23/02/2006 13:59
Sport
Un intervento in relazione alla manifestazione dei tifosi
«Il problema è la frattura determinatasi con la città»
Un intervento del sindaco Marco Romagnoli in relazione alla manifestazione promossa per domenica prossima dai tifosi biancazzurri. Di seguito il testo:
«La manifestazione di domenica 26 febbraio suggerisce alcune riflessioni, prendendo spunto da una vicenda – le sorti della squadra – che ormai tiene banco da anni.
Il problema maggiore che sembra emergere – è che è emerso dall’attuale gestione della società biancazzurra – è la frattura che si è determinata fra il corpo vivo dei sostenitori del Prato calcio e lo staff dirigenziale del club.
Il punto è la lontananza, ma non l’indifferenza, che la grande massa degli sportivi pratesi ha verso i colori biancazzurri. Sicuramente si è raggiunto il punto più basso di disaffezione nella lunga storia della società, che data dal 1908.
Parlo di lontananza perché sono convinto che la dimensione della tifoseria non possa ridursi alle poche persone che la domenica, quando la squadra è in casa, occupano le tribune del Lungobisenzio. E’ vero che la fruizione dello spettacolo calcio è cambiata con l’avvento della pay per view, che gli spettatori diminuiscono, ma certo nella nostra città si è manifestato un lungo processo di disaffezione, ormai in corso da più di un decennio.
E’ una responsabilità con cui l’attuale dirigenza deve misurarsi. I vertici societari non possono chiamarsi fuori.
E qui si apre il secondo aspetto del problema. Una squadra di calcio, che identifica il nome della città, è un patrimonio sociale che “appartiene” anche ai suoi sostenitori, ma al contempo è sempre una società privata, ed è questo un dato ineludibile.
La questione riguarda la funzione dello sport e non solo del calcio. Ormai anche altre discipline, ai massimi livelli agonistici, fanno fatica ad andare avanti. E non sembra esservi una diffusa disponibilità a sostenerle economicamente. Nel caso del calcio nessuna.
E’ possibile, però, che lo sport, e il calcio, in una situazione anche di crisi, non possano essere considerati un’occasione per diversificare le proprie attività economiche? Lo sport – il calcio soprattutto – sono ormai uno spettacolo fondato sulla passione di milioni di persone. Può essere un utile investimento, anche in categorie diverse dalla massima serie. Più che una sollecitazione la mia – e a questo livello si possono offrire sponde istituzionali – è proprio l’avvio di un ragionamento, che deve avere l’industria, intesa in senso lato, come protagonista. Si tratta di iniziare una riflessione che ponga al centro l’investimento sportivo e la sua produttività, anche in termini economici».
223/06
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