10/03/2005 16:39
Ambiente
Assemblea alla Circoscrizione est sul progetto di Autostrade
Cava di Macia, sì al ripristino solo a certe condizioni
L'assessore all'Ambiente Curcio ha risposto alle perplessità degli abitanti sull'utilizzo del sito come deposito per gli scavi sull'A1
«L'utilizzo della cava di Macia sarà accordato alla società Autostrade solamente in presenza di certe condizioni, perchè l'Amministrazione comunale intende tutelare l'ambiente e i cittadini». Così l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio nell'assemblea organizzata ieri sera nei locali della Circoscrizione est ha risposto alle preoccupazioni espresse dagli abitanti della zona per la proposta avanzata dalla società Autostrade di adoperare l'ex cava come deposito dei materiali di risulta degli scavi per la realizzazione della terza corsia dell'A1 nel tratto tra Barberino e Calenzano. Oltre all'assessore Curcio all'incontro organizzato dalla Circoscrizione erano presenti la presidente Maria Anna Berti, l'assessore all'Ambiente del Comune di Calenzano Alessio Biagiotti, il presidente della Commissione Ambiente e vice-presidente della Circoscrizione Francesco Carulli, il vice presidente della Commissione Simone Tripodi e il responsabile comunale del Servizio di gestione ambientale Sergio Spagnesi. Tra il pubblico erano presenti le associazioni ambientaliste: Legambiente era rappresentata dal presidente Franco Di Martino e da Paolo Balestri, mentre il Wwf dal presidente Roberto Marini.
E' stato presentato il progetto di ripristino ambientale proposto dalla società Autostrade al Comune, che prevede la copertura dei gradoni dello scavo e del fronte di cava con successive piantumazioni e reinserimento ambientale adeguato al paesaggio circostante: la parte bassa sarebbe sistemata a prato, mentre sul resto dell'area verrebbero piantati degli alberi, per il 75% cipressi. Gli inerti che vi sarebbero trasportati per il riempimento ammontano a circa 397.000 metri cubi e la realizzazione del progetto di ripristino richiederebbe circa 5 anni. Questo ha suscitato le perplessità dei cittadini, che non ritengono sufficienti le garanzie date dalla società sull'intervento. Gli stessi rilievi erano stati fatti comunque a gennaio dal Servizio Ambiente, che diede parere negativo alla proposta di viabilità avanzata da Autostrade per raggiungere l'area di deposito perchè il percorso che i camion avrebbero dovuto fare passa in mezzo alla cassa d'espansione a tre settori del torrente Marinella, in gran parte già realizzata dal Comune di Prato con il finanziamento regionale. Inoltre nel proprio parere i tecnici hanno giudicato il progetto carente sulle indagini geotecniche e sismiche per garantire la stabilità dei materiali di deposito, hanno chiesto la caratterizzazione dei materiali con la bonifica del sito dai residui di terre di altoforno e loppe di fonderia, dato che la cava è in zona di interesse archeologico è stato ritenuto necessario un maggiore approfondimento da parte della Soprintendenza ai Beni culturali ed architettonici ed infine è stata richiesta la valutazione d'incidenza degli effetti del ripristino sull'impianto paesistico. Le questioni sono state poste attraverso la Regione alla società Autostrade, che adesso dovrà rispondere.
Le associazioni ambientaliste hanno criticato il progetto sotto vari punti di vista, ritenendo necessario innanzitutto un progetto di ripristino di natura pubblica realizzato dalle istituzioni locali in cui inquadrare quello di Autostrade e poi un'attenta valutazione dell'intervento e dei materiali che saranno stoccati nell'ex cava: «Non tutti gli inerti di risulta possono essere usati per il ripristino, anche perchè in parte i materiali saranno costituiti da rifiuti di scavo anche tossici - ha affermato Paolo Balestri - E' necessaria una garanzia che l'intervento migliorerà lo stato attuale delle cose, perchè potrebbe anche peggiorarlo. Ci vuole poi un preventivo intervento di bonifica della cava, indagini geologiche sulla caratteristiche del luogo, sulle infiltrazioni d'acqua, fare una differenziazione su ciò che si può portare nel deposito e valutare gli effetti sul paesaggio. Altrimenti è meglio rimandare l'intervento ad un momento più opportuno. Non ci sembra che la società Autostrade si sia distinta spesso per aver realizzato interventi davvero rispettosi dell'ambiente: non ci si può fidare così ad occhi chiusi, ricordiamo cosa è successo per la costruzione della Tav».
Il costo dell'operazione per Autostrade si dovrebbe aggirare intorno agli 8 milioni di euro e per l'assessorato all'Ambiente ed i tecnici del Servizio il progetto di ripristino ambientale può rappresentare un'occasione per ridare sicurezza e decoro alle aree dove erano situate le vecchie cave: «Si tratta comunque di un percorso aperto - ha ribadito l'assessore Curcio - e siamo per il momento solo alla fase iniziale. Sicuramente non ci fideremo ad occhi chiusi di Autostrade e chiederemo precise garanzie: oltre alle richieste di integrazione avanzate e al no alla proposta di viabilità, chiederemo anche che se il progetto di ripristino sarà attuato garantiscano gli interventi di manutenzione finchè la situazione del terreno della cava non si sarà stabilizzata».
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