17/01/2006 11:14
Circoscrizioni
Il 23 gennaio sarà presentata la relazione della Commissione
Sicurezza e integrazione nel Consiglio del Quartiere ovest
Realizzata la mappa dello spaccio e l'analisi della presenza straniera, di prima e seconda generazione
La sicurezza urbana ed l'integrazione multietnica sono i temi al centro del Consiglio circoscrizionale ovest in programma per il 23 gennaio alle ore 21.15 presso il Centro Civico di via Isidoro del Lungo: nel corso della serata sarà presentato il risultato finale del lavoro della commissione temporanea dedicata proprio a questo tema, che ha affrontato il problema attraverso quattro percorsi principali mettendo in luce alcune situazioni difficili nel quartiere ovest e definendo una mappa dei luoghi dello spaccio. I quattro argomenti sono stati la sicurezza urbana, la percezione di insicurezza e i rapporti con il territorio (circoli, parrocchie, associazionismo), sicurezza e spazi di incontro, con la relazione tra scelte urbanistiche e fenomeni di devianza, e l'integrazione delle comunità migranti con l'acquisizione dei dati statistici sulla presenza di stranieri: «Ringrazio il presidente della commissione Paolo Sambo e tutti i componenti per l’ottimo lavoro svolto – dice Giovanni Mosca, presidente della Circoscrizione ovest - un’esperienza positiva che è servita ad evidenziare alcune situazioni difficili nel quartiere ovest, un’esperienza pilota che potrebbe essere esportata anche nelle altre Circoscrizioni, un esempio di buona pratica visto l’attento monitoraggio che ha prodotto e la stretta collaborazione che si è istaurata con le forze dell’ordine, in particolare con i Vigili del distretto Ovest».
I luoghi di spaccio di sostanze stupefacenti sono
Galciana (campo sportivo), Maliseti (zona PalaPrato e via del Gorello), Vergaio (zona casello autostradale), Viaccia (lungo la ferrovia), solo per citare le situazioni più acute.
«Dopo i blitz delle forze dell’ordine e gli arresti compiuti nei mesi scorsi – sostengono Mosca e Sambo - ora bisogna riconquistare il territorio, sviluppando progetti con l’associazionismo, con una maggiore manutenzione e dove possibile illuminazione degli spazi verdi, e soprattutto rilanciando l’attività di prevenzione nelle frazioni». La relazione della Commissione conferma quanto già emerso nel corso degli incontri con i cittadini nella “Giornata dell’Ascolto”, iniziativa lanciata dalla Circoscrizione stessa. La situazione deve fare anche i conti con la carenza di organico dei vigili di distretto, che per il territorio ovest sono 15, part-time compresi, impegnati anche nella gestione degli incidenti stradali.
Spaccio, ma non solo: nella periferia ovest si registrano anche frequenti attivi di vandalismo (recentemente è stato incendiato il bocciodromo di Maliseti), spicca il fenomeno delle auto abbandonate e negli ultimi mesi sono giunte segnalazioni di famiglie che vivono in camper in sosta nei pressi delle case di via Capitini. Inoltre, lungo le principali arterie di scorrimento, si è sviluppato un giro di prostituzione.
«Tali situazioni finiscono per generare nel cittadino un senso di insicurezza – afferma Sambo – nonostante tutto, la nostra periferia resta abbastanza sicura, sebbene nei prossimi anni questa zona sarà interessate da profonde trasformazioni, che dovranno essere accompagnate da nuovi spazi di socializzazione e da servizi».
Tra i risultati della commissione anche il dialogo instaurato con l’Assessorato alla Città Multietnica e che proseguirà nei prossimi mesi. Alcuni dati a proposito della presenza di stranieri nella zona ovest della città: al 31 dicembre 2005 nel Comune di Prato si contano 19.771 residenti (con un’incidenza 10,8%), mentre nella sola Circoscrizione Ovest gli stranieri residenti sono 3.401 stranieri (incidenza 9,7%). Se a questi si aggiungono soggiornanti ed irregolari, non è difficile stimare nel quartiere ovest una presenza di almeno 5-6.000 unità. Il 60% degli stranieri residenti nel territorio ovest è costituito da asiatici (cinesi ed in piccola parte pakistani), il 27% da est europei (albanesi, russi e ucraini), l’11% da africani (principalmente magrebini).
«Fino ad oggi – conclude Sambo - ha funzionato prevalentemente un meccanismo di integrazione delle comunità migranti di tipo economico. Nell’immediato futuro è necessario affrontare i processi di inserimento e di inclusione in termini di cittadinanza, come accesso ai servizi, percorsi formativi, rappresentanza politica.
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