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Comune di Prato

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17/02/2005 17:59
Ambiente I Comuni chiedono più finanziamenti al Governo

Potrebbero essere 25 i giorni di sforamento

Chiesti soldi per il trasporto pubblico e per il ricambio dei mezzi inquinanti
Potrebbero essere 25 e non sfiorare quota 30 i giorni di superamento dei limiti delle polveri fini a Prato. Il rovello sul conteggio dei giorni di sforamento è emerso con tutta la sua forza tecnica al direttivo dell'Anci, cui ha preso parte anche il Comune di Prato con l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio, svoltosi ieri a Roma per preparare le proposte presentate al Governo. Il tema era quello dello smog, che affligge le aree urbane nel nostro Paese. E il calcolo dei giorni in cui si sfora non è questione secondaria, dal momento che la direttiva europa non consente più di 35 giorni oltre i limiti, col rischio, molto concreto, per i Comuni, una volta infranto il bonus, di dover decretare il blocco totale della circolazione. Il fatto è, come è emerso dal direttivo nazionale Anci, che esistono diversi sistemi di calcolo, e che si sta profilando un'interpretazione per cui bisogna considerare separatamente ogni singola centralina, solo quando una ha superato il 35° giorno si palesa lo spettro di fermare tutti i mezzi (a Prato sarebbero 25 perchè tanti sono gli sforamenti della centralina di via Soffici). E' più o meno l'interrogativo che l'assessore Curcio ha posto all'Arpat nazionale. In attesa della risposta, che non c'è ancora stata, permane l'incertezza sulle modalità di calcolo. Ma dal direttivo dell'Anci non è emersa soltanto la questione tecnica del calcolo dei giorni, peraltro non depurata dalle condizioni meteo che nella pianura Padana sarebbero responsabili al 30% del superamento dei limiti. Se Londra denuncia solo 6 giorni e Parigi 5, è probabile che i metodi di rilevazione non siano omogenei. Questione hanno detto i sindaci da porre alle autorità europee, insieme al tema delle responsabilità giuridiche. I Comuni sono in prima fila nel porre divieti alla circolazione e nel sostenere le conseguenti proteste dei cittadini. Solo che la direttiva europea chiama in causa gli Stati nazionali. Insomma i poteri e le responsabilità non sono chiari. Comuni tutti concordi nel chiedere al governo più soldi per i sistemi di trasporto pubblico, attualmente giudicati insufficienti, e incentivi per il cambiamento dei mezzi inquinanti. Con l'assessore Curcio che ha posto esplicitamente il problema delle aree industriali «e della necessità di avere finanziamenti per il ricambio dei mezzi commerciali, in particolare sopra i 35 quintali, che ora non sono previsti», e per i quali fra l'altro il metano non rappresenta un'alternativa. L'assessore ha ricordato «come siano in corso provvedimenti antismog e che non è plausibile prevedere blocchi totali infrasettimanali, quando si stanno attuando provvedimenti proprio per evitarli». Ora la parola passa al Governo, anche se al momento, come hanno sottolineato i Comuni, «non si intravedono risposte concrete».
155/05

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