31/08/2005 16:09
Economia
Lettera di Giovagnoli al commisario europeo Mandelson
«L'intesa con la Cina sulle quote va confermata»
Il presidente di Acte Italia, l'associazione delle comunità tessili europee, condivide le preoccupazioni del mondo produttivo
«L’accordo di giugno Unione Europea-Cina sulle quote del tessile-abbigliamento deve essere confermato, senza modifiche fino alla scadenza prevista nel 2007». E' questo l'incipit della lettera che Fabio Giovagnoli, presidente di Acte Italia (l'associazione delle comunità tessili europee), nonchè assessore allo Sviluppo economico del Comune di Prato, ha inviato al commissario europeo per il commercio Peter Mandelson, al presidente di Acte, e alle altre città italiane che aderiscono all'associazione europea dei territori a vocazione tessile.
Nella lettera al commissario europeo Giovagnoli sottolinea che «l'’esigenza di rispettare quell’intesa, a salvaguardia delle produzioni europee, deriva dalla necessità, di definire, a livello del commercio internazionale, condizioni di reciprocità, compresa l’eliminazione delle barriere e dei dazi ai prodotti tessili europei».
Per il presidente di Acte Italia «è fondamentale lo sviluppo di una strategia di politica industriale che consenta al manifatturiero europeo di poter sostenere la concorrenza sui mercati. In questo senso dalle comunità tessili europee, dalle associazioni dei produttori tessili e dagli stessi sindacati, sono venute proposte – una vera e propria piattaforma – che, in più occasioni, ha costituito la base del confronto che si è sviluppato in sede europea e nelle stesse relazioni con la Commissione europea».
L’applicazione dei tetti ad alcune prodotti tessli provenienti dalla Cina, scrive Giovagnoli, è compatibile col «meccanismo contemplato in sede WTO, nell’ambito di relazioni commerciali fondate sulla trasparenza». Per questo «sarebbe inopportuno e sbagliato riaprire i termini di quell’accordo, soprattutto rispetto ad una iniziativa che non punta a definire interventi di natura protezionistica, ma a strutturare i caratteri di una politica economica che si fondi sull’occupazione e sullo sviluppo dell’industria europea».
Giovagnoli ritiene «giustificate le preoccupazioni che emergono dagli imprenditori tessili circa l’eventualità che si riveda l’intesa sulle quote». Non solo, ma in «tutte le sedi» deve affermarsi «la consapevolezza che una rimodulazione dell’accordo del giugno scorso determinerebbe conseguenze pesanti, sia da un punto di vista produttivo che sociale».
Per il presidente delle comunità tessili italiane «si tratta di mettere in moto, anche attraverso Acte, ogni iniziativa che permetta, sulla base della conferma delle intese stabilite, di riprendere i punti presenti nel manifesto “Made in”, con la richiesta dell’etichetta obbligatoria della provenienza sulle merci circolanti in Europa, e nella 'Dichiarazione di Igualada', formulata nel luglio scorso dall’Assemblea generale di Acte, per il rilancio competitivo del settore tessile europeo».
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