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Comune di Prato

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10/02/2006 16:26
Ambiente L'assessore Curcio presenta il progetto di risanamento

Discarica Coderino, inizia la bonifica

L'impianto dismesso da tempo sarà completamente “isolato”
Si parte: da maggio/giugno prende avvio, con la prima fase dell'intervento, la bonifica della discarica del Coderino, in quel di Iolo. L'annuncio è stato dato dall'assessore all'Ambiente Camilla Curcio, insieme ai tecnici del gruppo (gli ingegneri Lorenzo Frasconi e Giovanni Nerini, il geologo Gianluca Gaddi, il dottor Sergio Spagnesi) che hanno messo a punto il progetto di “messa in sicurezza permanente” dell'ex discarica. «Un intervento molto atteso - lo definisce l'assessore Curcio - e dall'alto valore ambientale». Cinque sono le fasi (la prima, con inizio a maggio/giugno, durerà più o meno cinque mesi) del risanamento, con l'obiettivo finale di rendere l'ex discarica una grande oasi verde «dal momento che è inserita nel contesto del parco dell'Ombrone, uno dei percorsi verdi contemplati dal piano regolatore» (Curcio). Il progetto complessivo, per un costo stimato di 6 milioni di euro, prevede l'“isolamento” della discarica, in pratica la sua copertura con un sistema drenante, per evitare le infiltrazioni di acqua piovana e la fuoriuscita del percolato (il liquame prodotto dai rifiuti), che sarà successivamente ridotto e convogliato verso l'impianto di depurazione di Baciacavallo. L'ultima fase sarà costituita dal cosidettto “risanamento ambientale”, con la dimora di terra vegetale per la coltivazione e la piantumazione. C'è un fatto importante, come hanno sottolineato gli intervenuti e la stessa assessore Curcio: la prima fase dei lavori (costo 800 mila euro) è finanziata con soldi provenienti dalla Regione, attraverso il Docup. «Un finanziamento - dice ancora l'assessore - che apre la strada ad altre linee di credito, per un'opera di bonifica da concludere enro il 2007/2008». Del resto il risanamento dell'ex discarica di Prato (800 mila tonnellate di rifiuti, presenti anche in profondità e non solo nella collinetta che ne struttura attualmente il profilo) è contemplato nel Piano regionale di bonifica delle aree inquinanti, poi assunto da quello provinciale. La bonifica, peraltro, parte dopo anni di indagini sul corpo interno della discarica e sulle aree esterne, per verificare eventuali inquinamenti della falda e la presenza di sostanze velenose. Indagini che hanno dato esito negativo. «Le indagini effettuate - prosegue l'assessore, supportata dai tecnici presenti - hanno dato risultati confortanti». Anche perchè di ben altra sostanza sarebbe stata l'operazione di bonifica, e ben altri sarebbero stati i costi, se falda e terreno circostante fossero stati contaminati. Scartata, nel formulare il progetto, l'ipotesi di rimuovere l'intera massa di rifiuti, per i costi «insostenibili» (circa 100 milioni di euro) e per lo scarso rendimento ambientale «sia in termini di trasporto, che avrebbe pesato sulla zona, e per doverli portare da un'altra parte, con un carico ecologico praticamente inalterato». Più produttiva invece la via intrapresa, in assenza di contaminazioni, di isolare l'intera discarica con un primo spessore di materiale drenante, uno strato successivo di argilla di per sè impermeabile (lo stesso fondo della discarica è costituito da argilla e ciò ha salvato la falda da fuoriuscite) e un'altro strato di materiale inerte, il tutto per 2,50 metri di spessore. In pratica la discarica sarà “confinata” e la prima fase delle operazioni consiste proprio nel “confinare” il percolato, nel bloccare la sua fuoriuscita, per poi ridurlo e canalizzarlo verso gli impianti di depurazione. Più o meno la stessa cosa verrà fatta per il biogas, l'altro problema connesso alle discariche, attraverso un sistema di captazione e combustione, costituito da una serie di pozzi sulla sua superficie e da una rete di trasporto e collegamento. Fin qui il progetto, che sarà presentato ai cittadini della zona in assemblee promosse dalla Circoscrizione Sud. Ad Iolo del resto l'attesa era grande, per una discarica che ha funzionato fino al 1980, o poco più in là, per poi essere chiusa. «C'è stata sempre molta attenzione - chiude l'assessore Curcio - La discarica è stata continuamente monitorata nel corso del tempo. Ora passiamo al risanamento». DISCARICA CODERINO - UN PO' DI STORIA La vicenda ha inizio a cavallo degli anni ’70 e ’80, prima della normativa del 1982 sulla gestione e il trattamento dei rifiuti, quando il Comune utilizza un terreno privato di 10 ettari in località Coderino come discarica per i rifiuti urbani pratesi. Durante gli anni ’80 la discarica venne dismessa (è circa 25 anni che non funziona) per l’entrata in funzione dell’impianto di San Martno a Maiano, in cui vengono conferitii i rifiuti di Prato. Secondo l’accordo siglato con i proprietari, il Comune si impegnava a restituire l’area alla fine delle opere di riqualificazione senza chiedere alcun corrispettivo in cambio. Da qui deriva l’obbligo per l’Amministrazione di recuperare l’aspetto ambientale dei due lotti di terreno del Coderino. I Piano regionale di bonifica delle aree inquinate censisce l’ex discarica di Iolo rimandando al Piano provinciale la definizione dei termini di presentazione del progetto di bonifica e messa in sicurezza. Il Piano provinciale delle bonifiche dei siti inquinati del 2004 pose il Coderino nella prima classe di rischio, prevedendo di procedere entro un mese dalla data di esecutività del Piano alla verifica della necessità di misure d’emergenza per contenere eventuali fenomeni di contaminazione, cui far seguire la verifica dell’efficacia degli interventi e dello stato di qualità ambientale. Operazioni svolte dal Comune, sin dal 1999, con l'effettuazione di indagini preliminari chimiche e geognostiche, per accertare lo stato di inquinamento. Le indagini erano state precedute, nel 1996, da una campagna di rilevamenti da parte di Arpat nell’ambito del censimento dei siti da bonificare: dai prelievi di acqua di falda effettuati in quattro pozzi Consiag limitrofi non emersero contaminazioni e vennero esclusi altri rischi. Il programma finanziato viene diviso in due fasi: la prima è costituita da una campagna geognostica sulla discarica, con 5 sondaggi in tutto, conclusasi nell’ottobre 2001. La seconda, in realizzazione, ha come oggetto le aree circostanti e lo scopo di verificare la stratigrafia dei terreni e le acque di falda. I risultati della prima fase di caratterizzazione evidenziano che nel primo lotto l’ammasso dei rifiuti è profondo 7 metri e nel secondo 5. Sono state effettuate analisi del percolato nei terreni e nei serbatoi di raccolta. La campagna di indagine della seconda fase è in ultimazione e i campionamenti eseguiti indicano l’assenza di contaminazione delle acque di falda.
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