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Comune di Prato

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08/07/2005 16:59
Consiglio Comunale Il dibattito della seduta straordinaria sulla sicurezza

«Immigrazione non è sinonimo di criminalità»

Unanimemente d'accordo i capigruppo nell'esprimere la richiesta di adeguare gli uffici preposti al controllo
Rafforzare gli organici delle Forze dell’ordine e la presenza delle strutture periferiche dello Stato per salvaguardare la legalità e la sicurezza. E' stata questa la richiesta che il Consiglio comunale ha espresso ieri unanimemente nella seduta straordinaria dedicata alle questioni della sicurezza. Uno dei punti maggiormente affrontati, nel dibattito aperto dal sindaco e dal prefetto Giuseppe Badalamenti, è stato quello relativo all'immigrazione, con il capogruppo di Rifondazione comunista Leonardo Becheri che ha messo in guardia sul pericolo di stabilire un'eguaglianza tra immigrazione e criminalità. Per Becheri è necessario invece «invertire la rotta per quanto riguarda la partecipazione da parte di tutti i cittadini, perchè in una città in crisi non si possono fare certe scelte nelle stanze segrete, ma aumentare invece gli spazi dedicati alla socialità». La stessa necessità di partecipazione è stata sottolineata anche da Mauro Vannoni di Sinistra per Prato viva, che l'ha indicata come ricetta contro una città in crisi «che sta soffrendo di solitudine e in cui si cementifica troppo e non si pensa alla cultura e al futuro dei giovani». Il consigliere Massimo Taiti della lista Taiti-Nuovo Psi, si è invece chiesto che fine abbia fatto «il pacchetto sicurezza elaborato dalla giunta nella scorsa legislatura, di cui invece non si è saputo più niente, nonostante si prevedessse l'assicurazione contro i danni da furto, le colonnine Sos, che ci sono ma non si sa se sono utilizzate, e altro ancora». Luca Roti, capogruppo della Margherita, ha messo in risalto «che i governi nazionali, anche in relazione ai temi della sicurezza, non hanno compreso le reali dimensioni sociali ed economiche della nostra realtà. Prato non merita la considerazione che gli è rivolta dal governo». Per Aurelio Donzella dell'Italia dei valori è necessario garantire uguali diritti ed uguali doveri ad immigrati ed autoctoni per non aprire la strada al razzismo. A questo riguardo è intervenuto Fulvio Ponzuoli di An, che ha assunto una posizione più radicale: «L'Amministrazione comunale dovrebbe chiedere scusa alla città per l'incapacità che ha dimostrato nel governare certi fenomeni e nell' affermare la sicurezza a Prato, che già anni fa era stata classificata tra le città meno sicure d'Italia. La situazione ora è drammatica e non può bastare andare a piangere dal Governo per avere più Forze dell'ordine». Decisa la reazione della maggioranza ulivista all'intervento di Ponzuoli: «La recrudescenza di delitti efferati può indurre a fare la facile equazione immigrazione uguale criminalità, come diceva Becheri, ma dobbiamo rifiutare quest'assioma: - ha affermato Moreno Zazzeri dei Comunisti italiani - per capire le radici di un fenomeno così complesso e difficile bisogna invece scavare in profondità fino ai caratteri della globalizzazione capitalistica che lo alimentano. Prato come distretto tessile più grande d'Europa è fortemente attrattiva e riguardo alla rescita delle imprese straniere bisogna chiedersi come si sono sviluppate? Per conto di chi hanno lavorato? A chi hanno fatto comodo? Questa condizione di sfruttamento e ricatto è oggi nel nostro ordinamento legislativo e si chiama legge Bossi-Fini. Condivido quindi in pieno il richiamo del nostro sindaco all'austerità di berlingueriana memoria nella gestione della cosa pubblica, per interrogarci sul divario tra il nord e il sud del mondo». «Prato è sempre stata definita una città accogliente, che attuava con successo politiche d'integrazione soprattutto attraverso il lavoro - ha risposto Gerardina Cardillo, capogruppo dei Ds - E' stato fatto molto in questi anni per garantire la civile convivenza di etnie diverse nello stesso territorio, un esempio è la videosorveglianza del centro e la collaborazione di istiruzioni e Forze dell'ordine nel Comitato per la sicurezza, ma le cose sono cambiate ultimamente instaurando un clima di insicurezza: a questo tutti i gruppi consiliari dovrebberro rispondere con responsabilità facendo fronte comune e avanzando una richiesta unica di maggiori risorse e più attenzione per Prato nell'interesse di tutta la collettività». Anche Goffredo Borchi, capogruppo di Forza Italia ha concordato sulla necessità di stare su un'unica barricata contro la criminalità e ha fatto per questo un appello a tutte le forze politiche e ai rappresentanti dello Stato presenti ieri in Consiglio: «E' giunto il momento di assumersi la responsabilità di questa città per non dimenticare cosa è stata e cosa potrà ancora dare: i fatti accaduti sono crudi e tragici, ma biosogna avere la capacità di governarli. Bisogna però stare uniti, perchè Prato non ce la può fare da sola, a causa di una crisi economica che può provocare saldature con la criminalità e facili manovalanze». Il capogruppo di An Maurizio Bettazzie ha sostenuto la trasversalità del pensiero in materia di sicurezza che va al di là degli schieramenti politici: «Il nostro sarà un impegno sinergico al fianco delle Forze dell'ordine, delle istituzioni e della magistratura per fermare la criminalità ed aumentare la sicurezza di tutta la collettività. Completare e rendere adeguati gli organici degli uffici, soprattutto quelli con funzioni ispettive e di controllo, è probabilmente più utile ed importante di avere 3 o 4 carabinieri in più, perchè così si previene la nascita della criminalità». Al termine degli interventi dei capigruppo l'ordine del giorno sulla sicurezza è stato approvato all'unanimità con 30 voti favorevoli».
708/05

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