29/07/2005 17:11
Consiglio Comunale
Al termine di un lungo dibattito in aula
Via libera al preliminare del Piano provinciale dei rifiuti
Presentati tre ordini del giorno sul Piano e il termovalorizzatore che hanno suscitato voti incrociati e posizioni diverse
Parere favorevole del Consiglio comunale sul documento preliminare al Piano provinciale integrato per la gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti speciali espresso ieri dalla maggioranza al termine di un lungo dibattito iniziato ieri pomeriggio e proseguito stamani. Diverse le posizioni espresse sul termovalorizzatore, le sue dimensioni, la collocazione e la chiusura del ciclo dei rifiuti, riassunte in tre ordini del giorno presentati dall'Ulivo, Forza Italia e Rifondazione comunista insieme a Sinistra per Prato viva. Il voto ha rispecchiato i diversi punti di vista e nel gruppo consiliare di An sono stati espressi tre diversi pronunciamenti: Filippo Bernocchi ha dichiarato di appoggiare la mozione della maggioranza e di astenersi sulle altre due: «Da oggi il re è nudo e non potete più tergiversare come avete fatto in passato. C'è un ritardo colpevole delle maggioranze di sinistra e di centrosinistra di fronte ai problemi dell'uso delle risorse rinnovabili e sulla questione dei rifiuti. Avevo proposto una variazione all'odg della maggioranza, perchè io non posso certo apprezzare l'operato delle Amministrazioni comunali e della Regione.
Comunque a livello personale voterò l'odg della maggioranza e mi asterrò sugli altri due, per coerenza personale, pur facendo mie le preoccupazioni dei cittadini e di chi le ha espresse in Consiglio. Sulla termovalirizzazione c'è un consenso ampio, e ora chi come come voi ha la responsabilità di governo degli Enti Locali non può fare più melina. E' anche evidente che chi riuscirà a fare per primo l'impianto lo farà per tutta l'area metroplitana, perchè non penso affatto che ne sorgeranno tre. E occorrono studi seri di impatto ambientale, e voglio credere che sarà così, fatti da specialisti, perchè è necessario offrire tutte le garanzie necessarie e richieste ai cittadini.
Gianluca Banchelli ha invece appoggiato l'ordine del giorno di Rifondazione comunista, che riteneva il più condivisibile, ha bocciato quello della maggioranza e si è astenuto su quello di Forza Italia: «Il piano provinciale non tiene conto di Agenda 21. Dico 'no' all'inceneritore, non da ambientalista fondamentalista, ma sottolineando alcune contraddizioni del piano. Un impianto come quello proposto per Prato non tiene conto dell'altissima percentuale di rifiuti assimilati: l'Asm ha dovuto accollarsi la spesa non indifferente per l'acquisto di una macchina per separare i rifiuti assimilati da quelli urbani, con un aggravio di costi sui cittadini. I comitati contro l'inceneritore hanno chiesto un confronto sull'impatto sanitario che un impianto di quel tipo potrà avere sulla popolazione, ma il piano provinciale non ne tiene conto». Voti gemelli invece per il capogruppo Maurizio Bettazzi e Gianni Cenni, che hanno respinto gli ordini del giorno di Rc ed Ulivo e hanno approvato quello di Forza Italia: «Il documento dell'Ulivo è condivisibile nei contenuti - ha spiegato Bettazzi - ma non il percorso che è stato fatto finora, perchè si chiede praticamente di firmare una cambiale in bianco. E' necessario che su temi così importanti il dibattito si arricchisca di contenuti seri e reali, non solo di promesse. Bisogna fare una scelta ambientalmente sostenibile e politicamente condivisibile».
Giovanni Luchetti di Fi ha posto l'accento sulla mancanza di una preventiva analisi ambientale che escluda i siti già ambientalmente compromessi e degradati, la cui situazione non va aggravata: «Facciamo appello affinchè la Regione avochi a sè una materia tanto importante per avere una pianificazione seria e ragionevole del termovalorizzatore, sulla cui realizzazione a scopi energetici alternativi noi concordiamo, togliendola dalle segrete stanze di partito. Non vorremmo infatti avere tre impianti nel giro di 10 km. Nessuno può poi negare che abbiano emissioni nocive e bisogna far quindi tutto il possibile per circoscrivere l'impatto negativo, ma la fase preventiva a questo riguardo è del tutto insufficiente». Gli ha fatto eco il capogruppo del partito azzurro Goffredo Borchi, che ha chiesto che la matetia venga definita a livello di area territoriale ottimale: «La maggioranza non sembra lasciare alcuna fiestra aperta sull'ipotesi del termovalorizzatore, nessun dubbio neanche di fronte alle reazioni contrarie del Comune di Campi Bisenzio e della Provincia di Pistoia. La città ha già pagato troppo in termini ambientali alla Regione e al suo presidente, che non ricorda mai di esserne stato il sindaco. In qualunque posto verrà messo quest'impianto in base alle regole e ai criteri sintetizzati nel preliminare del Piano dei rifiuti, sarà il meno peggio e sarà una sciagura per Prato. E' vero poi che se n'è parlato, ma non certo in questo Consiglio»
Lo stesso concetto è stato espresso da Mauro Vannoni, capogruppo di Sinistra per Prato viva: «Dopo un anno passato su questi banchi in cui praticamente non si è parlato di niente, ci ritroviamo in questa seduta di due giorni a parlare del Piano dei rifiuti, del consuntivo e di molto altro, dovendo fare anche in fretta. Questo è un iter che non ha niente a che fare con ciò che era stato annunciato e promesso, cioè la partecipazione, oltre ad essere umiliante per l'opposizione, ma anche per i consiglieri di maggioranza. Mi sembra che si facciano progetti come inceneritori e multisale facendo prevalere le ragioni del business e dei soldi su quelle della salute».
