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Comune di Prato

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11/05/2006 14:14
Cultura Venerdì 12 maggio, ore 21,30, Convitto Cicognini

L'Argentina nella rappresentazione di Italo Moretti

L'autore presenta alla rassegna “Libri d'Italia” curata da Stefano Coppini
“L'Argentina non vuole più piangere” è il titolo del libro di Italo Moretti, che l'autore presenterà domani sera (venerdì 12 maggio), alle ore 21,30, al Teatro Convitto Cicognini, nell'ambito della rassegna cura ta da Stefano Coppini “Libri d'Italia”, promossa dall'assessorato alla Cultura e dal Kiwanis Club Centro storico. In Argentina, il 24 marzo 1976, i militari rovesciano il debole governo della vedova di Perón. Il colpo di Stato è considerato inevitabile dalla maggioranza della gente e della stampa internazionale: dalla morte di Perón, infatti, è in atto una lotta sanguinosa fra la destra e la sinistra del peronismo, in un crescente vuoto di potere aggravato dalle difficoltà finanziarie. Ma questo, il sesto in cinquant'anni, non è il “solito, periodico golpe”. Si scatena una repressione indiscriminata, si aprono le prigioni segrete, si moltiplicano i desaparecidos. È l'inizio di un lungo periodo buio che non finirà neppure con il crollo della dittatura, avvenuto nel 1982. Si assisterà infatti a uno stentato ritorno della democrazia e a una nuova crisi economica. Italo Moretti ha cominciato a scrivere sulle pagine locali del giornali nazionali a Perugia, dove viveva, quando aveva 17 anni. Verso la metà degli anni ‘60 inizia una collaborazione con la sede umbra della Rai che lo assume nel 1966 e poco dopo lo trasferisce alla redazione Radiocronache del Giornale Radio, a Roma. Da radiocronista e inviato, Moretti segue per la radio i principali eventi italiani e internazionali. Nel 1972 è tra i pochi sopravvissuti a una sciagura aerea avvenuta all'aeroporto di Addis Abeba. Ne trasmette per telefono la cronaca che gli vale il premio Saint Vincent per i servizi radiofonici. Nel 1968, al seguito di un viaggio di Papa Montini in Colombia, il primo contatto con la realtà del Sudamerica, di cui si occuperà per circa 25 anni raccontando e analizzando i golpe, come quelli cileno e argentino, le guerre non dichiarate del Nicaragua e del Salvador, il lento faticoso cammino di molti paesi verso il ritorno della democrazia. Nel 1976 è chiamato da Andrea Barbato al TG2, dove alterna le mansioni di inviato a quelle di conduttore. Nel 1987 accetta di passare al nascituro TG3 soprattutto col compito di avviare al mezzo televisivo giovani provenienti per lo più dalla carta stampata e di dare un contribuito alla ideazione del nuovo tg. Tra il 1995 e il 1996 è stato direttore del TG3 e condirettore del TG regioni. Il presidente dell'Argentina Alfonsin e quello del Cile Eduardo Frei Ruiz Tagle gli hanno conferito rispettivamente le onorificenze dell'Ordine di Maggio e dell'Ordine di Bernardo O Higgins.
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