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Comune di Prato

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07/04/2005 18:52
Consiglio Comunale Il ricordo della figura di Giovanni Paolo II

«Il mondo è stata la sua dimensione»

Romagnoli: «Al centro della sua predicazione sempre la centralità dell'uomo»
«Un Papa che ha contribuito a scrivere la storia degli ultimi 30 anni, che ha partecipato ai grandi avvenimenti che hanno cambiato il mondo, che è stato un punto di riferimento morale ed etico anche per i laici e i non credenti». Nell'intervento del sindaco Marco Romagnoli, in apertura della seduta del Consiglio comunale che ha ha voluto ricordare la figura del Pontefice, Giovanni Paolo II è emerso come «il Papa della globalizzazione, che ha fatto della interdipendenza la dimensione della convivenza e del mondo la sua dimensione». Il sindaco ha tratteggiato l'opera del Pontefice attraverso le sue encicliche, perchè «mi è sembrato il modo di sfuggire ad operazioni di approprazione di uno o dell'altro aspetto del suo magistero». Per Romagnoli nelle encicliche di Giovanni Paolo II si coglie la sua «potenza di pensiero», ad iniziare dalla globalizzazione colta nei suoi aspetti positivi ma anche negativi «se, come ha scritto, retta solo dalle leggi di mercato applicate alla convenienza dei potenti». Per il sindaco Giovanni Paolo II è stato il Pontefice di una «grande apertura al mondo, percepito nella sua complessità, dell'apertura alle altre religioni, al popolo ebraico definito come un popolo fraterno, del colloquio con l'Islam, anche del perdono per gli errori compiuto della Chiesa». Un magistero volto «ad evitare il conflitto fra le civiltà, sulla base del reciproco riconoscimento delle religioni». Da qui anche ogni ostilità nei confronti della guerra «non solo come uomo di fede». Il suo rifiuto «è stato religioso e politico». Così come ha assunto forme politiche anche la sua critica al socialismo, che ha definito «un errore antropologico perchè subordina l'integrità dell'uomo al meccanismo economico e sociale», e al capitalismo perchè, come scritto in una sua enciclica, «se si intende la libertà economica non inserita in un solido sistema di regole al servizio della libertà umana integrale, rappresenta una risposta negativa». Il suo essere polacco, ha aggiunto il sindaco, fatto sì che «influisse sulla caduta del socialismo reale, schierandosi con la classe operaia nel nome dell'umanesimo integrale e legittimando Solidarnosc», ma la conoscenza del socialismo reale lo ha anche portato a cogliere il fatto che «alla caduta di un ordine deve accompagnarsi la creazione di un ordine nuovo e diverso, che ponga l'uomo al centro». Un Papa, nelle parole del sindaco, che ha seguito con più distacco la politica italiana, che ha riconosciuto l'autonomia della politica dalla fede, e che, come è naturale, ha con forza «predicato la dottrina della Chiesa» su questioni come l'aborto e la procreazione assistita. «E' inadatto - ha chiuso il sindaco - costringere un uomo di questa levatura nelle categorie della conservazione e innovazione. La sua è stata una testimonianza complessa». Come rappresentante delle istituzioni mi è sembrato giusto parlare «degli aspetti del suo magistero che più mi hanno colpito», tralasciando «quelli irrisolti con la modernità». Il fatto da sottolineare, per il sindaco, è che nella predicazione di Giovanni Paolo II è stata posta «sempre la centralità dell'uomo».
318/05

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