17/09/2005 16:22
Società della Salute
La replica di Stancari al consigliere regionale Magnolfi
«Stiamo organizzando i servizi nel territorio»
«Bisogna superare un modello incentrato solo sulla risposta sanitaria»
«E' un consigliere regionale, legga le delibere della Regione, capirà che gli enti locali hanno la competenza e l'obbligo di definire gli indirizzi per un maggior benessere della popolazione». E' secca la replica al consigliere regionale Alberto Magnolfi dell'assessore alla Sanità e presidente della Società della Salute M. Luisa Stancari. «E' il sindaco - prosegue l'amministratore pratese - che è il responsabile della salute dei cittadini. Si tratta di ottimizzare al meglio le risorse umane e professionali, e rendere i Comuni effettivamente responsabili, per dare risposte compiute e appropriate sul territorio».
Quanto alle accuse di burocratizzazione l'assessore Stancari precisa: «Non ci sono costi aggiuntivi, burocratici o d'altro tipo per la Società della Salute. Lo stesso consiglio di amministrazione è composto dagli assessori delegati dai sindaci e dal rappresentante della Asl, senza indennità o altro. I 250 mila euro, e non due milioni e passa, stanziati dalla Regione non riguardano le spese per il funzionamento, ma i costi legali per istituire la Società della Salute».
Prosegue la presidente Stancari: «Stiamo compiendo una sperimentazione, che il Comune di Prato, gli altri Comuni e l'azienda sanitaria hanno deciso di intraprendere, chiedendo di aderire al progetto della Regione. La sperimentazione si avvale di due fasi: una prima fase di programmazione, l'altra di gestione dei servizi. L'obiettivo è dare ad ogni cittadino la possibilità di rivolgersi ai servizi territoriali per ottenere prestazioni dovute».
Poi la chiusura: «Si parla tanto di territorio in questi ultimi tempi. E l'organizzazione delle sue attività è ciò che le amministrazioni sono chiamate a fare, perchè responsabili del benessere delle loro collettività. Bisogna superare una sorta di modello puntato solo sulla risposta sanitaria, e incentrato sull'ospedale. Lo si può fare se c'è l'integrazione fra i servizi sanitari e sociali. Grazie al contributo di tutti, operatori sanitari e sociali, medici di famiglia, assistenti domicliari, stiamo realizzando un progetto ad hoc per i bisogni domiciliari di ogni persona».
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