18/06/2005 11:10
Consiglio Comunale
Risposta ad un'interppellanza del consigliere Borchi (Fi)
«Pecci, il rilancio è possibile»
Il sindaco: «Anche la Regione disposta ad investire sul Centro»
«Nessun anno sabbatico per il Centro Pecci, ma un anno in cui punturemo sulla collezione permanente per poi rilanciare l'attività, con una mostra ogni anno, di grande richiamo, invece delle due o tre attuali». A grandi linee il sindaco Marco Romagnoli, nonchè presidente del Centro d'arte contemporanea 'Luigi Pecci', ha tracciato la prospettiva immediata del Museo rispondendo, giovedì scorso in Consiglio comunale, ad una interrogazione presentata, ormai qualche tempo fa, dal capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi.
E' stato, quello del sindaco, un intervento che ha radiografato la situazione attuale: «Stiamo compiendo, insieme ai soci fondatori e sostenitori, un lavoro di ricognizione, perchè se è vero che i livelli di responsabilità sono diversi, è altrettanto vero che tutti i soggetti che partecipano ad una società devono assumersi la loro parte di responsabilità».
Il sindaco, ha annunciato, «che in questa fase è stato accantonato il problema della revisione statutaria, perchè ciò avrebbe determinato ulteriori complicazioni, anche con gli stessi soci». Insomma ha fatto intendere il sindaco non è questo il momento per imbarcarsi in questo confronto date le difficoltà esistenti.
Le parole d'ordine sono «risanamento e rilancio», su cui peraltro non mancano le prospettive e anche il sostegno della Regione «che ha manifestato la sua disponibilità ad investire nell'allargamento del museo e a fare di Prato il punto di riferimento dell'arte contemporanea, trasferendovi la sede del Centro regionale di documentazione dell'arte contemporanea».
Nel frattempo occorre procedere al risanamento, stabilendo soprattutto la quota di risorse che si ha disposizione e non solo di parte pubblica. «Abbiamo fatto - ha detto il sindaco - un'analisi puntuale sul bilancio. Il problema sono i costi del Centro, poichè per le spese non si può parlare di sprechi, dal momento che possono essere considerate eccessive solo nell'ordine di qualche migliaio di euro. Poca roba. I costi sono cresciuti con la separazione fra la gestione e le attività espositive, perchè tutto ciò ha comportanto duplicazioni e sovrapposizioni di compiti». In questo contesto «il problema maggiore è il costo del personale».
Stiamo definendo, ha aggiunto il sindaco, «il quadro di riferimento». Alcune cose sono però già chiare: almeno per un anno si punterà sui 'punti di eccellenza' del Pecci, che pur ci sono: la biblioteca, «che coi suoi 50 mila volumi è considerata una tra le più prestigiose in campo internazionale», l'attività didattica «anche questa di eccezionale livello», la collezione permanente «che sarà messa in mostra, poichè ogni museo, fra un evento e l'altro, punta sulla valorizzazione del proprio patrimonio». Ma la prospettiva non sarà limitata solo a queste attività, sia perchè c'è già la disponibilità della Regione e «l'interessamento della Provincia», sia perchè si punta a realizzare «una evento all'anno di grande richiamo».
L'itinerario è già tracciato, compreso il rinnovo in tempi brevi del consiglio di amministrazione e la nomina di un nuovo presidente. In questo percorso è importante conoscere le risorse su cui si può contare. Ed è ciò su cui «stiamo discutendo in questo momento».
Il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi ha apprezzato l'impostazione data dal sindaco, non senza aver fatto rilevare «che l'opposizione da tempo ha sollevato la questione del Pecci. L'avevamo detto che non si poteva andare avanti nel modo con cui si è proceduto in tutti questi anni». Certo «gli ambiziosi obiettivi su cui il Pecci era nato sono ridimensionati ed è anche vero che sono pochi i centri di arte contemporanea che riescono ad autofinanziarsi. Forse era il caso, come da tempo abbiamo suggerito, aggiungere con un trattino anche moderna alla definizione di contemporanea, perchè noi tutti sappiamo che c'è grande interesse del pubblico per l'arte moderna».
La «scommessa culturale» che ci viene riproposta, «può essere possibile», ha proseguito Borchi ma «se poi non funzionasse allora bisogna cambiare decisamente strada e anche chiedersi se Prato è il luogo più adatto per coltivare certe ambizioni». In ogni caso «occorre molta attenzione in questa fase, se è vero che i maggiori costi sono dovuti al personale».
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