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Comune di Prato

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25/03/2005 15:53
Multiculturalità La richiesta di Frattani alla Prefettura per la convocazione

Un Consiglio di coordinamento sul contratto di soggiorno

Il regolamento attuativo della legge Bossi-Fini potrebbe creare un grave impasse nelle domande di rinnovo del permesso di soggiorno
Il 'contratto di soggiorno' e le difficoltà del regolamento attuativo della legge Bossi-Fini saranno al centro del Consiglio territoriale di coordinamento, di cui l'assessore alla Multiculturalità Andrea Frattani ha chiesto la convocazione alla Prefettura. La decisione è emersa dall'incontro che l'assessore ha avuto stamani con le categorie economiche ed i sindacati per discutere delle conseguenze che il regolamento attuativo emanato dal Governo il 28 febbraio sta maturando nel panorama lavorativo e dell'immigrazione in città. Il regolamento impone infatti la sottoscrizione della Carta di soggiorno preliminarmente al rilascio del permesso di soggiorno o al rinnovo, che significa che il datore di lavoro attraverso l'autocertificazione presentata dall'immigrato dovrà garantire con una propria dichiarazione, il 'contratto di soggiorno', la sussistenza e l'idoneità dell'alloggio del lavoratore straniero che intende assumere o che già lavora presso la sua azienda. La norma vale sia per tutti i lavoratori regolarizzati nel 2002 con l'avvento della Bossi-Fini sia per quelli che erano già impiegati prima di questa data. L'impasse che potrebbe profilarsi con un blocco delle domande di rinnovo preoccupa sia le categorie economiche che l'assessore: «E' giusto chiedere il requisito dell'idoneità dell'abitazione - spiega Frattani, - ma è assurdo che la responsabilità della garanzia di questa condizione passi dal proprietario-locatore dell'immobile e dall'immigrato locatario in capo al datore di lavoro, a cui dovrebbe invece competere solo la garanzia di un rapporto di lavoro regolare. L'autocertificazione in merito dovrebbe essere fornita dal migrante e dal proprietario con la verifica degli enti preposti al controllo: si rischia di mettere in ulteriore e più seria difficoltà il nostro tessuto economico, già provato dalla crisi. Ho l'impressione che la promessa fatta nel 2002 dal Governo di regolarizzare tutto e tutti oggi potrebbe trasformarsi per moltissimi immigrati in una triste realtà in cui avrebbero due scelte: tornare in patria oppure ritornare in clandestinità. Le leggi andrebbero formulate avendo cura di capire i risvolti e i processi che si innescano nel territorio, non da una scrivania limitandosi agli aspetti burocratici». Il criterio della garanzia dell'alloggio secondo l'assessore potrebbe provocare l'effetto della 'clandestinità di ritorno', licenziamenti per l'indisponibilità dei datori di lavoro a prestare una propria dichiarazione di garanzia sull'idoneità delle residenze, con riflessi negativi sul distretto in crisi, oltre a squilibri dovuti al lavoro nero e all'emergenza alloggiativa che potrebbe nascere. Per trovare le soluzioni necessarie in collaborazione con le categorie economiche ed i sindacati l'assessorato ha chiesto di discutere della compatibilità guiridica del regolamento attuativo nel Consiglio territoriale di coordinamento, di cui fanno parte le istituzioni, le parti sociali, le forze dell'ordine, i soggetti economici e le associazioni che operano nell'ambito dell'immigrazione, in modo da chiarire i risvolti nella situazione attuale della Bossi-Fini.
288/05

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