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Comune di Prato

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08/06/2005 14:13
Sicurezza Una lettera al ministro dell'Interno

«Insufficienti gli organici delle forze dell'ordine»

Romagnoli chiede un incontro al responsabile del Viminale on. Giuseppe Pisanu
Una lettera al ministro dell'Interno on. Giuseppe Pisanu (inviata per conoscenza anche al prefetto di Prato Giuseppe Badalamenti), con richiesta d'incontro «al massimo livello di responsabilità ministeriale», poichè a Prato «si è raggiunto un livello di guardia nel deteriorarsi dell'ordine pubblico», da richiedere «misure urgenti ed interventi immediati anche da parte delle autorità di governo», in primo luogo il rafforzamento degli organici delle forze dell'ordine; e la richiesta al presidente dell'assemblea consiliare Daniele Mannocci di convocare un Consiglio comunale straordinario sull'ordine pubblico, da concordare con la Prefettura, con la partecipazione dei vertici delle Forze dell'ordine e dei magistrati della Procura della Repubblica. Sono queste le iniziative intraprese dal sindaco di Prato Marco Romagnoli, dopo l'ennessimo episodio di violenza, verificatosi nella notte fra martedì e mercoledì, che ha causato il ferimento di un extracomunitario e del proprietario del locale nei cui pressi è avvenuta la rissa. Nella lettera al ministro il sindaco rileva che Prato «non può tollerare che prosegua questa spirale di sangue», che si succede ormai «ad un ritmo settimanale». Il sindaco offre all'on. Pisanu anche una chiave di lettura dell'esplosione di violenza, stabilendo un legame tra crisi economica e ripercussioni sull'ordine pubblico: Prato, scrive Romagnoli, sta attraversando un difficile momento economico e sociale che «ha pesanti risvolti nella vita delle famiglie, con la crescita del disagio sociale, e delle comunità straniere che si sono stabilite nel territorio pratese». Soprattutto in queste ultime «ancora contrassegnate da forti livelli di clandestinità, e quindi soggette all'azione di gruppi criminali» sembra «che la situazione di crisi economica abbia rotto determinati equilibri, causando lo sprigionarsi di una catena di violenza, pesante per la città, per il costo umano che sta provocando, per i rischi anche sul piano sociale, nel senso di pregiudicare quella cultura dell'accoglienza, che da sempre è caratteristica di Prato e dei suoi abitanti». Per il sindaco la crisi «produce effetti, seri e preoccupanti, anche sullo stato dell'ordine pubblico, modificando relazioni e rapporti, soprattutto in quei segmenti in cui permane un forte intreccio fra attività legali ed illegali». Davanti «all'emergere di fenomeni così virulenti - scrive ancora il primo cittadino di Prato - si manifesta l'insufficienza degli organici delle Forze dell'Ordine». La convinzione che «non bastano le forze attualmente impegnate nella tutela della sicurezza pubblica» è, dichiara Romagnoli, condivisa anche dai vertici locali delle forze di polizia e dalla magistratura pratese. La conclusione con la richiesta d'incontro al ministro Pisanu, considerati «l'urgenza e l'allarme sociale che ripetuti atti di violenza suscitano anche fra la popolazione». Di seguito il testo integrale della lettera del sindaco di Prato al ministro dell'Interno on. Giuseppe Pisanu: «La situazione dell’ordine pubblico, come sta manifestandosi nell’ultimo periodo a Prato, desta non poche preoccupazioni e sta provocando, ormai, un vero allarme sociale. L’ultimo episodio criminale si è verificato nella notte fra martedì 7 giugno e mercoledì 8 giugno, con il ferimento grave, in una rissa, di un cittadino extracomunitario e del proprietario di un esercizio pubblico. Una lunga scia di violenza, con tre delitti in poco meno di tre mesi, ed atti efferati che si succedono ad un ritmo settimanale. La città non può tollerare che prosegua questa spirale di sangue, senza che si creino le condizioni per ristabilire relazioni di legalità e di civile convivenza in una parte del suo microcosmo sociale. Il distretto tessile pratese sta attraversando, come è noto, un difficile momento da un punto di vista economico e sociale, in virtù della liberalizzazione degli scambi, e della concorrenza di paesi di nuovo sviluppo. Tutto ciò ha pesanti risvolti nella vita delle famiglie, con la crescita del disagio sociale, e delle comunità straniere che si sono stabilite nel territorio pratese. Sembra, soprattutto in queste ultime, ancora contrassegnate da forti livelli di clandestinità, e quindi soggette all’azione di gruppi criminali, che la situazione di crisi economica abbia rotto determinati equilibri, causando lo sprigionarsi di una catena di violenza, pesante per la città, per il costo umano che sta provocando, per i rischi anche sul piano sociale, nel senso di pregiudicare quella cultura dell’accoglienza, che da sempre è caratteristica di Prato e dei suoi abitanti. E’ una preoccupazione che è condivisa anche dai vertici delle Forze dell’Ordine, dai magistrati della Procura della Repubblica di Prato, che devono fronteggiare questo nuovo pericoloso stato di cose. Davanti all’emergere di fenomeni, così virulenti, si manifesta l’insufficienza degli organici delle Forze di polizia che sono deputati al controllo del territorio. Probabilmente, in base ai parametri che si seguono nel definire gli organici, risulterà che la dotazione di Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza non presenta vuoti, o comunque non li presenta in modo significativo Ma evidentemente rispetto a ciò che è la realtà pratese, al suo tessuto sociale ed economico, ad una presenza di immigrati che per concentrazione territoriale è la più alta, in percentuale, d’Italia, non bastano le forze attualmente impegnate nella tutela della sicurezza pubblica. E’ una convinzione diffusa, che si è palesata pubblicamente anche in dichiarazioni di esponenti che hanno la responsabilità della guida, a Prato, delle forze di polizia e di magistrati. Con i suoi quasi 200 mila abitanti, 8 mila aziende ancora presenti nel settore manifatturiero, quasi il 10-12% di immigrati sul totale della popolazione, la crisi economica, conseguente a fenomeni che si stanno producendo a livello internazionale, produce effetti, seri e preoccupanti, anche sullo stato dell’ordine pubblico, modificando relazioni e rapporti, soprattutto in quei segmenti in cui permane un forte intreccio fra attività legali e illegali. Abbiamo chiesto, al più presto, la convocazione del Comitato per l’ordine pubblico, a cui prende parte anche il Comune di Prato, in base ad un protocollo siglato con la Prefettura, per compiere un esame della situazione e per capire quello che sta accadendo negli strati più profondi della società pratese. Ma l’urgenza e l’allarme sociale che ripetuti atti di violenza suscitano anche fra la popolazione, mi induce a chiederle un incontro, al massimo livello di responsabilità ministeriale, poiché a Prato si è raggiunto un livello di guardia nel deteriorarsi dell’ordine pubblico, che richiede misure ed interventi immediati anche da parte delle autorità di governo».
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