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Comune di Prato

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10/11/2005 15:57
Consiglio Comunale Nella seduta straordinaria dedicata alla legge in discussione

La Finanziaria divide ed An esce dall'aula

Il gruppo ha ritenuto il dibattito prematuro e preelettorale, ma attraverso Bernocchi ha poi spiegato la propria posizione
La discussione sulla legge finanziaria 2006, a cui è stato dedicato il Consiglio comunale straordinario di lunedì, ha provocato l’uscita dall’aula del gruppo di An, che ha accusato la maggioranza di voler fare solo un inutile esercizio di anti-berlusconismo in vista delle elezioni. Come ha spiegato il consigliere Maurizio Castagna, il dibattito sarebbe stato prematuro «perché non c’è ancora l’oggetto su cui discutere, dato che il disegno di legge è appena approdato in Senato: non è un dibattito leale, è un’opposizione fine a se stessa anti-Berlusconi, unico cemento del centrosinistra per le elezioni del 2006». Durante il lungo dibattito che è seguito alla presentazione di tre ordini del giorno, è rientrato però sul proprio banco Filippo Bernocchi di An, rinunciando la gettone di presenza, per spiegare la sua posizione anche come membro del Consiglio nazionale dell’Anci e della Giunta esecutiva dell’ente: «In tema di sprechi si poteva evitare il costo di questa seduta accorpando la discussione ad una normale seduta del Consiglio. La Finanziaria innanzitutto non parla di tagli, ma di limiti alla spesa e manovre come quelle ad esempio del ’98 e del ’99, che imponevano una forbice del 10-12%, sono state più pesanti. La Casa delle libertà ha proposto di applicare per la prima volta un principio meritocratico tagliando 1,7% in meno ai Comuni e in più invece alle Regioni, che hanno speso molto e male, come dice anche la Corte dei conti. L’incidenza della Finanziaria 2006 non provocherà certo le catastrofi che dipinge la sinistra: vuole solo evitare vari sperperi del denaro pubblico che sappiamo esserci: un esempio per tutti è quello delle esternalizzazioni dei servizi, di cui si è abusato e che hanno provocato un ingiustificato aumento delle spese e una duplicazione delle funzioni in molti casi». L’uscita di An è stata stigmatizzata da vari esponenti della maggioranza e dell’opposizione, tra cui Gerardina Cardillo, Luca Roti della Margherita, Aurelio Donzella dell’Italia dei valori e Mauro Vannoni di Sinistra per Prato viva: «E’ stato un errore non partecipare al dibattito – ha affermato la capogruppo Ds Cardillo – perché a lamentarsi di questa situazione e di questa Finanziaria non sono stati solo i sindaci di una certa ala». «Questo Governo è lontano anni luce dal ritratto che ha fatto An – ha aggiunto Roti – L’inadeguatezza è la sua caratteristica e dobbiamo fermare il processo di strangolamento della finanza locale, non si tratta di facile allarmismo». Anche Matteo Biffoni, Lavinia Rosseti e Massimo Pagnini dei Ds hanno puntato il dito contro la Finanziaria, che «forza di tagli è arrivata all’essenza, alla qualità e la quantità dei servizi, per scaricare sulle periferie l’inettitudine del Governo e coprire i buchi del bilancio statale senza affrontare la crisi del Paese». Per il capogruppo di Rifondazione Leonardo Becheri la manovra 2006 è l’ultima di una serie di finanziarie del Governo di centrodestra contingenti e senza un progetto politico di base, «Quello che li ha portati a vincere le elezioni gli è hranato addosso, perché c’è stato tutt’altro che un miracolo economico». Il capogruppo di Fi Goffredo Borchi ha gettato acqua sul fuoco riconoscendo il merito al Comune di Prato di non aver compiuto sprechi macroscopici come in altri enti e ha sottolineato che però la Finanziaria agisce anche di fronte ad un periodo di profonda crisi economica che investe il panorama internazionale: «E’ vero che si chiedono sacrifici agli Enti locali, ma la coperta è corta e questo Governo ha sicuramente governato in una fase di crisi di gravità mai registrata negli ultimi 30 anni. Le economie da fare si possono trovare nei bilanci comunali, anche perché tanti Comuni sono stati molto meno attenti di Prato». Giovanni Luchetti dello stesso partito ha rafforzato il concetto affermando che comunque Prato non subirà il taglio del 6,7% dei costi perché il passaggio da tassa a tariffa per lo smaltimento dei rifiuti è stato sufficiente a colmare la differenza “senza avere quindi a che fare con la cogenza della Finanziaria”.
1184/05

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