18/04/2006 16:33
Multiculturalità
70 euro il 'prezzo' del permesso di soggiorno per il Viminale
«Il Comune non farà da passacarte per Poste e Ministero»
L'assessorato anuncia azioni di protesta contro la 'gabella'e l'abbandono della sperimentazione in atto con il ministero
«Se il rinnovo del permesso di soggiorno deve diventare un business fatto sulla pelle di una categoria debole come quella degli immigrati, a cui viene imposta un'ingiustificata gabella, noi ci ritiriamo dalla sperimentazione avviata con il ministero dell'Interno per snellire le pratiche per gli extracomunitari: non ci stiamo a fare i passacarte e i fattorini per le Poste». A parlare è l'assessore alla Multietnicità Andrea Frattani, che annuncia battaglia sul decreto in preparazione al Viminale che affida alle Poste italiane spa la competenza per ricevere le pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno e impone il pagamento di 70 euro a richiesta, spese di bollo comprese. In questa cornice gli enti locali faranno solamente da front office per le Poste, fornendo cioè tutti i servizi di preistruttoria della documentazione e di consulenza tramite i mediatori linguistici, con la novità di fare anche da 'esattori' per le Poste, perchè per un servizio che finora era gratuito ogni immigrato dovrà versare subito 30 euro che poi gli uffici comunali provvederanno a girare alle Poste. La strada per l'affidamento a quest'ultime della trasmissione alle Questure delle richieste di rinnovo del permesso è stata aperta dalla legge 241 del 2004, norma con cui il Governo corresse la legge Bossi-Fini (189/2002), ritenuta in parte illegittima dalla Corte costituzionale: la legge prevedeva infatti la possibilità per il Viminale di stipulare delle convenzioni con soggetti terzi, 'enti concessionari di pubblici servizi o enti non pubblici', per snellire le procedure di invio. Da qui l'accordo stipulato nell'ottobre 2004 tra il ministero dell'Interno e le Poste italiane: «Questo significa privatizzare il permesso di soggiorno - spiega Frattani - E' del tutto ingiustificato far pagare agli immigrati 70 euro ciascuno per una pratica che finora era gratuita: le Poste non forniscono alcun servizio aggiuntivo, nè sportelli dedicati, nè consulenze con mediatori linguistici. Niente di tutto questo. Finora l'assessorato alle Multiculturalità, in accordo con la Questura, ha messo a disposizione dei migranti la complessa struttura della preistruttoria per avere un rapporto diretto con le comunità di stranieri, avere il polso della situazione e creare così buone pratiche di governo. Questo decreto di fatto ci toglie la possibilità di mettere in campo giuste politiche per l'immigrazione e la capacità di intervenire. Quindi se le cose stanno così, stop alla sperimentazione». Quest'ultima era partita a febbraio con un protocollo d'intesa tra il ministero e dieci Comuni in Italia, tra cui Prato, per studiare la possibilità di un passaggio di competenze dalle Questure ai Comuni. Lo scenario però è cambiato in queste ultime settimane e all'orizzonte si profilerebbe invece l'esclusività di Poste italiane per tre anni per le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno. Basta una semplice operazione per capire l'entità della partita: in Italia i soggiornanti sono oltre 2 milioni, ciascuno dei quali sborserebbe 70 euro, di cui 30 per le casse delle Poste. Totale circa 150 milioni di euro: «Mentre lo Stato taglia risorse agli enti locali, fa questo 'regalo' alle Poste finanziandole con soldi pagati da categorie deboli - spiega ancora l'assessore Frattani - Così si asfissiano i Comuni che invece devono regolare e governare concretamente il fenomeno dell'immigrazione attraverso i servizi sociali, la Polizia municipale e molti altri settori che sono coinvolti». Contro il provvedimento sono già pronte azioni di protesta: per discutere sul da farsi oggi l'assessore Frattani incontra la collega della Provincia Irene Gorelli e domani la questione sarà affrontata anche dall'assemblea straordinaria dell'Anci Toscana. Sono poi annunciate un'assemblea dei mediatori linguistici del Comune e degli operatori dell'assessorato alla Multiculturalità per giovedì e una con i rappresentanti delle comunità di stranieri.
A Prato il servizio di preistruttoria e predisposizione delle pratiche viene svolto dal 2003: un lavoro complesso, soprattutto perchè ogni immigrato è un caso a parte, che ha portato in quasi tre anni ad istruire 15.000 domande, a fronte dei 27mila stranieri regolarmente soggiornanti a Prato, bambini compresi. Dal dicembre 2004 il servizio è stato esteso a tutti i Comuni del territorio pratese grazie all'accordo stilato con la Provincia.
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