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Comune di Prato

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05/08/2005 16:05
Finanze Tagliati del 50% i trasferimenti alle Regioni

Meno soldi al sociale, il grido di dolore dei Comuni

Complessivamente più di un milione di euro in meno per la gestione dei servizi
Un milione e passa di euro in meno, per tutta l'area pratese, quanto basta «per mettere in ginocchio il sistema dei servizi sociali». E' stato un vero e proprio grido di dolore quello proveniente dai Comuni pratesi, Prato in testa, e dalla Asl: «Il governo ha tagliato il 50% dei trasferimenti alle Regioni del Fondo sociale nazionale. Un taglio che la Regione ha ridotto, facendosi carico del 75% delle somme devolute ai Comuni. E poi si dice di non voler toccare lo Stato sociale. E invece...». Nelle parole di sindaci (Silvano Gelli-Poggio a Caiano; Vittorio Cintolesi-Carmignano; A. Lisa Marchi-Vaiano), vice sindaci (Roberto Bencini - Comune di Prato) e assessori al sociale (M. Luisa Stancari - Comune di Prato; Paolo Ciolini - Comune di Montemurlo) e della Asl, rappresentatata da Anna Maria Calvani, il minor trasferimento pregiudica l'assistenza agli anziani, gli interventi per gli handicappati, il sostegno alle famiglie, i ricoveri nelle residenze protette, «proprio quando - è stato il coro unanime -il distretto è in difficoltà e la domanda sociale cresce». Sta di fatto che la Regione Toscana si è vista ridurre il finanziamento da 62 milioni di euro a 31 milioni di euro. Le Regioni hanno aperto una vertenza del governo, nel frattempo però la Toscana ha immediatamente devoluto i soldi ai Comuni, facendosi carico di coprire il 25% del mancato trasferimento, al resto ci devono pensare le amministrazioni locali. Già, ma come? Una denuncia in piena regola quella proveniente dai Comuni pratesi. Una denuncia che ha come bersaglio il Governo: «Il taglio è stato compiuto il 27 luglio, a metà anno, e riguarda il 2005, quando i soldi sono stati spesi o sono già impegnati. E deve essere chiaro una cosa: questi soldi riguardano i servizi. E' inconcepibile e inaccettabile tutto questo. Perchè si colpisce le persone», ha affermato, con sdegno, l'assessore Stancari. «Cosa facciamo - gli ha fatto eco il sindaco di Poggio a Caiano Silvano Gelli - non ricoveriamo più un anziano, non forniamo più l'assistenza a domicilio? Qui si rompe un sistema di solidarietà, si spezza un tessuto civile». No, non è possibile, dice Bencini, «è inimmaginabile tagliare il 25% dei servizi sociali». Nel frattempo però Prato deve contare su 673 mila euro in meno, Vaiano su 33.469, Vernio su 26 mila, Cantagallo su quasi 16 mila euro in meno, Montemurlo su circa 56 mila euro, Carmignano su 37 mila euro in meno, Poggio a Caiano su quasi 31 mila euro. Meno soldi anche per la Asl, a cui tutti i Comuni, tranne Prato, hanno affidato la gestione dei servizi sociali (un taglio di 87,5 mila e passa euro), e per il cosiddetto privato sociale, prevalentemente impegnato nei servizi di trasporto, nell'ordine di 91 mila euro in meno. I sindaci sono decisi nel tentativo di «salvare i servizi», soprattutto hanno chiare le priorità (anziani, minori, handicap, ricoveri nelle residenze assistite), ma è anche evidente «che tagli ci saranno, anche perchè non possiamo aumentare la spesa corrente più del 2%. Il governo ci leva da un lato le risorse e dall'altro ci impedisce di trovarle nei bilanci. E qui si parla di minori trasferimenti nell'ordine del 25-30%». Le previsioni sono fosche: «Una politica così dissennata provoca una serie di effetti non più controllabili. Soprattutto viene meno la solidarietà sociale», hanno affermato gli amministratori presenti. Che sono non poco preoccupati: «I bisogni crescono, ma il governo sta disgregando lo Stato sociale. L'unica parola d'ordine è tagliare e basta».
820/05

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