18/06/2005 09:30
Consiglio Comunale
Sì definitivo dell'Assemblea dopo l'iter delle osservazioni
Varato il regolamento per la telefonia mobile
Le norme prevedono il catasto degli impianti, la localizzazione in siti pubblici e la tutela ambientale
Ventuno articoli per disciplinare la telefonia mobile, le installazioni di antenne le emissioni minimizzando l'impatto urbanistico, paesaggistico ed ambientale e tutelando le aree sensibili: dopo il lungo iter delle osservazioni è giunto ieri sui banchi del Consiglio comunale per l'approvazione definitiva il regolamento comunale per la progettazione e la gestione degli impianti di telecomunicazione, a cui è correlato il piano particolareggiato per la localizzazione delle stazioni radio base per la telefonia mobile. Lo strumento normativo, composto appunto da 21 articoli comprese le sanzioni, è stato approvato con 21 voti a favore dell'Ulivo e sei astensioni della Casa delle Libertà e Rifondazione comunista. Approvati anche i 9 emendamenti che hanno limato il testo proposti congiuntamente dalle Commissioni consiliari Affari istituzionali e Territorio ed ambiente.
In attuazione alla legge quadro 36 del 2001 che dava ai Comuni la competenza in materia di telefonia mobile, il regolamento comunale di Prato venne adottato e divenne esecutivo nel maggio 2004. Subito dopo sono state presentate le osservazioni da parte di gestori, comitati come il Conacem (Comitato nazionale di controllo delle emissioni magnetiche), cittadini e Circoscrizioni. Le valutazioni sono state fatte dai progettisti incaricati dal Consiag, l'architetto Alessandro Bracci e gli ingegneri Giovanni Medici e Virgilio Chiani, con il coordinamento dell'Ufficio Ambiente del Comune. Quasi tutte accolte o parzialmente accolte le richieste presentate dal Conacem e sulla base delle osservazioni approvate il Piano è stato modificato, pur mantenendo l'impianto originario nelle linee guida adottate l'anno scorso.
Le finalità infatti, come ha spiegato l'assessore all'Ambiente Camilla Curcio ieri durante l'illustrazione all'Assemblea, sono la tutela dei siti sensibili, la minimizzazione dell'impatto urbanistico, paesaggistico ed ambientale delle nuove installazioni favorendo la ricollocazione di quelle esistenti, riduzione al minimo dell'esposizione alle radiazioni non ionizzanti, razionalizzazione della collocazione degli impianti mettendoli dove possibile in aree di proprietà comunale o rese disponibili dall'Amministrazione, formazione, aggiornamento e gestione del catasto degli impianti, una delle novità più importanti dello strumento normativo, introduzione di un sistema di rilevamento per il monitoraggio continuo dei campi elettromagnetici sviluppati per verificare la rispondenza delle emissioni a quelle dichiarate in fase previsionale, l'erogazione del servizio, la progettazione adeguata ed infine il controllo e il sanzionamento delle azioni contrarie ai principi espressi: «Prato è stato tra i primissimi Comuni in Italia ad attivare già nel 2002 la disciplina della materia attraverso il Piano particolareggiato per la localizzazione degli imoianti, come prevedeva la legge 36 - ha detto l'assessore Curcio - Si tratta di norma di livello europeo perchè rappresenta la prima 'opera completa' dal punto di vista legislativo che in tema di elettromagnetismo intendeva tutelare l'ambientenel suo complesso e minimizzare l'impatto. Come nella legge 36, ci siamo ispirati anche noi al principio di precauzione nel formulare il regolamento. Il nostro lavoro andrà avanti comunque con il progetto di creare un forum di partecipazione, approfodimento ed aggiornamento della materia a cui parteciperanno associazioni, comitati e Circoscrizioni».
Nel Piano sono state inserite anche le nuove collocazioni di impianti che l'Amministrazione comunale ha ritenuto necessarie al servizio, in numero minore rispetto a quelle proposte dai gestori di telefonia mobile e calate da 66 a 58 per venire incontro alle richieste delle Circoscrizioni.
I programmi annuali per le nuove istallazione di antenne, il trasferimento o la soppressione dei siti esistenti sarano analizzati dal “gruppo tecnico di valutazione', che sarà costuito dai responsabili dei servizi Gestione e sviluppo ambientale, programmazione urbanistica, commissione edilizia, Arpat e Asl. I controlli invece saranno appannaggio degli stessi gestori ma le rilevazioni saranno controllate dall’Arpat.
Il capogruppo di Rifondazione comunista Leonardo Becheri ha spiegato il proprio voto di astensione con il fatto che si aspettava norme più stringenti e toni più forti ed il riferimento non solo alle aree residenziali nella tutela, ma anche a quelle lavorative: «C'è poca chiarezza su tanti punti e troppa cautela su altri - ha detto - e poi prima di individuare nuovi impianti bisognava ricollocare i vecchi». «Non si tratta di una questione di coraggio - ha replicato l'assessore Curcio - ma della volontà di evitare impugnazioni del regolamento come è già successo in altre Amministrazioni».
631/05
Condividi su: