19/10/2005 15:36
Organizzazione
Gli effetti illustrati dall'assessore Loredana Ferrara
«Con questa Finanziaria tagli al personale e servizi a rischio»
Le conseguenze ricadrebbero interamente sui contratti a termine e sui co.co.co.
«Il Piano di assunzioni è stato fatto nell'ottica di dare una soluzione al problema del precariato, seguendo gli indirizzi del Consiglio comunale». Presenta così l'assessore all'Organizzazione Loredana Ferrara il programma di 55 assunzioni in tre anni, fino al 2007. In realtà più che di assunzioni nuove, fatta eccezione per due architetti da assegnare all'Urbanistica e 20 vigili urbani (solo 10 considerando i pensionamenti nel 2006) «figure imprescindibili - dichiara Ferrara - per il territorio», il resto si traduce nella trasformazione di rapporti di co.co.co. in contratti di formazione, «nel segno di una maggiore stabilità di lavoro».
Solo che su tutto pende la Finanziaria che, nel testo attuale, stabilisce che la spesa per il personale non debba superare quella del 2004, ridotta dell'1%, al netto dei rinnovi contrattuali. Il tetto per il Comune di Prato sarebbe fissato in 40 milioni e 291 mila euro, 407 mila euro in meno rispetto al 2004. Ma se si considerano le spese per il personale sostenute nel 2005, e la stima prevista per il 2006, all'appello mancherebbe 1 milione di euro, o giù di lì.
Risultato: non solo il piano predisposto dall'assessore Ferrara comporta al termine del triennio una riduzione di 4 unità della pianta organica, da 1064 a 1060, l'effetto più immediato sarebbe quelo di non consentire l'attivazione di 34 nuovi contratti (comprese nove assunzioni a dicembre, per la scadenza di altrettanti contratti di formazione), e di incidere in quella vasta area del precariato (provvisori e co.co.co.), che di fatto consente l'apertura dei servizi, e che il Comune, sia pur con molta gradualità, intenderebbe riassorbire.
Prato, fra le città della sua stessa dimensione, ha la media più bassa di dipendenti comunali rispetto alla popolazione: sono 60 ogni 10 mila abitanti. «Ormai siamo ridotti all'osso» chiosa Ferrara. Tanto all'osso che «per far fronte alle carenze di personale», si è ricorsi spesso a rapporti di lavoro a termine e ai co.co.co.
Ma se la Finanziaria non cambia («spero in un miracolo» dice l'assessore), c'è da spremere dell'altro. E poichè il 'taglio', come è comprensibile e stabilito dalla stessa Finanziaria, non si riverserebbe sul personale di ruolo, con l'attuale testo si avrebbero ripercussioni sui servizi.
Le scelte non sarebbero tante: o non si rinnovano i contratti a termine (le assunzioni provvisorie ammontano a 2.128.000 euro), o si opera una drastica riduzione dei co.co.co., la cui spesa ammonta a 1.800.000 euro. Nell'uno caso in pericolo sarebbero i servizi scolastici, dove il precariato ricopre ormai quasi il 30% del personale, nell'altro a farne le spese sarebbero i servizi bibliotecari, l'area informatica, la Scuola di musica dove gli insegnanti sono tutti assunti con contratti di co.co.co. per un importo di 400 mila euro, i servizi di intermediazione culturale (multietnica) per importo pari a circa 300 mila euro, i servizi culturali e della pubblica istruzione per circa 110 mila euro.
Nè c'è da sperare in effetti significativi di risparmio, stimato in 170/200 mila euro, dal mancato turnover: la non sostituzione di alcuni profili, ad esempio educatrici e operatori di vigilanza, si tradurrebbe inevitabilmente, nel migliore dei casi, in ulteriori assunzioni a termine (stessi costi ma aumento del precariato), nel peggiore in una riduzione dei servizi.
La conclusione di Ferrara è netta: «Non è vero che la Finanziaria non operi tagli al personale, anche se scarica i suoi effetti su quello non di ruolo. E non è vero che non vi sarebbero conseguenze per i servizi».
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