19/09/2005 16:22
Economia
Delegazione guidata da Giovagnoli a Bruxelles
Tessile: dalla Commissione Ue sì ai fondi strutturali
Manca l'unanimità degli Stati sul fronte della certificazione di origine
Bruxelles, 19 settembre 2005 - Accelerazione dell’iter avviato dalla Commissione Ue per la certificazione d’origine dei prodotti e l’etichettatura obbligatoria e orientamento dei fondi strutturali europei verso i distretti industriali particolarmente esposti al commercio internazionale: sono queste le due richieste inviate dall’Associazione dei Comuni tessili (Acte), al commissario al commercio Ue Peter Mandelson appena qualche giorno fa e sottoscritta da 16 amministrazioni locali tessili italiane (i Comuni di Prato, Biella,, Carpi, Schio, Montemurlo, Empoli, Montevarchi, Castelfiorentino, Agliana e Montale, le Province di Prato, Pistoia, Milano, Biella, Macerata e Novara). Sulla base di queste due richieste oggi una delegazione guidata dal vice presidente di Acte, l’assessore allo sviluppo comunale allo sviluppo economico di Prato Fabio Giovagnoli, ha partecipato ai lavori della conferenza sul commercio internazionale, alla quale è intervenuto il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso.
Se sulla prima richiesta dalla Commissione europea non sono arrivate risposte del tutto positive (Mandelson ha ricordato che manca l’unanimità degli Stati sulla proposta in tal senso della Commissione), sulla seconda sia Barroso che Mandelson hanno manifestato la volontà della Commissione a riservare una quota dei fondi strutturali alle aree e alle economie maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, come il tessile.
Giovagnoli, a questo proposito, ha sottolineato come l’intervento ipotizzato non debba essere confuso con misure protezionistiche, che non chiedono né Prato né Acte, ma vada considerato un intervento speciale volto a favorire il riposizionamento sui mercati e la riqualificazione del tessuto produttivo dei distretti tessili, favorendo investimenti nella ricerca, nell’alta formazione e nelle infrastrutture.
Infine la delegazione di Acte ha espresso la propria non soddisfazione nei confronti del recente accordo Ue-Cina, che ha favorito gli importatori e i distributori a danno dei produttori, e della mancata applicazione da parte della Commissione Ue degli strumenti di salvaguardia a suo tempo varati dalla precedente Commissione.
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