17/05/2005 14:09
Piano stategico
Il sindaco incontra i quadri della Cisl
«Non possiamo rassegnarci a governare il decllino»
Romagnoli spiega al Conssiglio provinciale del sindacato le politiche del Comune
«Abbiamo un programma di lesgislatura, su cui questa Amministrazione è stata votata, e potevamo restare lì. Invece abbiamo, col Piano strategico, avviato un ragionamento di programmazione concertata di prospettiva, perchè riteniamo che Prato stia attraversando una fase di passaggio, che non ha nulla a che vedere con le sue precedenti crisi». Ha presentato in questa maniera il sindaco di Prato Marco Romagnoli al Consiglio provinciale della Cisl l'iniziativa dell'Amministrazione comunale.
E' stata la segretaria della Cisl Gabriella Melighetti a rivolgere l'invito al sindaco per un incontro coi quadri dirigenti dell'organizzazione sindacale, sul Piano strategico, avvenuto nella sede di via Pallacorda nel pomeriggio di ieri, lunedì 16 maggio.
E per il sindaco, accompagnato dall'assessore Fabio Giovagnoli, è stata l'occasione, dopo l'introduzione di Gabriella Melighetti («siamo molto interessati e vogliamo partecipare, come del resto facciamo nei gruppi di lavoro del Piano strategico, all'impostazione che l'Amministrazione comunale, intende dare alle politiche di sviluppo»), per presentare ai quadri pratesi della Cisl il senso delle politiche della Giunta.
Tesi per altro già note che vanno dalla difesa della prospettiva industriale («la questione delle regole del commercio internazionale ha messo in evidenza la carenza di politica industriale dell'Europa e a livello nazionale»), alla diversificazione produttiva, all'avvio di una nuova politica energetica, all'idea che occorra puntare su cultura e università, oltre che su una diversa organizzazione del territorio, che insieme al riuso delle aree abbandonate dalla produzione configuri la creazione di un nuovo asse sulla Declassata, con fulcro nell'ex Banci. Il tutto passando anche attraverso la realizzazione di un nuovo ospedale («la situazione si è sbloccata») e la trasformazione, dell'attuale area ospedaliera, in un campus universitario («abbiamo comunque un po' tempo per pensarci»), senza dimenticare la necessità di realizzare un nuovo Stato sociale, anche attraverso la Società della salute, di cui è stata avviata la sperimentazione.
L'idea di fondo, apprezzata nel breve dibattito che ne è seguito, è che «Prato non può rassegnarsi a governare una prospettiva di declino».
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