13/09/2005 17:21
Consiglio Comunale
Il dibattito della seduta dedicata al tessile
Sostegno e non assistenza per una ricetta anti-crisi
La coesione tra categorie produttive ed istituzioni il comune denominatore per i capigruppo che hanno stilato il documento unico
La situazione del distretto tessile è stata ieri sotto i riflettori della prima seduta del Consiglio comunale dopo la pausa agostana. Tanti gli interventi che si sono susseguiti a margine del documento unico approvato all'unanimità per chiedere aiuto e sostegno per la filiera pratese, da anni attanagliata da uan crisi con radici profonde. Il comune denominatore e l'obiettivo è trovare la soluzione per uscire dall'impasse attuale e salvaguardare un serbatoio produttivo e occupazionale importante. Dopo gli interventi dei due parlamentari Andrea Lulli dei Ds e Roberta Angelilli di An, le dichiarazioni dei rappresentanti delle associazioni di categoria e la relazione dell'assessore al Sistema produttivo e alla Piccola e media impresa Ambrogio Brenna e è stato aperto il dibattito consiliare.
«Un Consiglio comunale dedicato al tessile - ha detto il capogruppo di Fi Goffredo Borchi - con l'approvazione di un documento unico redatto da tutte le forze rappresentate in quest'Assemblea è un segnale positivo per chi guarda alle istituzioni locali per cercare una soluzione e per chi vede nel tessile il futuro di Prato. Agire uniti è sicuramente il modo più intelligente per raccogliere una sfida che sarà portata ad ogni livello istituzionale, fino all'Unione europea e che ci vedrà protagonisti nel chiedere l'attenzione che ci è necessaria: un intervento da parte del Governo in questa direzione è stata l'estensione della Cassa integrazione straordinaria alle imprese più piccole. Adesso dobbiamo trovare un sistema che faccia da paracadute ai problemi degli imprenditori e al dramma di tante famiglie che sono rimaste senza lavoro». «Le azioni per proteggere e promuovere i nostri prodotti e il nostro mercato andrebbero concordate con le altre zone che hanno a che fare con gli stessi problemi con le importazioni dai paesi esteri - ha afferemato Aurelio Donzella dell'Italia dei Valori - Per noi è di massima importanza il problema della legalità: oltre infatti alla certificazione e alla tracciabilità dei nostri prodotti una delle richieste da avanzare all'Unione europea sarebbe quella di impedire l'ingresso di beni prodotti senza rispettare le norme igienico-sanitarie, di sicurezza dei lavoratori e contro lo sfruttamento di manodopera anche minorile».
Leonardo Becheri di Rifondazione comunista ha proposto di creare a Prato un centro di alta specializzazione universitaria, non solo tessile: «L'Università potrebbe avere un ruolo centrale per la città e dato che Firenze è carente sulle specializzazioni, Prato potrebbe diventare la sede ideale. Il ruolo fondamentale delle istituzioni locali in questo momento è non far implodere la città in attesa delle decisioni europee sul sostegno. La seduta di oggi serve appunto per affrontare il problema senza nascondere la testa sotto la sabbia, ma credo che in questa città ci sia un difetto di politica per cui la copesione stenta a rimanere il punto centrale, mentre bisognerebbe evitare con ogni mezzo la logica del 'si salvi chi può'».
«Secondo studi fatti dall'Ateneo fiorentino - ha aggiunto il capogruppo dei Comunisti italiani Moreno Zazzeri - il distretto tessile pratese, con 8000 imprese perv 42.000 addetti, dovrebbe subire una contrazione del 25%: le principali categorie a rischio sono gli artigiani, gli operai e gli impiegati. E' quindi necessaria una ristrutturazione del sistema delle imprese che modifichi il profilo dimensionale attraverso forme di aggregazione e concentrazione, come anche un processo di graduale diversificazione, vista la diminuzione delle quote dell'Ue sul mercato del tessile mondiale. La questione sociale e gli elementi di disgregazione sociale che uesto processo comporta sono quelli che maggiormente preoccupano noi comunisti». Tommaso Rindi dei Verdi ha sottolineato la necessità di non porsi falsi obiettivi nella ricerca di una soluzione, 'perchè i dazi anti-importazione possono essere solo una misura provvisoria e bisogna ricordarsi che Prato è un distretto prevalentemente di esportazione', mentre Massimo Taiti del Nuovo Psi-Taiti per Prato ha ribadito l'importanza di un documento unico prodotto dall'intero Consiglio comunale e condiviso da tutti i partiti. Per Mauro Vannoni di Sinistra per Prato viva i punti di contatto espressi sono stati diversi e positivi, soprattutto per l'appello alla Regione, al Governo e all'Ue, ma occorre fare un passo ulteriore: «Fare una sintesi delle nostre posizioni è un dato positivo, ma c'è ancora nonostante questo una distanza tra la realtà difficile e drammatica che la città sta vivendo e il nostro sforzo. In molte zone le famiglie non ce la fanno più e questo rischia di sfociare in altri pericoli, minandoa nche la coesione sociale che è stata la forza di questa città. Bisogna allora superrare gli egoismi e le contraddizioni, come quella di una città che è in crisi e continua ad investire, ma sul settore immobiliare e della rendita finanziaria. E' una contraddizione che va messa a nudo se veramente si crede di poter salvare il distretto e si chiede aiuto alle istituzioni». «La città è di fronte ad una sfida alla crisi da cui uscirà cambiata - ha detto Luca Roti della Margherita - solo lavorando insieme potremo ricostruire il sistema: si tratta di una crisi diversa da quelle precedenti, con segni sempre più gravi e profondi di disagio e tensione. Non ci sono soluzioni facili, ma facciamo richiamo all'Ue affinchè espleti delle azioni di legalità contro la contraffazione. L'Amministrazione comunale dovrà fare la sua parte per far rinascere quella vivace volntà imprenditoriale che ha sempre contraddistinto Prato confermando la vocazione industriale della città».
Secondo la capogruppo dei Ds Gerardina Cardillo l'unione delle forze politiche, economiche e sociali sarà il primo ingrediente della ricetta anti-crisi: «Le relazioni tra le imprese, i lavoratori e le istituzioni saranno il fondamento della soluzione per uscire da questa situazione. Continueremo ad investire sulla coesione perchè deve essere la base dello sviluppo e perchè Prato ha grandi capacità di proposta e di reazione e al Governo e all'Ue non chiediamo assistenza, ma sostegno non solo economico e condivisione dei nostri progetti».
Da Maurizio Bettazzi, capogruppo di An, è stata avanazata la proposta che il Piano strategico del Comune comprenda e dia attuazione ad alcune misure di sostegno in termini di abbattimento dei tributi per le imprese manifatturiere, di smaltimento dei rifiuti e produzione d'energie e di politiche urbanistiche: «Finora l'Ue si è distinta per aver messo sotto tutela il salmone scozzese, solo per fare un esempio, e sarebbe l'ora che dirigesse la sua attenzione verso settori davvero strategici ed importanti come il nostro, sia sotto il profilo occupazionale che produttivo. Ma dato che si chiede aiuto all'Europa e al Governo, credo che anche l'Amministrazione comunale debba fare la sua parte a sostegno della propria città: il modo è ampliare il riferimento che si fa nel testo del documento al Piano strategico includendo le misure che possono essere adottate per rendere più appetibile investire a Prato, le politiche urbanistiche finalizzatre a questo scopo, l'abbattimento di Tia e dei costi di depurazione e la liberalizzazione dei servizi».
934/05
Condividi su: