08/12/2005 14:00
Consiglio Comunale
Tra il pubblico della movimentata seduta gli abitanti di Casale
Un dibattito dai toni accesi tra proteste e applausi
Posizioni contrapposte e polemiche sulla soluzione del termovalorizzatore per i rifiuti e sulla collocazione a Le Pantanelle
Rispettando le attese, è stata una seduta molto movimentata quella di ieri del Consiglio comunale, in cui si è discusso della collocazione del termovalorizzatore a Le Pantanelle: il Salone era gremito dagli abitantti di Casale, contrari all'impianto, che hanno a più riprese interrotto il dibattito con proteste o applausi. Dopo la comunicazione sull'aggiornamento del Piano integrato provinciale per la gestione dei rifiuti urbani e speciali fatta dall'assessore all'Ambiente Camilla Curcio, anche se a fatica si sono susseguiti gli interventi che hanno espresso con toni vivaci posizioni contrapposte sul cogeneratore e lo smaltimento dei rifiuti.
Ad aprire la discussione è stato il capogruppo di FI Goffredo Borchi, che insieme ad An ha sottoscritto una mozione per chiedere che venga fatto un passo indietro sulla scelta del termovalorizzatore: «Dobbiamo premere sulla REgione affinchè il Piano sia interprovinciale e non provinciale. Il nostro territorio è il più industrializzato della Toscana e ha già pagato troppo in termini ambientali, pensiamo al Calice o all'impianto di depurazione di Baciacavallo. Si è fatto un grosso passo indietro rispetto a quando la Provincia di Prato si era accordata con la Regione per un Piano interprovinciale per i rifiuti che ci avrebbe messo al riparo ambientalmente. Ma poi il Piano è saltato, perchè a qualcuno non tornavano i conti». All'intervento ha reagito con veemenza Massimo Taiti del Nuovo Psi-Taiti per Prato, che ha ricordato a Borchi che anche il programma della Casa delle Libertà puntava sulla realizzazione del termovalorizzatore dei rifiuti a Prato: «FI dovrebbe rileggersi il proprio programma: a pagina 3 leggo che Prato dovrebbe diventare indipendente dal punto di vista energetico per diminuire i costi di produzione attraverso una centrale elettrica con cogeneratore interno e il termovalorizzatore. La stessa cosa viene ripetuta a pagina 7. Quindi smettiamola di prendere in giro al gente solo per strappare applausi».
Nettamente contraria all'impianto a prescindere dalla collocazione la posizione di Rifondazione comunista, che ha presentato una mozione in merito: «L'unica forza politica che da sempre si è opposta al termovalorizzatore anche prima delle elezioni siamo noi - ha detto il capogruppo Becheri - Prima di comunicare dove sorgerà l'impianto perchè non si vuole discutere se farlo o meno coinvolgendo la gente? La nostra era una proposta politica seria, che chiedeva una moratoria di due anni prima di decidere rafforzando intanto la raccolta differenziata. Ma la Regione ha tagliato i fondi in bilancio destinati alla promozione della differenziazione dei rifiuti». «Prato è la prima città in Toscana per la raccolta differenziata - ha aggiunto Mauro Vannoni, dii Sinistra per Prato viva - Un'alternativa c'è alla termovalorizzazione, ma non si vuole percorrere questa strada. Inoltre il sito scelto non è certo adatto, sia perchè è a rischio idrogeologico, sia perchè nei prossimi anni a pochissima distanza, a Galciana, sorgeranno 1000 abitazioni: dopo tanti sacrifici questa gente vedrà svalutata la propria casa».
Maurizio Bettazzi di An ha replicato a Taiti che 'se era in contrapposizione alla Casa delle Libertà nelle elezioni comunali lo era anche all'Ulivo e quindi bisognerebbe che ricordare chi si rappresenta e chi ci ha votati, anzichè rincorrere consensi e applausi per fini e accordi elettorali. Credo che su questa questione anche Rifondazione sarebbe fagocitata dalla maggioranza sempre per scopi elettorali'.
