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Comune di Prato

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23/09/2005 15:58
Consiglio Comunale Piano strategico/2

L'analisi della fase 1 accende il dibattito

Diverse le posizioni espresse sul Contesto exit. La maggioranza presenta una mozione. La discussione rimandata alla prossima seduta
L'esordio degli exit della consultazione sul Piano strategico in Consiglio comunale hanno suscitato un acceso dibattito con punti di vista opposti da parte di maggioranza ed opposizione. Quest'ultima infatti ha bocciato la fase embrionale dello strumento di programmazione e in particolare Rifondazione comunista e Sinistra per Prato viva hanno aspramente criticato la scelta della maggioranza di presentare una mozione, definita 'blindata', a sostegno del lavoro fin qui compiuto per il Piano strategico. L'atto è stato presentato da Ds, Margherita, Comunisti italiani, Verdi ed Italia dei valori e condivide i risultati della prima fase di consultazione, sintetizzata negli exit presentati ieri, e la volontà dell'Amministrazione comunale. Visto il protrarsi del dibattito la seduta è stata aggiornata e la discussione della mozione rimandata alla prossima riunione dell'Assemblea, che si terrà tra due settimane. «Esprimo la mia incredulità di fronte a questo deficit di politica - ha esordito Mauro Vannoni, capogruppo di Sinistra per Prato viva - solo 10 giorni fa abbiamo approvato all'unanimità un documento sul tessile redatto da tutti i gruppi e ora la maggioranza presenta una mozione propria in cui si vuole dare un segnale non all'intera città, che vive situazioni drammatiche a causa della crisi, ma ai soliti noti interessati a certi argomenti e a certe realizzazioni. E'una presa in giro. A Prato si rischia che i ricchi diventino sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Dato che però condivido molti dei contenuti dell'analisi della prima fase non parteciperò al voto». «Avevamo creduto che il percorso sarebbe stato davvero condiviso - ha aggiunto Leonardo Becheri di Rc - invece la maggioranza si blinda in una mozione dicendo praticamente che solo loro sono deputati a dare delle risposte alla città. Per noi sono centrali le questioni del sociale e dello sviluppo economico: ci doveva essere un doppio binario tra la formazione del Piano strategico e l'attuazione dei conseguenti atti amministrativi, ma sembra che questo non avverrà, o almeno le premesse non sono delle migliori. Di fronte a questa presa in giro della partecipazione, ci asterremo dal voto». Massimo Taiti del Nuovo Psi-Taiti per Prato ha puntato il dito contro la scarsità di interventi e di pianificazione per lo sport, mentre il capogruppo di Forza Italia Goffredo Borchi ha sollecitato risposte e tempi più rapidi: «Non c'era certo bisogno di scrivere 80 pagine e di un anno di lavoro per farlo per descrivere problemi che la città conosce benissimo perchè li vive quotidianamente. Il documento lascia la bocca amara a chi credeva in uno scatto contro la crisi. Non sono questi i tempi che la città si aspettava. Se ci è voluto un anno per scattare la fotografia dei problemi, si può sapere quando avremo delle risposte?» Caverni dello stesso partito ha aggiunto che depone a favore dell'utilità del Piano il fatto che città come Torino, che l'hanno adottato in momenti di crisi, abbiano conosciuto un nuovo sviluppo, ma 'lo sforzo compiuto finora e i tempi impiegati sono sproporzionati rispetto a ciò che si è ottenuto e i risultati attesi si allontanano troppo'. Parere diametralmente opposto è stato espresso invece da Aurelio Donzella dell'Idv: «Il Piano strategico non è la bacchetta magica che risolverà tutto, ma è l'insieme delle regole che permetterà di adttarsi alle problematiche di una realtà in rapida evoluzione. I punti nodali da affrontare per uscire dalla crisi sono la sostenibilità dello sviluppo, in particolare con il raggiungimento dell'autonomia energetica utlizzando fonti rinnovabili come i rifiuti, il rafforzamento della cultura e la questione dell'immigrazione, che andrà risolta favorendo la pacificazione tra autoctoni e stranieri e la diffusione della legalità in modo che ci sia un'unica popolazione di Prato, e l'assetto urbanistico del territorio con il completamento delle infrastrutture. Credo che la fase progettuale del Piano strategico possa rispondere a queste esigenze». Anche Maria Grazia Cimabellotti della Margherita ha espresso il proprio assenso al Contesto exit affermando che l'atteggiamento e la modalità attuativa sono vincenti contro la crisi: «Le linee espresse non sono generiche ed astratte, ma anzi c'è una piena consapeviolezza del problema e lo sforzo di trovare il sistema che risolleverà la città. E' positivo poi che il lavoro sia in itinere e che l'analisi prosegua anche nelle fasi successive».
1004/05

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