01/06/2005 17:00
Ambiente
L'indagine sullo smog nel 2004 in un convegno
Migliora l'aria, ma ancora non basta
Le targhe alterne hanno fatto calare il Pm10, ma il benzene è al limite e gli ossidi d'azoto oltre la soglia di legge
Una qualità dell’aria migliorata ma ancora da migliorare per eliminare gli “obiettivi non raggiunti”, usando l’espressione della relazione di Arpat, e soprattutto in vista dei sempre più restrittivi parametri europei: è questo il profilo che emerge dal convegno tenutosi stamani in Comune 'Qualità dell'aria, obiettivi e strategie di miglioramento', organizzato dall'assessorato all'Ambiente per ampliare il quadro conoscitivo sull'argomento con una visione d'insieme che ha coinvolto l'Asl, l'Arpat, la Regione, la Provincia, l'Anci, l’assessorato alla Mobilità, le associazioni ambientaliste, economiche e sindacali. Durante il periodo di vigenza del provvedimento delle targhe alterne i valori medi delle polveri sospese sono stati in netto calo rispetto allo stesso periodo del 2004: dal 1° febbraio al 31 marzo la differenza rilevata dalla centralina delle Fontanelle è stata del 6,2% in meno, in via Roma del 17,8% e in via Strozzi del 17,6%, nonostante il confronto delle condizioni meteo indichi che nel 2005 ha piovuto di meno, 47,4 millimetri di pioggia contro gli oltre 52 del 2004, e che il vento nei giorni di blocco abbia avuto più o meno la stessa velocità. Inoltre come ha spiegato Luciano Giovannelli di Arpat, probabilmente per l’effetto del rinnovo del parco macchine negli ultimi 4 anni sono molto diminuiti i superamenti del Pm10, anche se la media annuale è più o meno sempre la stessa. Applicando però l’attuale limite di 50 microgrammi al metro cubo di aria, gli episodi acuti sono calati da 160 all’anno del 2000 fino a 105 del 2004. Dall’indagine compiuta dall’Agenzia sulle rilevazioni relative a tutto il corso del 2004 comunque emergono varie criticità e punti irrisolti: per le polveri i superamenti del limite, che fino all’anno scorso era di 55 microgrammi, sono stati 87 e la stazione di rilevamento atmosferico che ne ha fatti registrare di più è quella delle Fontanelle, con 75 sforamenti. Altro obiettivo non raggiunto è quello degli ossidi d’azoto, per cui la media annuale ha superato in ogni stazione della rete cittadina il limite di legge. E’ entro i parametri invece il monossido di carbonio, così come il benzene, l’inquinante più pericoloso perché è stato riconosciuto come cancerogeno dalla World health organization, ma solo se si adotta come limite quello attuale senza prevedere le progressive diminuzioni che la Comunità europea ha imposto da qui al 2010. I valori a Prato sono infatti tutti compresi tra 5 e 10 microgrammi, la soglia di legge, ma tra 5 anni il limite dovrà scendere a 5 microgrammi. Per ottenere questo risultato saranno necessari interventi sulle infrastrutture per rendere più fluido il traffico, sul potenziamento del trasporto pubblico e anche sui mezzi, che dovranno emettere un tasso più basso di inquinanti. Entra qui in gioco la logica di sistema integrato, come ha spiegato il dirigente del settore Opere pubbliche Lorenzo Frasconi, in cui gli interventi operati sulla viabilità hanno ricadute sia sull’ambiente che sulla salute. Perseguono questi obiettivi il potenziamento della Declassata e la realizzazione della metropolitana a sud, per la quale sarà presentato uno studio di prefattibilità in Regione tra poche settimane, e la tramvia che collegherà la Stazione centrale con l’ospedale nuovo a S. Paolo facendo da cerniera tra la ferrovia e la metrosud. Quest’anello di trasporto alternativo potrebbe poi essere collegato al risparmio energetico del termovalorizzatore. Oltre che con gli interventi infrastrutturali, lo smog sarà combattuto anche con vari progetti di mobilità alternativa, presentati stamani dall’assessore all’Ambiente Camilla Curcio: è tra questi il progetto Bicincittà, che prevede la realizzazione di 5 postazioni fisse per il noleggio di biciclette con una tessera magnetica annuale in piazzale Ebensee, la Stazione centrale e quella di Porta al Serraglio, il parcheggio scambiatore Lam di piazzale Nenni e l’area di sosta ciclabile di via Toscanini. Il Piano di azione comunale per il miglioramento nella qualità dell’aria prevede nel biennio 2005-2006 la revisione degli incentivi al ricambio e alla trasformazione dei mezzi più inquinanti, in particolare dei mezzi commerciali più obsoleti, e la disincentivazione all’acquisto di diesel,, il rafforzamento del trasporto pubblico, l’ampliamento della tipologia dei veicoli da assoggettare ai periodi di limitazione del traffico per superamento del Pm10, tenendo presente che il maggior impatto deriva dai vecchi diesel, l’approvazione del Piano energetico comunale con uso di energie alternative e risparmio energetico e infine la realizzazione di aree boscate sul territorio. Il dottor Luigi Ricci dell’Asl 4 e la dottoressa Elisabetta Chiellini del Centro per lo studio e la prevenzione oncologica hanno evidenziato che a Prato non ci sono rischi macroscopici provenienti dallo smog per la salute, né sull’incidenza sulla mortalità che sulla nascita delle patologie, ma la combustione del motore diesel provoca un probabile rischio cancerogeno, mentre quella della benzina un possibile rischio di insorgenza. «I dati forniti ci servono come parametri per decidere i provvedimenti da attuare per fronteggiare la necessaria diminuzione dei tassi d’inquinamento – ha detto l’assessore Curcio – Negli ultimi anni i cittadini oltre ad aver sviluppato un “diritto alla mobilità”, hanno preso anche coscienza dei problemi e dei rischi ambientali che si ripercuotono sulla salute e della necessità di cambiare le nostre abitudini di vita. Adotteremo per questo un metodo d’integrazione tra le politiche ambientali e le altre politiche di settore aprendo anche un tavolo di confronto regionale in merito. Occorre però che da parte sua il Governo dia maggior sostegno al rinnovo del parco macchine e all’incentivazione del mezzo pubblico rispetto al privato». Su questo punto si è soffermato anche il sindaco Marco Romagnoli in apertura dei lavori del convegno, dicendo che i provvedimenti di limitazione del traffico sono stati una scelta obbligata per tante Amministrazioni comunali per fronteggiare l’emergenza smog senza aiuto da parte dello Stato.
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