che se le polveri sono eccessivamente presenti nell'aria per troppi giorni all'anno, la salute dei cittadini viene compromessa. Dobbiamo per forza misurarsi anche con l'emergenza causata dalle conseguenze del traffico. Potevamo far scattare subito i provvedimenti, come hanno fatto in altri Comuni. Avevamo elementi per credere, in virtà delle previsioni meteo, che vi era la possibilità di far slittare a febbraio l'insieme delle misure. Per questo abbiamo preferito consultarci con le categorie economiche e sociali. Ma non è che possiamo invocare il vento e la pioggia per delibera. La strada scelta è quella di provvedimenti concertati. Ma concertare significa metterli in pratica».
Il sindaco ha anche annunciato i cosiddetti 'tavoli tecnici' per verificare la possibilità di introdurre 'tasse di scopo', proposta peraltro sollecitata dalle associazioni artigiane, per incentivi al ricambio dei mezzi industriali: «Non c'è una legislazione chiara sulle tasse di scopo ma è un'ipotesi da approfondire, come pure l'idea di stazioni di interscambio per le merci da recapitare poi attraverso mezzi 'puliti'».
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