salta la barra


Comune di Prato

 indietro
30/03/2006 18:02
Consiglio Comunale Romagnoli spiega la strategia urbanistica del Comune

«Per la Declassata c'è l'intesa con la Regione»

Stanziati 700 mila euro per mettere in piedi l'Ufficio Piano
Tempi certi «perchè c'è un forte interesse della Regione a verificare come funziona nel concreto la nuova legge urbanistica, che è una legge fortemente innovativa», nessun cambiamento di strategia «perchè i i temi delle varianti si collocano in un contesto di area metropolitana», niente sudditanza verso Firenze «perchè non ci sono richieste del capoluogo toscano a Prato, ma questioni comuni, su cui c'è convergenza, da affrontare». E poi, dulcis in fundo, uno stanziamento di 700 mila nel Bilancio di previsione 2006 «per costituire l'Ufficio Piano, affrontare questa straordinaria sfida, e consentire al settore Urbanistica di superare le difficoltà nell'attività ordinaria». Si è mossa entro questi confini la comunicazione del sindaco Marco Romagnoli al Consiglio comunale sulla revisione del Piano strutturale e sul suo rapporto col Piano strategico. Il primo cittadino ha ripercorso le tappe di un ragionamento che in un primo tempo prevedeva tre varianti cosiddette “tematiche” (Declassata, aree dismesse, sistema ambientale), che ora sono ricollocate in un contesto più ampio «perchè si è aperta, la possibilità di un tavolo con Firenze e da ieri con Pistoia». Tavoli a “geometria variabile” perchè dovranno riconnetersi con quelli regionali già in piedi, quello appunto dell'area metropolitana, che coinvolge le Province e i Comuni di Firenze, Pistoia e Prato più Empoli, e quello del “governo del territorio” con la sperimentazione della nuova legge urbanistica. «Un processo impegnativo e complicato - ha proseguito il sindaco - che presenta opportunità ma anche rischi, da intraprendere però, in qualche modo pregiudiziale, perchè se non dialoghiamo con Firenze, e anche con Pistoia, sarà difficile risolvere alcuni dei nostri problemi». E qui Romagnoli ha inserito chiarimenti e precisazioni, anche in risposta ad una discussione che si è già sviluppata: non c'è all'orizzonte nessun megapiano urbanistico “metropolitano”, ma solo complementarietà fra i piani strutturali di Firenze e Prato su alcuni e ben definiti temi (accessibilità, logistica, università, aree industriali, aree dismesse, servizi, polo fieristico), «perchè se ad esempio si opta per l'espansione dell'Università, e il capoluogo regionale non potrà contenere questa espansione, Firenze non prevederà nuove aree nel proprio piano strutturale, mentre le prevederà Prato». Così come non c'è alcuna volontà di trasformare Prato in un'area di risulta di Firenze: «Prenderemo solo ciò che interessa a Prato. Ma è curiosa questa obiezione: quando il dialogo di area metropolitana non c'era se ne lamentava l'assenza, ora che questa possibilità c'è dovremmo rinunciarvi». Lo stesso schema è applicato al confronto con Pistoia: discussione solo sulle questioni su cui ci può essere convergenza. Temi pressochè uguali a quelli con Firenze, con due novità: gli ospedali, con le due città che si avviano a costruirne dei nuovi e la richiesta alla Regione di «riconoscere i punti di eccellenza nella sanità che già esistono a Prato e Pistoia, poichè non ha senso inventarsene di nuovi nell'area vasta se già esistono»; il termovalorizzatore, col riferimento al tavolo toscano aperto dalla Regione, ma anche con l'indicazione di «costruire un'azienda comune per lo smaltimento». Del resto, ha aggiunto, il sindaco c'è «coerenza nei nostri atteggiamenti. Il programma di legislatura contemplava la revisione degli strumenti urbanistici, l'area metropolitana, il Piano strategico, che è alla base di tutto, della stessa sperimentazione della nuova legge urbanistica». Per il sindaco l'idea del Piano strategico si fonda sul particolare tipo di situazione del distretto: «Dovremmo decidere che tipo di città pensiamo per il futuro, quale industria, quale sviluppo vogliamo di fronte alle trasformazioni che hanno investito la nostra realtà socio-economica». Certo due varianti erano quasi pronte (Declassata e sistema ambientale), mentre l'altra sulle aree dismesse «è più difficile da individuare in termini di definizione territoriale, poichè sono coriandoli di metri quadri dispersi per la città», e potevamo «presumere di attivarle». Ma ora, ha chiuso Romagnoli, «abbiamo la certezza che le faremo. Ad iniziare da quella sulla Declassata, su cui c'è un accordo politico con la Regione».
373/06

Condividi su: Condividi su Facebook Condividi su Google Bookmarks Condividi su Twitter
 indietro  inizio pagina