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Comune di Prato

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14/01/2006 13:59
Ambiente Centro di scienze naturali di Galceti: bilanci e programmi

Progetti importanti e un sogno nel cassetto: una nuova sede

Il ripopolamento dei cinghiali maremmani, la fattoria didattica, lo studio dei cetacei e il villaggio preistorico gli altri progetti
E' un bilancio più che positivo quello relativo al 2005 del Centro di scienze naturali di Galceti, che si prepara ad affrontava il 2006 con progetti e collaborazioni importanti e un sogno nel cassetto da realizzare: una nuova sede più idonea all'attività e che permetta un ulteriore sviluppo. Il riepilogo dei risultati ottenuti nell'anno appena concluso è stato presentato stamani in Palazzo comunale dal presidente Massimo Calissi, dal direttore Gilberto Tozzi, da Deanna Tozzi e dall'assessore all'Ambiente Camilla Curcio. Le cifre illustrate parlano da sole del successo ottenuto dalle molteplici attività del centro: i visitatori sono stati 35781, di cui 8600 studenti accompagnati dagli insegnanti, 4459 gli animali selvatici recuperati e curati, 50 le iniziative di carattere culturale, ambientale e di ecoturismo con visite guidate, documentari e osservazioni al planetario, 4 le mostre itineranti ospitate. «L'Amministrazione comunale è davvero soddisfatta del lavoro svolto nella struttura, un punto d'eccellenza del nostro territorio - afferma Camilla Curcio - Il Centro di scioenze naturali non è solo un museo, non è solo un parco, non è solo un polo ambientale e di studio scientifico, ma è un ente polifunzionale che riesce a sintetizzare tutto questo creando uno stretto legame anche con i cittadini. Il progetto più ambizioso e necessario per il 2006 è realizzare una nuova sede, anche procedendo per fasi graduali ed intermedie: Per questo stiamo cercando di individuare fonti di finanziamento e collaboerazioni con altri enti ed istituzioni». L'impegno di spesa che sarebbe necessario si aggirerebbe intorno ai 10-12 milioni di euro, secondo una prima stima: «La necessità di una nuova sede nasce per due motivi principali: - aggiunge Calissi - che attualmente siamo in affitto in un immobile della Curia diocesana e che l'edificio è fatiscente, senza riscaldamento nè condizionamento, con barriere architettoniche e senza le caratteristiche necessarie per un vero museo e centro di scienze naturali. Non abbiamo infatti una sala conferenze, nè un vero percorso museale, spazi per esporre reperti e altri elementi che per ora non possiamo mettere in mostra, nè un punto ristoro». Nonostante gli spazi angusti ed inadeguati il Centro è però riuscito ad imbastire collaborazioni importanti a livello nazionale ed internazionale, in particolare per la salvaguardia e il censimento delle specie animali a rischio di estinzione. Come ha spiegato il direttore Tozzi, il Centro collabora con il Earthworm fertilizing project contro la desertificazione, con il Consorzio Centro di conservazione germoplasma animali in via di estinzione del Circello e costituisce il Focal point Fao per l’Italia e per il Mediterraneo per il cinghiale maremmano: quest'animale prima tipico della Toscana si è salvato solo grazie all'intervento di Gilberto e Deanna Tozzi, che nel 1966 poco prima della grande alluvione di Firenze salvarono le pochissime coppie rimaste nel parco delle Cascine. Adesso gli esemplari allevati nel Centro di Galceti sono 20, divisi in tre famiglie, e l'obiettivo è operare il ripopolamento della razza partendo da alcune zone della Toscana. Per questo la Regione ha finanziato con 40mila euro un progetto per realizzare delle 'nursery' dove le femmine potranno curare i piccoli e aumentare il numero dei cinghiali maremmani 'puri'. Un altra importante collaborazione è con Cetus, Centro didattico di Educazione ambientale e studio mammiferi marini con sede a Viareggio. Il Centro pratese grazie a Saverio Tozzi, figlio di Deanna e Gilberto, ha messo a punto un sistema con camera subacquea per lo studio comportamentale dei Tursiopi, collegando le immagini anche alle voci dei delfini. Ha programmato nelle scuole i documentari realizzati sempre in collaborazione con il Cetus stesso. Inoltre il catamarano da ricerca Krill del Cetus, sul quale insieme ai delfini è presente il logo del Centro, dal 13 aprile al 12 giugno ha realizzato il progetto “Un delfino nel porto”, navigando nei principali porti all’interno del santuario dei cetacei, organizzando, in collaborazione con le istituzioni locali, club nautici e scuole, conferenze proiezioni e filmati su delfini e balene. Dal golfo di La Spezia a quello di Piombino sono stati censiti 70 cetacei, grazie alla particolare 'impronta digitale' distintiva scoperta sulla pinna dorsale, e sono state studiate le capacità di comunicazione di questi mammiferi attraverso gli idrofoni. Su questo fronte è in atto anche una collaborazione con la Nato per far sì che le onde lunghe e corte emesse da sommergibili e navi militari non interferiscano con i branchi di cetacei provocando il loro disorientamento e i fenomeni di spiaggiamento. Continueranno poi le attività del telerilevamento degli incendi nell'area che abbraccia il territorio di Prato e buona parte di quello fiorentino e pistoiese, per il quale il Centro è stato il primo in Europa nel 1984. Tante le novità anche per la didattica: è prevista infatti la creazione di una sorta di villaggio neolitico nel parco della preistoria, ai piedi del Monteferrato, dove in 4 ettari di terreno ( il Centro è costituito in tutto da 16 ettari) saranno illustrate e riprodotte le specie quaternarie che erano proprie della Toscana, e la creazione di una fattoria didattica per dare la possibilità anche ai bambini di oggi di osservare gli animali domestici.
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