08/02/2005 17:24
Ambiente
Un intervento dell'assessore Camilla Curcio
«Non solo a Prato targhe alterne e blocchi»
«Misure straordinarie per evitare interventi obbligati ben più drastici»
Targhe alterne e domeniche a piedi. Un intervento dell'assessore all'Ambiente Camilla Curcio:
«Prato non è la sola città che fa ricorso alle targhe alterne o a blocchi totali alla circolazione. E' bene chiarire questo punto, altrimenti i cittadini hanno la sensazione che la nostra città rappresenti un caso originale e che il Comune abbia in qualche modo voluto complicare la vita alle persone. Non è così. In realtà la Comunità europea detta regole severe: nessuna città può superare per 35 giorni all'anno i limiti stabiliti per le polveri. Se ciò avvenisse bisogna rendersi conto che scatterebbe il blocco totale della circolazione. A quel punto saremmo tutti a piedi.
Purtroppo i Comuni sono lasciati soli nel fronteggiare l'emergenza. E lo fanno intervenendo sul traffico, che è la causa maggiore e preponderante dell'inquinamento atmosferico. Ciò avviene in tutte le aree urbane d'Italia e in molte altre città.
Non è neppure vero che le limitazioni non hanno effetti sulle polveri, perchè nei giorni di targhe alterne il fenomeno è stato arginato quando le condizioni meteo erano sfavoreoli e, per più giorni, le polveri sono rientrate nella normalità.
Il problema è urgente e le misure hanno un carattere straordinario. E' vero che possono creare disagi, ma l'alternativa sarebbe che nessun mezzo potrebbe circolare.
Insomma non è che il Comune abbia piacere a varare simili limitazioni. Così come tutti gli altri sindaci che le stanno attuando in mezza Italia.
Quanto alle politiche strutturali occorrebbe un piano nazionale di finanziamenti che purtroppo non c'è. Perchè una cosa è certa: tutto non può poggiare sulle spalle dei Comuni.
Il Comune sta facendo la sua parte sia sul piano del trasporto pubblico, che del rapporto con le forse economiche, mettendo a disposizione degli incentivi, per il rinnovo del parco dei veicoli per il trasporto merci».
129/05
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