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Comune di Prato

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10/06/2005 14:58
Economia Il convegno a Prato alla Monash University

I distretti moda chiedono finanziamenti all'Europa

L'obiettivo è la riforma dei fondi strutturali a favore dei territori più esposti alla concorrenza
I territori a prevalente industria tessile e dell'abbigliamento puntano ancora più in alto: alla riforma dei fondi strutturali europei e ad ottenere una dotazione finanziaria di riserva per le comunità del sistema moda, che sono le più colpite dalla crisi perchè le più esposte ai venti del commercio internazionale. E' quanto emerso dal convegno «Sistema moda e territori in Italia», svoltosi a Prato, nella sede della Monash University, promosso da Acte, l'associazione delle realtà tessili europee, che ha riunito tutto il gotha del tessile e abbigliamento italiano, compreso quattro assessori regionali: Antonio Brenna, assessore alle attività produttive della Regione Toscana, il vice presidente della Regione Piemonte Gianluca Susta, il vice presidente della Regione Puglia Sandro Frisullo, Mariangela Bastico assessore alla Formazione professinale della Regione Emilia Romagna. Spiega l'assessore allo Sviluppo economico del Comune di Prato Fabio Giovagnoli, che ha fatto gli onori di casa nella sua veste di presidente di Acte Italia,: «Accanto alla piattaforma che il tessile e abbigliamento ha presentato all'Europa, condivisa da istituzioni locali, forze sociali e categorie economiche, pensiamo che si debbano sostenere le aree che hanno bisogno di riorganizzare e rinnovare i loro assetti produttivi. Occorre quindi una politica industriale rivolta ai sistemi territoriali». E' la stessa richiesta formulata dalla Regione Toscana, come ha ribadito al convegno pratese l'assessore regionale Antonio Brenna, peraltro avanzata dal presidente Claudio Martini nell'incontro di lunedì scorso col commissario europeo Peter Mandelson. Una richiesta che, oltre ai territori della moda, trova concordi anche le forze sociali e gli stessi sindacati, per voce di Valeria Fedeli, che ricopre la carica di segretario generale della Confederazione dei sindacati tessili europei. Il primo appuntamento è per martedì, a Bruxelles, quando si riunirà il gruppo di lavoro di alto livello sul tessile, cui partecipano anche i rappresentanti delle forze economiche e sociali. Ma l'esigenza di dedicare una riserva dei fondi strutturali alle aree del sistema moda, è stata proiettata sui tavoli della Commissione europea già nel convegno pratese, per la presenza di Ghazi Ben Amhed, negoziatore in sede Wto, della Direzione generale del commercio, il dipartimento guidato dal commissario Peter Mandelson. Così accanto alla piattaforma tessile e per l'intero comparto moda (l'attivazione di clausole di salvaguardia, la reciprocità d'accesso dei prodotti europei sui mercati dei paesi di nuovo sviluppo, e quello cinese in particolare, l'obbligatorietà dell'etichettatura, la riduzione del dumping sociale ed ambientale), emerge un altro obiettivo, i fondi strutturali, dalla cui riforma, ha detto il sindaco di Prato Marco Romagnoli, «non vogliamo essere esclusi». Acte, fra l'altro, ha altri propositi ambiziosi e mira decisamente ad allargare le proprie fila per diventare la voce di rappresentanza dei distretti tessili e della moda, dall'abbigliamento al calazaturiero. La lista di richieste di adesioni è già lunga, e coinvolge realtà marchigiane come lombarde. Il prossimo impegno per Acte è l'assemblea generale di luglio a Barcellona. In quella occasione sarà presentata una mozione per aggiungere alle richieste dell'associazione, in linea con la 'piattaforma tessile', anche la proposta di un fondo per i territori della moda, nel contesto dei fondi strutturali europei.
598/05

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