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Comune di Prato

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13/03/2006 15:32
Consiglio Comunale Il presidente Valdemaro Beccaglia incontra due commissioni

Pecci, le strategie per il Bilancio

L'assessore Mazzoni: «Il Centro è uno dei cardini della politica culturale»
«Il nostro obiettivo strategico è fare del Pecci il centro regionale di arte contemporanea. A questa prospettiva stiamo lavorando in modo che il Museo, in questo modo, possa divenire un centro di rilievo nazionale e internazionale». Più o meno con queste parole il presidente del Centro per l'arte contemporanea “Luigi Pecci” Valdemaro Beccaglia ha disegnato il futuro del Museo ai commmissari delle commissioni consiliari “Programmazione e organizzazione” e “Politiche sociali e formative” che, insieme all'assessore alla cultura Andrea Mazzoni, ha incontrato nel primo pomeriggio, in Palazzo comunale, per una disamina sugli scenari della struttura del viale della Repubblica. E in effetti Beccaglia ha illustrato ai consiglieri comunali delle due commissioni le linee del “piano industriale”, che la presidenza sta definnendo nei suoi dettagli e che presto vedrà la luce. Quattro sono i punti fndamentali in cui si articola: il recupero della cosiddetta “mission”, a partire dai valori che il Centro ha rappresentato nei suoi 17 anni di storia, il rilancio del Museo, in chiave nazionale ed internazionale, tramite la sua “regionalizzazione”, la riorganizzazione interna per creare una “macchina efficiente”, una programmazione economico-finanziaria che eviti, nel futuro, sforamenti nella gestione (si spenda più delle risorse disponibili). L'idea del museo regionale di arte contrmporanea non è un miraggio. Beccaglia ha chiarito che l'impegno della Regione c'è, perchè sul piatto ci sono circa 4 milioni di euro «per ingrandire il Museo e realizzare il luogo dove ospitare la Collezione permanente, attualmente rinchiusa in uno scantinato». Si parte da lì, anche perchè un «museo che non è in grado di mostrare la propria collezione permanente non può dirsi un museo». Così come va avanti la riorganizzazione che ha già prodotto un'allegerimento delle spese con la chiusura delle collaborazioni “coordinate e continuative” e dei contratti a tempo determinato: gli operatori sono passati, già oggi, da 33 a 25 e l'organico probabilmente si ridurrà di altre due unità, per la fine di altrettanti contratti in scadenza. Rimarrà in buona sostanza solo il personale a tempo indeterminato; come impiegarlo e quali funzioni dovrà svolgere sarà oggetto del piano industriale, da presentare prima di tutto alle organizzazioni sindacali. L'obiettivo dichiarato «è creare una piccola struttura fissa permanente, da estendere in modo flessibile con collaborazioni di volta in volta necessarie in base ai progetti che saranno realizzati». Ma non solo di risanamento, ha spiegato Beccaglia, vive il Pecci. Intanto perchè la mostra «Opera Austria/Prospettive frammentate: arte nel cuore dell'Europa», in programma fino al 28 maggio, va bene, con oltre 2500 presenze registrate dall'inaugurazione avvenuta il 25 febbraio scorso, e poi perchè il Pecci sta ricostituendo il proprio patrimonio, con la prossima donazione di circa 200 opere provenienti dalla prestigiosa collezione Palli (il valore stimato è di oltre 500 mila euro), dopo la cessione della propria collezione al Comune in cambio del milione e 290 mila euro stanziati dall'Amministrazione comunale per “salvare” il Centro, evitandone la chiusura. Come dire che il risanamento si accompagna ad azioni che guardano già al futuro. Il rilancio, insomma, non è una chimera. E lo ha detto anche l'assessore Mazzoni: pur nelle ristrettezze finanziarie dei Comuni e dei “tagli” nazionali alla cultura «il Pecci rimane il cardine di una strategia che fa della cultura uno dei punti fondamentali di un programma di sviluppo per la stessa città». Il primo appuntamento è, fra l'altro, la creazione del “sistema provinciale” di arte contempranea, con la stessa Provincia, nell'ambito dell'apposita legge regionale. Nel frattempo, nel Bilancio di previsione 2006, alla voce “Pecci” il Comune ha scritto circa un mlione e 100 mila euro per la gestione e 130 mila euro per le atttività espositive.
301/06

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