23/09/2005 15:58
Consiglio Comunale
Piano strategico/1
Gli exit della 1a fase debuttano in Consiglio comunale
L'illustrazione dell'assessore allo Sviluppo economico Giovagnoli e della dirigente Livia Marinetto.
Un resoconto di 80 pagine con analisi e documenti, 26 incontri intorno ai quattro tavoli tematici sulla città, 4 seminari di approfondimento, 10 incontri istituzionali e 880 persone coivolte ed incontrate dal novembre 2004 al giugno scorso: sono questi i numeri del Documento 1 del Piano strategico, che a conclusione della sua prima fase ieri ha fatto il suo debutto al Consiglio comunale. Ad illustrare la fisionomia del Documento, denominato 'Contesto - exit condivisi' sono stati l'assessore allo sviluppo economico e al Piano strategico Fabio Giovagnoli e la dirigente del Servizio Sviluppo economico e strategico Livia Marinetto, che ha sintetizzato i contenuti con il supporto visivo delle diapositive.
A giugno si è conclusa la prima delle tre fasi in cui è diviso il percorso inclusivo del Piano strategico, in cui viene scattata la fotografia della realtà della città con un'analisi dei problemi focalizzata su punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce.
Le principali questioni da affrontare sono l'implosione demografica e settoriale. Per risolverle il Piano strategico rispetto ad un normale documento di pianificazione punta sulla cooperazione tra tutti gli attori e sulla peculiarità locale. La seconda fase, che sta per iniziare, prevede la progettazione e l'identificazione della visione e degli strumenti necessari. La terza è dedicata all'implementazione e la monitoraggio delle misure. La pianificazione strategica è stata divisa come è noto in quattro tavoli, detti matrici, per la 'Città compiuta', la 'Sostenibilità ed innovazione', 'Cultura e cambiamento' e La 'Città coesa e sicura', ma con un unico obiettivo, la 'missione2 del Piano strategico: accelerare la transizione del distretto verso un modello di sviluppo basato sulla conoscenza attraverso interventi nel contesto urbano, ambientale e culturale. A questo fine gli orizzonti intermedi da raggiungere sono sette: completare il sistema dei servizi al sistema produttivo, rafforzare il sistema delle strutture per la formazione superiore, la ricerca e il trasferimento
tecnologico, migliorare le politiche di inclusione sociale, potenziare le connessioni con l'esterno e di riduzione della mobilità interna su mezzi privati, riqualificazione territoriale ed urbana con innalzamento della qualità progettuale degli edifici e
dello spazio pubblico, costruzione di un sistema integrato di aree verdi e parchi e valorizzazione dei fattori di attrattività del territorio urbano attraverso interventi nella cultura, nel turismo e nella comunicazione. «La prima parte del lavoro per il Piano strategico di Prato ha segnato un momento di vera consonanza tra tutti gli enti che sono stati coinvolti nella sua redazione, dalle istituzioni, ai sindacati, le associazioni, le organizzazioni di categoria e il Polo scientifico - ha affermato l'assessore Giovagnoli - Le città che prima di noi si sono dotate di questo strumento, come Barcellona e Lione, sono balzate in testa alla lassifica delle aree più attrattive d'Europa per i progetti di sviluppo. Il Piano costituisce un processo che si svolge in continuità, l'involucro del procedimento decisionale inclusivo. La partecipazione di tutti i soggetti è infatti il cuore della pianificazione: includeremo in questo cammino anche le Circoscrizioni, con cui è già stato disposto un gruppo di lavoro. La città che ci apprestiamo a progettare nella seconda fase sarà ancora legata al settore manifatturiero ed industriale, che le è connaturato, ma saranno potenziate l'alta formazione, la ricerca e l'Università per creare la Città della conoscenza. Sarà poi rafforzato il welfare locale per dare le risposte necessarie in un momento di cambiamento e ristrutturazione così repentino che rischia di creare sacche di povertà ed emarginazione».
1003/05
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