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Comune di Prato

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23/06/2005 16:54
Immigrazione Cifre e percentuali sulle diverse etnie presenti

Il report 2004 sull'immigrazione a Prato

La ricerca, realizzata dal Centro per l'immigrazione del Comune, è stata presentata oggi alla Commissione Politiche sociali
Prato si conferma come la provincia italiana che ha la maggior incidenza di stranieri rispetto alla popolazione autoctona, il record di bambini extracomunitari nelle scuole e di imprese dove il titolare o almeno uno dei soci è immigrato, con un progressivo dilagare anche in settori nuovi della produzione al di là di quelli tradizionali come il manufatturiero. E' questa la fotografia della situazione dell'immigrazione nel 2004 a Prato scattata dal report annuale realizzato dal Centro ricerche e servizi per l'immigrazione del Comune. Il rapporto è stato presentato oggi alla Commissione consiliare Politiche sociali e formative dall'assessore alla Multiculturalità Andrea Frattani e dalla dottoressa Anna Marsden, ricercatrice del Centro, che ha raccolto ed analizzato i dati con l'elaborazione statistica di Monica Gelli e Serena Pecchioli. La ricerca esamina la presenza delle comunità straniere a Prato, l'incidenza nella scuola e nell'imprenditoria. Alla fine del 2004 l'anagrafe comunale registra 16.399 immigrati residenti, pari al 9.08% della popolazione della città, mentre nel 2003 se ne contavano 13.127 pari al 7,37%. Il numero effettivo è superiore a queste cifre se si includono i soggiornanti regolari ma non residenti, i cui dati sono in possesso della Questura che rilascia i permessi. L'incremento del numero degli stranieri secondo la dottoressa Marsden è dovuto a due fattori principali, ovvero l'onda lunga dell'effetto regolarizzazioni della legge Bossi-Fini e la diminuzione degli italiani. La crescita della città in altre parole è dovuta agli stranieri: gli italiani sono infatti in calo demografico, con 621 persone in meno, mentre gli stranieri sono 3272 in più rispetto ad un Comune che nel 2004 ha superato i 180.000 abitanti. La proiezione degli ultimi 14 anni risalendo fino al 1990 indica 1099 italiani in meno e 15.085 residenti immigrati in più. La Circoscrizione che conta più extracomunitari è di gran lunga la centro, con 5944 residenti, mentre negli altri Quartieri la presenza è più o meno la stessa e si attesta intorno ai 2500, con un aumento comune a tutti però. Italiani in diminuzione tranne che nella Circoscrizione sud. Un altro elemento che emerge dal rapporto 2004 del Centro per l'immigrazione è che oltre alle consuete quattro grandi comunità straniere presenti in città dei cinesi, dei marocchini, degli albanesi e dei pachistani sono in forte aumento i rumeni, confermando un trend iniziato già nel 2003 che li fa arrivare ora al 4% dei cittadini stranieri. La comunità si sta stabilizzando in città, come dimostra il riequilibrio tra i due sessi e il raddoppio delle famiglie con figli da 33 a 65 dell'anno scorso. In particolare i cinesi sono passati da 5427 dell'anno precedente a 6831 nel 2004, gli albanesi da 2497 a 3111, i marocchini da 852 a 981, i pachistani da 927 a 1236 e irumeni da 421 a 666. Le altre etnie sono formate in tutto da 3574 soggetti. Per quanto riguarda le scuole, gli iscritti nell'ultimo anno scolastico a scuole pubbliche e private del territorio sono 2600, con un'incidenza sul totale degli alunni superiore al 10%. Nelle materne i bambini immigrati costituiscono il 18,49%, alle elementari il 37,09%, alle medie il 28,27% e alle superiori per effetto della forte tendenza ad abbandonare la scuola il 16,15%. Poche elementari non contano stranieri tra i banchi, come S. Ippolito e S. Giovanni Bosco, mentre alle medie la loro presenza è diffusa in ogni istituto: la punta massima è raggiunta però dall'elementare Filzi con il 51,16% di alunni migranti, seguita dalla Guasti con il 34,5%, mentre per le medie