Diametralmente opposta la posizione di Fabio Caregnato dei Ds, che ha sottolineato che ogni cittadino pratese produce 620 kg all'anno e che il 65% viene fatto smaltire a Peccioli, mentre la parte di combustibili derivati dai rifiuti (cdr) prodotta da Asm viene inviato a Colleferro, in provincia di Latina, con notevole spesa: «Si vuole chiudere gli occhi e negare che Prato, oltre ad essere una città industriale, con tutti i problemi di crisi che ora la attanagliano, è anche una città di consumatori che raggiunge livelli di produzione dei rifiuti tra i più alti d'Europa. Bisogna allora porci il problema di come rispondere, perchè attualmente stiamo sfruttando al massimo la raccolta differenziata, ma non basta. Si tratta anche di una questione etica, in cui è necessario assumersi un impegno di responsabilità».
Più articolato l'intervento di Tommaso Rindi del gruppo consiliare dei Verdi, per il quale «la termovalorizzazione deve essere un processo obbligatoriamente residuale. I Verdi ritengono che i veri obiettivi da perseguire siano la diminuzione della produzione dei rifiuti e l'aumento della raccolta differenziata. In particolare dalla selezione dell'organico e dalla raccolta porta a porta possono venire i reali contributi per centrare l'obiettivo, possibile e serio, del 60%. La strategia da perseguire, come indicato dalla legge, è la riduzione complessiva dei quantitativi e l'ottenimento delle migliori performance ambientali. In questo senso occorre anche, una volta intrapreso con serietà il processo porogrammatorio, che le istituzioni pratesi si attivino nel tenere aperte possibili sinergie con gli altri Ato e la Regione Toscana, per trovare le condizioni migliori in termini ambientali e di salute pubblica». A tal proposito Rindi chiede anche «uno studio di area vasta sulla presenza dei microinquinanti e sulle loro fonti di emissione, al fine di conoscere, con precisione, lo stato attuale e determinare gli interventi per il loro contenimento».
«Si fiuta il disagio e lo si cavalca da parte dell'opposizione, senza alcuna assunzione di responsabilità - ha sostenuto Luciano Bartolotti dei Ds -. Il riferimento all'Ato è solo una foglia di fico, mentre ci vuole corresponsabilizzazione. In altri ambiti come la depurazione delle acque Prato ha un primato a livello europeo e ha dimostrato di essere all'avanguardia».
Peril capogruppo della Margherita, il consigliere Luca Roti, «si è compiuto un atto di grande responsabilità, si è assunto una posizione intelligente di governo, senza pregiudiziali ideologiche, ma dando una risposta ad un problema serio e colmando un ritardo che Prato si trascina da tempo. Da questo punto di vista la Provincia, ed oggi il Comune, aprono una procedura importante e condividono un preliminare di piano, che può assicurare la gestione corretta di tutte le risorse disponibili».
Aurelio Donzella dell'Italia dei valori ha fatto notare che la discussione non verteva sul termovalorizzatore, ma sul Piano integrato dei rifiuti e che anche le discariche comportano notevoli problemi di impatto ambientale, oltre che di esauribilità: «Dato che attualmente Peccioli e Colleferro guadagnano sui nostri rifiuti, sarebbe opportuno invece chiudere il ciclo e fare da noi, ma occorre chiaramente un dibattito ampio con i cittadii, che hanno tutto il diritto di protestare, coinvolgendo anche esperti e tecnici».
Paolo Fattori di Rifondazione è intervenuto per chiedere se qualcuno era in grado di sapere qual'era la composizione chimica di ciò che verrebbe bruciato, in particolare dei rifiuti tessili: «Che emissioni produrranno i rifiuti che saranno bruciati? Le imprese collaboreranno per dire che cosa finirà nell'inceneritore come rifiuto speciale? Questa è una prima questione molto importante e che viene del tutto sottovalutata. La seconda rigurada la collocazione, che sarà sicuramente a Prato sud, già compromessa dalla Gida, dall'elettrodotto, dal Macrolotto e dal Coderino e dove probabilmente si respira già la diossina. Il grooso sospetto in quest'operazione è che l'impianto venga realizzato solo per questioni di business e non per risolvere un problema, ma almeno sarebbe opportuno sapere che cosa si brucerebbe».
«La compagine di governo di questa città ci dice ce il termovalorizzatore risolverà i problemi energetici di Prato asserendo che è 'indecente' fare discariche - ha aaggiunto il capogruppo di Rc Leonardo Becheri - ma le discariche si dovranno fare lo stesso. Altra questione: dove si prenderanno i soldi per realizzare l'impianto? e chi lo gestirà?»
Per Moreno Zazzeri dei Comunisti italiani invece la termovalorizzazione è un'opportunità che può dare esiti vantaggiosi a tutta la comunità, anche perchè di fronte alle dimensioni del problema rifiuti le politiche per la raccolta differenziata possono essere solo complementari, «mentre energia significa competitività per le nostre imprese che potrebbero produrre a costi più bassi e reagire così alla concorrenza dei paesi che sfruttano la manodopera o il dumping produttivo».
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