15/04/2005 16:43
Consiglio Comunale
Approvato dalla maggioranza
Piano di sviluppo e piano strategico, il dibattito in aula
Discusse le scelte fatte nello strumento di programmazione
Con 24 voti favorevoli dell'Ulivo, 9 contrari della Casa delle libertà e Sinistra per Prato viva e 3 astenuti di Rifondazione comunista e Nuovo Psi-lista Taiti è stato approvato nella seduta di ieri del Consiglio comunale il Piano generale di sviluppo dell'ente, strumento di programmazione propedeutico al più complesso Piano strategico, di cui costituisce la base.
La discussione sul Pgs è stata ampliata nel dibattito includendo anche le considerazioni sul Piano strategico.
A dare inizio al dibattito è stato il capogruppo di Forza Italia, Goffredo BORCHI, osservando che al momento non si notano passi avanti concreti nel percorso che dovrebbe portare al cambiamento: «Il piano strategico - ha detto Borchi è ancora da scrivere e sappiamo che non è facile farlo. Ma oggi si ha la sensazione che qualcuno pensi che la città possa ancora aspettare. Non è così: c'è bisogno di scelte rapide che affrontino nodi forti come la variante al Prg, la crisi economica, il centro storico, l'immigrazione e tutti i problemi che essa comporta'. Tanti problemi chiedono di essere governati e la maggioranza ha quindi l'obbligo di operare delle scelte mettendo in moto il meccanismo di ripresa».
Rita ROMAGNOLI dei Ds ha replicato che è vero che le scelte devono essere celeri, ma che sul Piano strategico non può esserci la parola fine, altrimenti decadrebbe il suo significato di elaborazione continua e lettura della società, perchè si tratta di un metodo di lavoro e non di un elenco di soluzioni.
Il capogruppo dell'Italia dei Valori, Aurelio DONZELLA ha rilevato che il piano strategico, così come il Pgs, rappresenta un atto indispensabile che consentirà a Prato la transizione, certo non facile, da città manifatturiera a città di servizi e di ricerca: «Sono stati coinvolti nel percorso tutti i soggetti attori della vita cittadina e sono stati inseriti temi fondamentali, come l'attenzione ai nuovi livelli di povertà, ai problemi abitativi, alla nuova demarcazione tra ospedale e medicina territoriale con la Società della salute, il potenziamento del trasporto pubblico e della viabilità come scelte strategiche di sviluppo, il piano dei rifiuti e la questione delle esternalizzazioni dei servizi, che devono obbedire a criteri di maggior produttività e soddisfacimento dell'utenza».
Mauro VANNONI, capogruppo di Sinistra per Prato, ha posto l'accento sull'opportunità di non limitarsi, attraverso il piano strategico, a una concertazione piatta, bensì di considerare la programmazione strategica un punto di riferimento per sviscerare in modo serio e approfondito i problemi sul tappeto: «Qualche anno fa con intenti simili vennero coinvocati gli Stati generali, ma senza poi far seguire un aggiornamento costante sull'evolversi di una situazione che è sfociata nella crisi: mi sembra che manchi una visione generale e che vengano date solo risposte settoriali per uscire dalla crisi, mentre la chiave di lettura delle questioni dovrebbe essere aggiornata per non trovarsi di fronte all'emergenza».
E' intervenuto nella discussione anche il presidente del Consiglio Daniele MANNOCCI, secondo cui il Piano strategico sulla falsariga di quello di sviluppo ha tre caratteristiche fondamentali: è gerarchicamente superiore agli altri strumenti di programmazione e include tutti gli altri settori con un'amministrazione coerente ed un orizzonte più ampio, ha nel cuore le tematiche del lavoro e della difesa dei livelli occupazionali e la trasformazione sociale, per la quale bisogna tener conto dell'immigrazione e dell'invecchiamento della popolazione con la previsione anche di forme di assistenza: «Si è già parlato di queste questioni in sede di approvazione di bilancio, perchè la relazione previsionale e programmatica dell'esercizio 2005 è ispirata al Pgs, strumento di programmazione intermedio con cui si va verso il salto di qualità del Piano strategico».
Massimo Bartoloni dei Ds ha aggiunto che manca la voce dei partiti nella discussione sulle scelte da fare per la città: «Il Consiglio comunale dovrebbe essere il luogo dove si forma il pensiero politico cittadino, ma la riflessione politica è carente se al di là delle istituzioni i partiti non dicono nulla sulle scelte necessarie per il futuro della città: lo stimolo può venire dal Consiglio comunale, ma senza un confronto dialettico ogni riflessione è lacunosa».
Massimo Taiti del Nuovo Psi ha scelto una metafora calcistica per spiegare il proprio punto di vista: «La città ha scelto con le elezioni il proprio allenatore, che ha chiamato la sua squadra ed ora ad un quarto del percorso da fare è in formulazione la tattica di gioco. All'inizio il Piano strategico era qualcosa di incomprensibile e misterioso e anche ora che sta prendendo forma rimangono molte le azioni da mettere in atto e le cose da vedere e verificare. In attesa di assistere ad ulteriori sviluppi di questa partita mi astengo sull'approvazione».
Si è astenuto anche il gruppo di Rifondazione: «Siamo di fronte ad un atto importante che deve prescindere da situazioni contingenti - ha spiegato il capogruppo Leonardo Becheri - Il Pgs non è un atto isolato, perchè ha intorno una discussione aperta di una città che sta perdendo la propria identità. Non è il frutto di un'analisi standardizzata, altrimenti avrebbe un'intrinseca debolezza. Ribadiamo la nostra contrarietà alla parte del Pgs che riguarda il termovalorizzatore, tema che affonteremo oltre, ed in assenza per ora sul resto di risposte precise che potranno essere date solo con il Piano strategico ci asteniamo».
Maurizio Bettazzi di an ha invece spiegato la contrarietà del suo partito: «Già in fase di discussione di bilancio abbiamo evidenziato le criticità dell'azione amministrativa: la questione dei rifiuti, delle infrastrutture, della metropolitana mettono in evidenza un modo di amministrare basato sull'alienazione di beni per poi non veder realizzato pressochè nulla. Quest'Amministrazione deve ancora dimostrare di saper prevedere, programmare gli interventi e soprattutto finanziarli e realizzarli.
Il dibattito è stato concluso dalla capogruppo Ds Gerardina Cardillo che ha evidenziato il valore positivo di uno strumento di programmazione che serve a dare risposte valide attraverso un percorso di concertazione ad una città che le chiede.
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