il picco si ha alla Sem Benelli con il 33% e alla Buricchi con il 30%. In particolare quest'anno è stata registrata una massiccia iscrizione di bambini albanesi (+18,22%) e rumeni (+68,49%), mentre per la prima volta sono in calo i cinesi in tutti gli ordini di scuola con il 3,19% in meno. L'aumento delle iscrizioni nelle scuole del Comune modifica sensibilmente la composizione per cittadinanza degli alunni stranieri: oltre il 23% è costituito da albanesi, mentre il 10% è composto equamente da pachistani e rumeni,i marocchini sono stabili con il 7% e i cinesi rappresentano il 44%. Per quanto riguarda il mondo imprenditoriale, le aziende gestite da stranieri secondo gli ultimi dati disponibili forniti dalla Camera di Commercio e relativi al 2003 sono 2840. Consistente è l'incremento delle ditte cinesi, del 10,58% in più, che si fonda su un rinnovato sviluppo delle attività manifatturiere, in netta controtendenza rispetto agli anni precedenti, mentre si attenua l'incidenza della crescita di esercizi commerciali e dei servizi. In particolare il manifatturiero rappresenta quasi il 20% delle ditte straniere attive sul territorio, le costruzioni l'8,7%, il commercio il 7,3%, alberghi e ristoranti l'8,5% e i servizi quasi il 5%, oltre ad un 7% di imprese non classificate. Si moltiplicano appunto le industrie manifatturiere con una ripresa delle confezioni e un rafforzamento nell'inserimento in altri settori: le aziende del tessile-abbigliamento passano dalle 1263 del 2002 alle 1409 del 2003, con un tasso d'incremento dell'11,56%; quelle di pelletteria sono aumentate del 26%, quelle di fabbricazione di mobili e altri settori manifatturieri sono passate da 13 a 26 con un incremento del 100%. Questa è infatti una delle nuove aree della produzione con presenza di stranieri, quasi esclusivamente cinesi, che si occupano di fabbricazione e riparazione di divani, poltrone, sedie e tappezzeria. Le imprese albanesi aumentano del 39,85%, arrivando fino a 186 grazie soprattutto al forte sviluppo delle costruzioni, da 110 a 163 aziende, ovvero l'88% delle imprese del gruppo. Altrettanto consistente l'aumento delle ditte marocchine, che passano da 43 a 60 con un +39,53%: il loro sviluppo si distribuisce tra commercio, che con 28 aziende si conferma l'attività prevalente, ma crescono anche servizi e costruzioni. Proprio questo è uno dei settori che oggi richiama di più gli immigrati e che vede l'inserimento di pachistani e rumeni. I primi si concentrano nettamente nei servizi con un incremento dell'81% e una porzione delle loro imprese del 57%, ma sono sorte appunto tre ditte edili per la prima volta; i secondi invece nel 2003 sono arrivati a gestire 55 imprese, contro le 30 dell'anno precedente, di cui il 62% edili. I primi dati disponibili del 2004 indicano un continuo sviluppo dell'imprenditoria straniera con crescente incidenza nel settore delle costruzioni: alla fine di agosto risultano operanti 3137 aziende con un aumento del 10,5%, di cui 1847 cinesi, 273 albanesi, 84 marocchine, 51 pachistane e 77 rumene. Prosegue la crescita tra i cinesi del manifatturiero con lo sviluppo di confezioni e mobilifici. Dal report emerge insomma che nell'imprenditoria la connotazione più evidente rimane quella cinese, ma c'è una forte crescita del ruolo delle altre etnie che a Prato hanno trovato terreno fertile per aprire e sviluppare le proprie imprese: «L'analisi della situazione dell'immigrazione con la Commissione consiliare 5 è nata dall'esigenza comune di approfondire un fwenomeno così importante per Prato - ha detto nella riunione l'assessore Frattani - E' ovvio che lo sviluppo del settore dell'edilizia con imprenditori provenienti dall'est d'Europa deve essere valutata in relazione alla sicurezza nei luoghi di lavoro per non diminuire garanzie e tutele e che le modificazioni dell'imprenditoria straniera vanno esaminate insieme ai cambiamenti della piana».
652/05

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