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Comune di Prato

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17/03/2006 15:48
Consiglio Comunale Ciuoffo risponde ad un'interpellanza di Caregnato (Ds)

«Dovrà essere l'Ente pubblico a disegnare il volto della città»

La richiesta di avviare una variante al Regolamento edilizio per aumentare la superficie minima abitativa da il via ad un'ampia discussione
L'Ente pubblico deve recuperare la piena titolarità delle materie urbanistiche e dell'edilizia nel territorio, in modo da perequare gli interventi e decidere quale sarà il volto della città non sulla base delle istanze di parte, ma su un più ampio disegno urbanistico che chi costruisce dovrà rispettare. E' questa in sintesi la risposta dell'assessore all'Urbanistica Stefano Ciuoffo sull'interpellanza presentata ieri in Consiglio comunale dal consigliere Ds Fabio Caregnato, che ha chiesto l'adeguamento della superficie minima utile dei locali ad uso abitativo in relazione all'incremento delle unità immobiliari per il frazionamento degli edifici soggetti a ristrutturazione, un fenomeno che non riguarda solo le fabbriche, ma anche case coloniche, terratetti e ville. L'interpellanza ha fornito l'occasione per ampliare la discussione alla trasformazione della città e agli strumenti di pianificazione, in vista anche della revisione degli strumenti urbanistici. La richiesta di Caregnato è di attivare la procedura di variante al Regolamento edilizio del Comune per aumentare la superficie minima abitativa da 38 metri quadrati a 50: «A Prato stiamo assistendo ad una rapida crescita dell'offerta di immobili - scrive il consigliere Ds, - anche in ragione dei livelli di redditività ottenuti dal mercato immobiliare in questi ultimi anni, che aumentano la densità abitativa su aree sempre più estese del territorio senza che a questo corrisponda un aumento degli standard urbanistici e dei servizi pubblici indispensabili. E' giunto il momento di avviare una riflessione su questo e sull'aumento dei carichi urbanistici». Il problema non è contingente, come ha spiegato l'assessore Ciuoffo, ma legato alla qualità urbana, con il ridisegno della 'città densa', e la qualità del costruito «questioni fondanti a cui cercheremo di dare risposta con le varianti al Piano strutturale». E mentre per le nuove edificazioni in aree residenziali la questione della superficie minima per Ciuoffo non rappresenta un problema perchè si inseriscono in un contesto urbano che garantisce degli standard adeguati, nella sua risposta l'assessore si è detto invece favorevole a sostenere la proposta di Caregnato per le abitazioni che sorgono al posto di edifici produttivi in mezo alle fabbriche: «Non è una riqualificazione, in quanto il cambio di destinazione d'uso si somma a bassi standard urbanistici ed abitativi, in aree a totale copertura con case di pessima qualità in mezzo alle fabbriche, perchè l'imprenditore che intende realizzarle sa che sono destinate a fasce di cittadini con minime capacità economiche. Su questo dobbiamo interrogarci rapidamente e modificare uno stato di cose che presenta notevoli paradossi urbanistici: la vera scommessa è dotarsi di strumenti di pianificazione nuovi che permettano al soggetto pubblico di tornare titolare della capacità edificatoria per equilibrare gli interventi che fanno sorgere nuove case, piazze e altro». La necessità di una riflessione politica, che coinvolga anche le categorie economiche e gli ordini professionali, è stata condivisa anche da Aurelio Donzella dell'Itv, dal capogruppo della Margherita Luca Roti e Massimo Bartoloni dei Ds, che ha affermato che 'il soggetto deve riappropriarsi del dove, come e quando edificare'. Secondo il capogruupo di Forza Italia Goffredo Borchi la questione della superficie minima da ampliare andrà affrontata con attenzione 'perche facendo di pari passo aumentare il costo potrebbe comportare l'esclusione dall'acquisto della prima casa di molte giovani coppie e famiglie, senza contare che il tessuto sociale è cambiato e ci sono molte persone che vivono sole'. «La città non deve essere affettata in tante micro-esigenze e micro-richieste - ha affermato Mauro Vannoni di Sinistra per Prato viva - ma se il Piano Secchi verrà superato la preoccupazione e che si rimanga sottocoperta con la paura di fare una proposta davvero alternativa restando a fare chiacchiere su termini come ricerca e innovazione».
317/06

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