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Comune di Prato

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20/05/2006 11:27
Agenda La cerimonia in omaggio di Falcone e Borselino

Caselli: «C'è bisogno anche di giustizia sostanziale»

Il sindaco: «L'impegno contro la criminalità organizzata deve riguardare l'intera Nazione»
«Falcone e Borsellino sono morti anche perchè noi, per così dire, non siamo stati vivi, nel senso che non ci siamo indignati abbastanza». E' questo uno dei passaggi fondamentali dell'intervento del procuratore generale presso la Corte d'Appello di Torino Giancarlo Caselli, nella cerimonia in omaggio di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, svoltasi stamani al cippo che ricorda il sacrificio dei due magistrati nel piazzale Falcone e Borsellino, alla presenza dei gonfaloni di Provincia e Comune di Prato e dei Comuni pratesi con i sindaci, del prefetto Eleonora Maffei, dell'assessore provinciale Stefano Arrighini, del sottosegretario sen. Beatrice Magnolfi, degli onorevoli Mercedes Frias e Andrea Lulli, del consigliere regionale Fabrizio Mattei, del presidente del Tribunale Salvatore Palazzo, dei magistrati della Procura di Prato e dei vertici delle Forze dell'ordine. La cerimonia, cui ha preso parte anche il vicario della Diocesi don Eligio Francioni, che ha impartito la benedizione, è stata promossa dal Comune di Prato e dal centro “Borsellino-Falcone”, rappresentato dal presidente Vincenzo Picardi. Per Caselli, che è stato anche capo della Procura della Repubblica di Palermo, all'indomani dell'uccisione dei due magistrati, «non basta solo il ripristino della legalità violata, ma occorre una giustizia sostanziale, occorre assicurare una degna qualità della vita. La mafia, infatti, è una zavorra per l'economia e non produce sviluppo economico». Antonio Ingroia, sostituto procuratore a Palermo, ha invece chiesto al nuovo governo «impegni precisi sul fronte dell'antimafia, dopo che negli ultimi anni c'è stato un arretramento della legislazione». La cerimonia è stata conclusa dal sindaco Marco Romagnoli: «Anche se Prato, come ha detto il giudice Palazzo, è immune da certi fenomeni, il nostro impegno non deve mancare, perchè dobbiamo sentirci accomunati in una volontà della Nazione che rifiuta l'illegalità e un potere criminale che inquina la convivenza civile».
566/06

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