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Comune di Prato

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26/01/2006 16:05
Consiglio Comunale Il dibattito sugli indirizzi di Bilancio per il 2006

«La nostra sfida: servizi e investimenti nonostante i tagli»

Nelle conclusioni indicate le modalità d'azione e d'intervento. Dibattito aperto dal vice sindaco Bencini
«La vera scomessa di questo Bilancio è assicurare il volume di investimenti necessario allo sviluppo della città e mantenere il livello e la qualità dei servizi in una realtà che cresce». Sono queste le due indicazioni principali (investimenti adeguati e servizi inalterati) fornite dal sindaco Marco Romagnoli nel dibattito in Consiglio comunale sugli indirizzi di Bilancio per il 2006. «Fare il Bilancio nelle attuali condizioni - ha proseguito il sindaco - è difficle. Siamo in presenza di un quadro nazionale e locale complesso, per i problemi della Finanza pubblica che il governo scarica sugli Enti locali e a causa dell'economia. Il Bilancio è costretto a prendere atto dei tagli operati dalla Finanziaria». I “tagli” sono quelli noti: la riduzione nell'ordine del 6,7% della spesa corrente; la diminuzione del 10% dei costi riferiti agli organi politici (giunta e Consiglio comunale); l'1% del monte salari. Soprattutto su quest'ultimo aspetto si appuntano le considerazioni di Romagnoli, che annuncia il «ricorso contro il taglio dell'1%», definito dal sindaco «inutile, perchè ricompreso nel 6,7%, ingiusto e dannoso». «E' in questo passaggio stretto - chiosa - che avviene la sfida del Bilancio». Di sicuro, il sindaco lo scandisce a chiare lettere, «non ci saranno aumenti di tasse e tariffe». Inoltre si procederà col sistema Isee «in termini di maggiore equità» e all'introduzione di «meccanismi perequativi» per quanto concerne Ici e pressione fiscale. Come fare allora a mantenere i servizi in una città che ha un trend demografico in crescita e con «risorse drasticamente ridotte»? La risposta è su due piani: il primo, più attinente alla gestione delle politiche di Bilancio, inerisce «l'aggiornamento del ruolo e delle funzioni delle aziende partecipate e la riorganizzazione del Comune»; il secondo chiama in causa direttamente lo Stato e anche la Regione. Dice infatti il sindaco: «C'è bisogno di un confronto istituzionale coi ministeri e la Regione per ridefinire i rapporti finanziari per quanto concerne i trasferimenti e affinchè, soprattutto lo Stato, assicuri gli impegni di propria competenza». «Non possiamo accettare - continua il sindaco - che lo Stato, oltre ad operare tagli entro cui gli Enti locali devono svolgere i loro bilanci, riduca drasticamente i trasferimenti, tra cui sicuramente quello più odioso riguarda i 2 milioni di euro per il sociale. Lo Stato non può tagliare e poi non garantire le scuole materne e superiori necessarie, le dotazioni degli uffici, gli organici delle Forze dell'ordine». Ma Romagnoli si rivolge anche alla Regione: «C'è una nuova attenzione e vengono date ottime risposte ma ciò non basta. E' necessario, in particolare su sanità e sociale, che pure il livello regionale intervenga con maggiori risorse». Le conclusioni del sindaco sono in linea con le precedenti argomentazioni: «Razionalizzare la spesa e un'adeguata presenza dello Stato sono le due condizioni per assicurare i servizi e la sufficiente quota di investimenti. E' infatti a questo livello che avviene l'intreccio fra Bilancio 2006 e prospettive strategiche. Opereremo per attivare il massimo di disponibilità finanziarie, attirando anche investimenti privati che possano produrre effetti sulla spesa pubblica». In apertura di seduta è stato il vice sindaco e assessore alle Finanze Roberto Bencini ad introdurre la discussione sugli indirizzi di Bilancio 2006. Bencini ha indicato gli obiettivi delle politiche di Bilancio: graduale discesa della spesa corrente, verifica delle spese storiche; investimenti a livelli adeguati: 30 milioni di euro nell'immediato, 35 nel medio periodo, 50 milioni come quota ottimale; coordinamento più stretto fra gli enti locali e la Regione nella gestione dei progetti; significativa riduzione dei proventi della legge 10 (concessioni edilizie) da utlizzare sempre più per gli investimenti e sempre meno per la spesa corrente; pressione tributaria secondo criteri perequativi e non utlizzo delle eventuali maggiori entrate tributarie per la spesa corrente; riduzione ulteriore delle aree di evasione; «esame della situazione delle aziende partecipate per verificarne obiettivi, missione, economicità, efficienza», valutando anche l'«opportunità di creare tra loro economie di scala e maggiori sinergie con l'Amministrazione comunale». Per Bencini tutto ciò esige un “nuovo Comune”, per cui il processo di riorganizzazione della sua macchina «non può essere disgiunto da un percorso di rivisitazione delle risorse finanziarie destinate alla spesa corrente».
100/06

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