Fabio Caregnato dei Ds ha riportato la discussione sull'opportunità del termovalorizzatore, sottolineando che anche se la raccolta differenziata a Prato è ad ottimi livelli, arriva a malapena al 50% e rimane comunque la metà dei rifiuti da smaltire: «Bisogna sostenere lo sviluppo salvaguardando l'ambiente e sicuramente con le discariche non lo facciamo. Ogni anno a Prato si producono 700 kg di rifiuti per abitante. C'è quindi anche un problema etico e di assunzione di responsabilità che può essere risolto solo con l'autosufficienza, così come prevede il decreto Ronchi, non la Regione, che dice che ogni Provincia deve essere autonoma nello smaltimento dei rifiuti. Pensiamo anche a quello che succede in Campania e alle infiltrazioni delle ecomafie in queste questioni». Matteo Biffoni dello stesso gruppo ha aggiunto che a fronte di un aumento dei rifiuti riciclati c'è anche l'aumento di quelli prodotti, che quindi erode la percentuale della raccolta differenziata. D'accordo anche il capogruppo Aurelio Donzella dell'Italia dei valori, che ha ricordato lo stile di vita consumistico dell'Occidente e i problemi d'inquinamento dovuti al surriscaldamento del pianeta per l'uso quasi escusivo del petrolio e derivati senza cercare fonti energetiche alternative e rinnovabili. Il capogruppo della Margherita Luca Roti ha ribadito che nel programma elettorale con cui la coalizione di centrosinistra ha vinto la scelta del termovalorizzatore era chiara e ben specificata, 'pertanto il percorso intrapreso è stato del tutto trasparente e coerente'.
Di tenore diverso l'intervento di Paolo Fattori di Rifondazione comunista, che ha insistito sulla mancanza di adeguati dati scientifici e sulla pericolosità dell'impianto: «Vorrei chiarire, anche in riferimento a quanto detto da Caregnato, che le discariche ci saranno lo stesso, anche con il cogeneratore. Inoltre dato che i casami tessili sono assimilati ai rifiuti urbani, tutto finirà nell'impianto, ma senza alcuna certezza della composizione dei materiali che andranno bruciati e quindi di ciò che sarà sprigionato nell'aria. Senza contare che i filtri degli impianti più moderni sono 25 volte più grossi delle particelle dannose più piccole prodotte con la combustione ad alta temperatura che sono state identificate, ma ce ne potrebbero essere ancora altre più piccole. Com'è possibile pensare di creare un impianto simile senza sapere cosa brucerà e le emissioni che produrrà? O forse questo studio c'è già. L'inceneritore significa cancro per tanti e soldi per pochi». Roberto Baldi di FI ha affermato che la percentulae dell'insorgenza di tumori a Prato è in costante aumento e che 'le scelte non devono ricadere sui più deboli'.
An non ha assunto una posizione unanime, perchè come ha spiegato Gianluca Banchelli, è tutt'ora in corso un dibattito aperto all'inteno del partito su questa scelta su cui non c'è identità di vedute. Banchelli è appunto tra quelli che hanno fatto un passo indietro a riguardo: «Prato ha il più alto tasso di immissioni nell'aria e anche il più alto tasso di tumori: l'inceneritore sarebbe un modo per diminuire le polveri e l'inquinamento nell'aria? Così la maggioranza tutela la salute di chi l'ha sostenuta e votata? Senza contare che l'energia che produrrebbe l'impianto è minore di quella che serve per la combustione». Il capogruppo del partito Gianni Cenni ha spiegato che An non è contraria alla termovalorizzazione, ma ha chiesto una rivalutazione della collocazione dell'impianto 'perchè prevale la sensazione che le scelte siano già state fatre ad altri livelli'. Vista appunto la discussione interna al partito, Cenni ha lasciato libertà di voto ai propri consiglieri sulle due mozioni, di Rc e di FI-An.
La capogruppo Ds Gerardina Cardillo ha rivendicato che se Prato siede al tavolo di confronto e discussione con la Regione sul piano dei rifiuti è per merito della maggioranza di centrosinistra e che sarà comunque sempre perseguito l'interesse dei cittadini.
1316/05
Condividi su: